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Decennio digitale e Horizon Europe, al via i piani dell’Europa: principi e obiettivi

La Commissione europea accelera su digitale, ricerca e innovazione: presentati il programma per il prossimo decennio del digitale 2021-2030 e adottato il primo Piano strategico di Horizon Europe, del valore di 95.5 miliardi. Il programma per la ricerca e l’innovazione adesso è pronto a partire. Ecco i punti salienti

Pubblicato il 17 Mar 2021

Gianpiero Ruggiero

Esperto in valutazione e processi di innovazione del CNR

dsa agcom piattaforme

Lo scorso 9 marzo la Commissione europea ha presentato il programma per il prossimo decennio del digitale 2021-2030. Una strategia orientata su quattro direttrici, ciascuna chiamata a sviluppare programmi e prospettive per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030.

Entra così nel vivo il processo di discussione sui principi digitali che vedrà coinvolti, nel corso del 2021, Stati membri, Parlamento europeo, partner regionali, sociali ed economici e le imprese. All’esito della consultazione multilaterale, la Commissione proporrà il programma per rendere operativa la bussola digitale e arrivare entro la fine del 2021 alla dichiarazione interistituzionale sui principi digitali.

Sempre la Commissione europea, nel frattempo, ha stabilito le priorità del Piano strategico di Horizon Europe che saranno attuate attraverso il programma di lavoro – di prossima pubblicazione – che individuerà le opportunità di finanziamento per le attività di ricerca e innovazione attraverso inviti a presentare proposte e tematiche. Si tratta di una novità nel contesto di Horizon Europe, il programma europeo per la ricerca e l’innovazione che adesso è pronto a partire.

Decennio digitale europeo: obiettivi per il 2030

La comunicazione2030 Digital Compass: the European way for the Digital Decade” integra di fatto le attività già avviate dalla Commissione nel corso del 2020, con specifico riferimento alla Com(2020) 67 Plasmare il futuro digitale dell’Europa del 20 febbraio 2020 e alle iniziative legate alla stessa già in corso di sviluppo. Rappresenta perciò una novità di primo piano, anche per l’implementazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza che dovranno destinare al digitale almeno il 20% della spesa totale.

Il documento presentato dalla Commissione europea ha una visione che si sviluppa intorno a quatto punti cardinali: competenze, infrastrutture, business, servizi pubblici.

Competenze

Per le competenze il riferimento resta il Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027, adottato il 30 settembre 2020, e l’ancor più recente Piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali, il quale indica come obiettivo che almeno l’80 per cento delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni dovrebbe possedere competenze digitali di base. La Commissione aggiunge anche l’obiettivo di avere, al 2030, 20 milioni di specialisti in ICT con convergenza tra uomini e donne. Con l’adozione di questo atto è fissato il principio che il possesso delle competenze digitali di base è un diritto per tutti i cittadini europei, e che la formazione degli adulti lungo tutto l’arco della vita deve divenire una priorità. Sono ribaditi i principi che le competenze digitali dovrebbero anche costruire una società che possa fidarsi dei prodotti digitali e servizi online, identificare disinformazione e tentativi di frode, proteggersi da attacchi informatici, truffe e frodi online e in cui i bambini imparano a comprendere e navigare attraverso la miriade di informazioni a cui sono esposti online.

Infrastrutture

Per le infrastrutture, l’obiettivo al 2030 è che tutte le abitazioni siano raggiunte da una rete Gigabit, con tutte le aree popolate coperte dal 5G, e la produzione sostenibile di semiconduttori e processori sia di origine Ue per almeno il 20% del valore di produzione mondiale. Al 2025 la Commissione punta alla realizzazione di un computer con tecnologia quantistica, prospettando un’Europa all’avanguardia delle capacità quantistiche entro il 2030. Inoltre, al 2030, dieci mila nodi edge ad alta sicurezza e zero emissioni saranno distribuiti nell’Ue, in modo da garantire l’accesso ai servizi dati con bassa latenza per tutte le aziende.

Business

Per il business, entro il 2030, più che semplici abilitatori, le tecnologie digitali tra cui 5G, l’IoT, edge computing, intelligenza artificiale, robotica e realtà aumentata saranno al centro dell’economia dei dati, con nuovi prodotti, nuovi processi di produzione e nuovi modelli di business basati sull’equa condivisione dei dati. La Commissione elenca esempi settoriali di applicazione delle nuove tecnologie, evidenziando il ruolo centrale delle Pmi nella transizione, non solo perché rappresentano la maggior parte delle imprese dell’Ue, ma anche perché sono una fonte fondamentale d’innovazione economica. Saranno istituiti in tutta l’Ue oltre 200 hub e cluster industriali per l’innovazione digitale a servizio delle Pmi per connettere i fornitori di servizi digitali con gli ecosistemi locali. Gli obiettivi che fissa il piano al 2030 sono così sintetizzati:

  • il 75% delle imprese europee utilizzerà servizi cloud, big data e intelligenza artificiale;
  • più del 90% delle Pmi raggiungerà almeno un livello base d’intensità digitale;
  • l’Ue aumenterà il fluire delle sue scale up innovative e migliorerà il loro accesso ai finanziamenti, portando a raddoppiare il numero di unicorni in Europa.

Servizi pubblici

Per i servizi pubblici, entro il 2030, l’obiettivo dell’Ue è garantire che la vita democratica e i servizi pubblici online siano pienamente accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità. Tutti devono poter beneficiare di un ambiente digitale che fornisca servizi e strumenti di facile utilizzo, efficienti e personalizzati, con elevati standard di sicurezza e privacy. L’innovazione dei servizi pubblici includerà l’utilizzo di capacità avanzate con l’uso dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale. Le applicazioni andranno dalla telemedicina, alla definizione normata d’identità digitale per un pieno utilizzo delle opportunità dei servizi online da parte dei cittadini garantendo la propria privacy, a sistemi di giustizia che garantiscano anche il pieno rispetto della legalità online come offline. Al 2030 la Commissione puntualizza questi obiettivi: a) 100% messa a disposizione online dei servizi chiave della pubblica amministrazione; b) 100% dei cittadini avranno accesso ai dati medicali in formato elettronico; c) 80% dei cittadini utilizzeranno soluzioni con identità digitale.

Cittadinanza digitale: diritti e principi per gli europei

Il piano del decennio digitale non si limita a descrivere gli obiettivi indicati nella bussola. Innovativa è la proposta di definire i principi della cittadinanza digitale richiamando direttamente gli stessi trattati dell’Ue: i principi digitali sono radicati nel diritto primario dell’UE, in particolare nel trattato sull’Unione europea, il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, la Carta del Diritti fondamentali e giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, nonché nel diritto da questi derivato. Nel rispetto di questi principi deve essere sviluppata la via europea alla digitalizzazione.

La Commissione ha anticipato che in un prossimo atto assumerà i principi del digitale, con una dichiarazione interistituzionale assieme al Parlamento e al Consiglio, come misura aggiuntiva al pilastro europeo dei diritti sociali. Il Piano del decennio digitale viene proposto come programma da adottare in co-decisione con Parlamento e Consiglio, e sarà monitorato annualmente con l’ampliamento degli indicatori Desi.

La Commissione infine ha sottolineato l’opportunità di sviluppare progetti comuni tra Stati membri per sviluppare le attività previste nel programma, anche nell’ambito dei PNRR. In tal senso ha lanciato l’iniziativa di una partnership per il decennio digitale, basata pienamente sulla Carta delle Nazioni Unite e sul rispetto della dichiarazione universale dei diritti umani, stabilendo regole e norme comuni che garantiscano condizioni di parità nei mercati digitali, un cyber-spazio sicuro rispettoso dei diritti fondamentali online, proponendo di aprire la strada a una coalizione più ampia di partner affini che condividono la stessa visione europea, aperta a sviluppare le regole di una trasformazione digitale incentrata sull’umano.

Horizon Europe pronto a partire: approvato il piano strategico

La Commissione europea ha adottato il primo Piano strategico di Horizon Europe, del valore di 95.5 miliardi. Una cifra importante, con cui l’Europa intende orientare gli investimenti dei primi anni del programma su programmi di ricerca e sviluppo che contribuiscano a raggiungere le priorità stabilite, tra cui un’Europa verde e climaticamente neutra, un’Europa pronta per l’era digitale e un’economia al servizio delle persone.

Nello specifico il piano definisce quattro orientamenti strategici:

  • promuovere un’autonomia strategica aperta guidando lo sviluppo di tecnologie, settori e catene del valore digitali, abilitanti ed emergenti fondamentali;
  • ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità dell’Europa e gestire in modo sostenibile le risorse naturali;
  • fare dell’Europa la prima economia circolare, climaticamente neutra e sostenibile, resa possibile dalla tecnologia digitale;
  • creare una società europea più resiliente, inclusiva e democratica.

La cooperazione internazionale è alla base di tutti e quattro gli orientamenti, in quanto è essenziale per affrontare molte sfide globali.

Il piano strategico individua anche i partenariati europei cofinanziati e co-programmati e le missioni dell’UE da sostenere tramite Horizon Europe. I partenariati riguarderanno settori critici quali l’energia, i trasporti, la biodiversità, la salute, l’alimentazione e la circolarità e integreranno i 10 partenariati europei istituzionalizzati proposti dalla Commissione in febbraio[1] a cui sono stati messi a disposizione 10 miliardi di euro.

Le missioni dell’UE affronteranno le sfide globali che incidono sulla nostra vita quotidiana fissando obiettivi ambiziosi e stimolanti ma realizzabili, come la lotta contro il cancro, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la protezione degli oceani, l’ecologizzazione delle città e la protezione del suolo e l’alimentazione. Utilizzando un ampio ventaglio di strumenti in diverse discipline e settori politici, le missioni dell’UE affronteranno questioni complesse attraverso progetti di ricerca, misure politiche o anche iniziative legislative.

Gli orientamenti del piano vertono anche su una serie di questioni orizzontali, quali il genere. L’integrazione della dimensione di genere sarà un requisito predefinito nei contenuti della ricerca e dell’innovazione in tutto il programma, a meno che sia specificato che il sesso o il genere non sono pertinenti per l’argomento in questione.

  1. Le partnership in Horizon Europe sono 10: Global Health EDCTP3; Innovative Health Initiative; Key Digital Technologies; Circular Bio-based Europe; Clean Hydrogen; Clean Aviation; Europe’s Rail; Single European Sky ATM Research 3; Smart Networks and Services; Metrology.

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