Nel nostro paese il condizionale è sempre d’obbligo, tuttavia questo 2017 che si sta rapidamente chiudendo ha portato diverse piccole e grandi novità che potrebbero davvero consentire alla PA di transitare al digitale.
Le grandi e note novità non credo siano state determinanti ciò nonostante sono parte del quadro e del contesto maturato e quindi hanno un loro ruolo, mi riferisco: al decreto correttivo del CAD, che ha introdotto alcune semplificazioni e soprattutto chiarito alcuni diritti di cittadini ed imprese ed alcuni doveri della PA; agli obblighi normativi sulla spesa ICT delle finanziarie che hanno quasi bloccato gli acquisti in molte PA; alla commissione di indagine parlamentare sulla spesa ICT che ha avuto il pregio di approfondire in modo trasparente molti aspetti in tante PA ed al piano triennale ICT che ha in tutti i casi tracciato una roadmap nazionale sul digitale.
Il vero progresso ed i segnali più positivi, che fanno pensare di essere vicini alla meta, giungono dal lavoro quotidiano delle tantissime persone delle diverse pubbliche amministrazioni e di molte imprese ICT che si stanno applicando sui diversi tavoli o nelle diverse community nell’individuazione di soluzioni innovative o alla redazione di linee guida che possano essere effettivamente implementate.
Fra tutte le attività in corso vorrei segnalarne due, una che sarà utile soprattutto ai cittadini ed una maggiormente alle imprese del settore ICT per la PA, che a mio parere avranno un impatto maggiore del previsto.
I cittadini nel corso del 2018 probabilmente più che con SPID o con ANPR o con il sistema dei dati (DAF) potranno entrare in contatto con la PA digitale attraverso PagoPA, il sistema nazionale per i pagamenti elettronici alle pubbliche amministrazioni. Infatti il sistema ha raggiunto già risultati interessanti in termini di volumi e numero di transazioni (circa 4 milioni) dall’avvio del sistema, con circa 16 mila amministrazioni pubbliche aderenti ed oltre 400 prestatori di servizi di pagamento abilitati (fra banche, poste, tabaccai, paypal, ecc.).
Ma l’elemento che nel 2018 farà crescere il sistema nell’uso dei cittadini, sarà la nuova interfaccia, in gergo WISP 2.0, il cui rilascio è previsto da parte di AgID e del team digitale per le prossime settimane, perché è totalmente orientata al cittadino ed ai suoi standard abituali per i pagamenti online. In pratica potremo finalmente pagare qualsiasi servizio delle PA nelle stesse modalità, ad esempio app nello smartphone, con le quali acquistiamo qualsiasi prodotto o servizio di e-commerce (con il nostro profilo, le nostre modalità abituali, con lo storico dei pagamenti, ecc.), anzi probabilmente arriveremo a desiderare che anche gli acquisti online privati, soprattutto dai piccoli fornitori, possano adottare lo stesso sistema.
Le imprese del settore ICT per la PA troveranno invece nuova linfa da una piccola operazione, fatta per ora sullo sportello unico per le attività produttive e per lo sportello edilizia, realizzata dal tavolo nazionale sulla semplificazione guidato dalla Funzione Pubblica. Sono, infatti, stati rilasciati i moduli unificati per il SUAP in formato standard (XML), concretizzazione tecnologica degli accordi stipulati fra le pubbliche amministrazioni interessate nei mesi di maggio e luglio 2017. È la prima volta che la PA effettua una operazione di questo tipo, ossia razionalizza ed unifica la modulistica, ne condivide come ovvio che sia il classico formato digitale documentale (pdf o altro tipico della digitalizzazione del processo tradizionale) ed infine ne rende disponibile il formato standard per l’elaborazione automatica dei sistemi che così possono essere effettivamente interoperabili a prescindere dal fornitore che ha realizzato la soluzione.
Si tratta di una piccola rivoluzione che permetterà nel 2018 alle imprese del settore di aggiornare le proprie soluzioni e soprattutto innovare il parco applicativi per i settori interessati (prima Suap ed Edilizia, ma a seguire molti altri settori), unendo queste evoluzioni alla maturazione dei sistemi abilitanti, come PagoPA, Spid, ecc., si potrà realizzare una nuova offerta di servizi alle PA ed ai cittadini ed alle imprese secondo un nuovo paradigma che vede la PA digitale funzionale allo sviluppo degli altri settori come auspicato da tempo.
Si tratta di segnali confortanti, che non risolvono tutti i problemi, ma indicano che la strada intrapresa è quella giusta, dovranno seguire, per completare il quadro, due azioni importantissime come il varo di un marketplace che faciliti l’incrocio della domanda e dell’offerta di servizi digitali alle PA e un vero piano per le competenze digitali che accompagni le PA, i cittadini e le imprese a sfruttare il nuovo potenziale disponibile.