Dai lavori del Tavolo “Piattaforme della Sharing Economy”, nelle tappe autunnali di Bologna e Milano organizzate da ForumPA, erano emerse proposte diverse, ovviamente provenienti da attori diversi con interessi e prospettive diverse. Ma una cosa era emersa chiara, pur nella differenza di prospettiva e di interesse rappresentato: non bloccare l’ecosistema nascente delle startup basate su piattaforme collaborative e portatrici di una innovazione “disruptive” in nome di una prudenza tutelativa di uno status quo ormai anacronistico.
L’indicazione del Tavolo – dalle posizioni delle startup a quelle dei consumatori a quelle dei policy maker – era quella di abilitare sperimentazioni nell’ottica del vantaggio degli utenti – cittadini, sempre più propensi ad agire da consumatori ma anche da produttori e fornitori nelle piattaforme collaborative, nonché dello sviluppo economico e del risparmio per le pubbliche amministrazioni. Non mi sembra proprio che la legge vada in questa direzione, nonostante il titolo in cui ci si dichiara “per” lo sviluppo della sharing economy. Ancora, rispetto alle proposte del Tavolo non vediamo misure davvero a favore delle sperimentazioni: dalla ricerca all’individuazione e al sostegno di progetti pilota sui territori.
Interessante l’apertura sulle Linee guida destinate agli enti locali per valorizzare e diffondere le buone pratiche, al fine di abilitare processi sperimentali di condivisione di beni e servizi nella PA, anche se ancora embrionale e decisamente timido, senza peraltro alcun riferimento alla PA centrale e al procurement pubblico.
Insomma, assolutamente da riaprire le consultazioni in maniera genuinamente inclusiva e aperta, oltre alla consultazione on line già attiva.