La Fatturazione elettronica verso la PA, obbligatoria da oggi 6 giugno, non è solo un modo diverso per inviare le Fatture alla PA. E’ qualcosa di più. E questo, semplicemente perché la Fattura è un documento cardine nei processi di business:
- è soggetto a regole chiare di conservazione a fini fiscali;
- chiude il ciclo Logistico-Commerciale, rimandano a informazioni presenti su Ordini, Conferme d’Ordine, Documenti di Trasporto o Bolle;
- apre il ciclo Amministrativo-Contabile, attivando le procedure di pagamento e le verifiche di incasso;
- è un documento attraverso il quale è possibile ottenere accesso al credito.
Gli impatti del “rendere elettronica” la Fattura sono dunque molteplici e rilevanti su diversi fronti. E l’obbligo richiesto per Fatturare alla PA non prevede esclusivamente il passaggio dal cartaceo al digitale, ma impone l’adozione di un formato “elettronico-strutturato”, cioè scritto in un XML secondo la sintassi del “Tracciato_FatturaPA”, il formato definito dall’Agenzia delle Entrate. Non solo: la Fattura deve anche essere firmata digitalmente, per garantire autenticità del mittente e integrità del contenuto. E, infine, la Fattura Elettronica va conservata rigorosamente in modalità elettronica, sia lato emittente sia lato destinatario.
Questo insieme di regole non può non attivare una seria riflessione da parte dei fornitori della PA italiana. Una volta appurato di saper gestire la Fatturazione Elettronica e “toccati con mano” i benefici significativi dell’adozione dello scambio di documenti in formato elettronico strutturato, quindi, si potrebbero innescare dinamiche virtuose orientate a ricevere Ordini elettronici, a inviare Conferme d’Ordine e Documenti di Trasporto o Stati Avanzamento Lavori elettronici, integrandoli tutti in un unico flusso, concatenato con la Fattura Elettronica stessa. L’obiettivo è quello di allinearli, riconciliare rapidamente le informazioni scambiate con la controparte e, infine, agevolare anche l’attivazione dei pagamenti, la verifica degli incassi e l’accesso al credito.
In prospettiva, inoltre, la nuova modalità di Fatturazione alla PA è destinata a impattare anche sui processi di controllo della Spesa Pubblica. La conoscenza del numero delle fatture inviate, dei loro ammontari, di come si forma il totale, dei fenomeni di stagionalità che lo influenzano, rappresentano tutti elementi fondamentali per poter applicare meccanismi di analisi della spesa in grado di guidare politiche di Spending Review mirate e più consapevoli di quanto è stato possibile fino a oggi.
L’avvento dell’obbligo della Fatturazione Elettronica verso la PA, quindi, potrà anche richiedere qualche sforzo iniziale e in alcuni casi potrà anche avere un impatto rilevante e complicato da gestire, perché stravolge procedure e abitudini consolidate; tuttavia, allo stesso tempo, rappresenta un’ottima occasione per provare a portare un importante stimolo digitale verso un Paese ancora troppo spesso ancorato a prassi e modelli di gestione cartacei costosi e inefficienti. I modelli ispirati al “si è sempre fatto così”, infatti, rappresentano oggi più che mai i vincoli – in primis culturali – che limitano la competitività del nostro Sistema Paese. Ecco perché la Fatturazione Elettronica che parte il 6 giugno è un utile primo passo di un percorso fortemente orientato all’innovazione digitale: un percorso ormai imprescindibile.
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