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Elezioni 2022, i programmi dei partiti sui principali temi digitali

Dal potenziamento delle infrastrutture broadband alla digitalizzazione della PA, passando per competenze e diritti digitali e Industria 4.0. Che posizione hanno assunto i partiti sui temi del digitale? Facciamo il punto in vista delle elezioni d’autunno

Pubblicato il 09 Set 2022

Lorenzo Principali

direttore Area Digitale di I-Com

Daniela Suarato

Istituto per la Competitività (I-Com)

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Il futuro della rete italiana, la PA digitale, i diritti digitali, la cyber security, Industria 4.0. Ma anche l’eterno trascurato: le competenze digitali.

Abbiamo confrontato le posizioni dei partiti, dichiarate nei vari programmi e in altre occasione, sui principali temi del digitale.

Si scoprono così certo differenze importanti ma anche alcune convergenze presenti in schieramenti opposti.

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Reti ultrabroadband e 5G

Come evidenziato anche nell’ultimo rapporto DESI, l’Italia risulta in ripresa per quanto concerne la realizzazione delle infrastrutture di rete ad altissima velocità – si è classificata 7° in termini di connettività – sebbene i molteplici e fondamentali interventi previsti dal PNRR – già lanciati e assegnati – siano ancora gli albori per quanto concerne la realizzazione dei cantieri. Si osserva, peraltro, come alcune nubi si staglino sull’orizzonte della realizzazione dei progetti, in particolare relative all’aumento del costo delle materie prime e alle difficoltà di approvvigionamento dovute a post Covid e crisi internazionali (Ucraina, Taiwan etc.), oltre che alla mancanza di manodopera specializzata.

Data la sua importanza, il tema del potenziamento delle infrastrutture digitali broadband è entrato nei programmi elettorali di tutti i principali partiti candidati alle elezioni, in modo più o meno dettagliato.

Fratelli d’Italia e PD

Tiene ovviamente banco la questione della rete unica, appoggiata sia da Fratelli d’Italia, favorevole ad una rete unica e di proprietà pubblica, sia dal PD, che sostiene una politica industriale che incentivi l’aggregazione e l’integrazione delle reti per rendere gli investimenti più efficienti e garantire maggiore sicurezza e qualità dei servizi, sia dalla Lega.

In particolare il Partito Democratico propone “l’istituzione di un Fondo nazionale per il diritto alla connessione digitale, co-finanziato dai risparmi della missione 1.2 del PNRR e dagli introiti di una nuova gara sulle frequenze 5G, con il quale incentivare il passaggio delle famiglie a reti a banda ultra-larga (…)”. Per favorire l’infrastrutturazione delle reti, lo stesso PD propone la creazione di una piattaforma di riconversione delle aziende in crisi e formazione dei lavoratori per il sostegno allo sviluppo delle infrastrutture in fibra finanziate dal PNNR, oltre che di finanziare il cablaggio verticale degli edifici in fibra ottica e di favorire il risparmio energetico delle abitazioni tramite la predisposizione di apparati per gli “edifici intelligenti” e l’internet delle cose.

Europa+

Rispetto agli interventi previsti dal PNRR, +Europa propone di rimodulare i bandi di gara, “ampliando il novero degli operatori a cui è consentita l’installazione di impianti (ad esempio ai gestori di infrastrutture sul territorio come gestori autostradali o ferroviari) e facilitando accordi di cooperazione con gestori tra operatori infrastrutturale e di servizio”.

Lega e Azione-Italia Viva

Nel programma della Lega viene menzionato lo switch off della rete in rame entro il 2030, mentre Azione – Italia Viva sembrano gli unici a indicare direttamente un intervento per l’innalzamento dei limiti elettromagnetici che, “alla luce dell’enorme divario tra le soglie di emissività italiane e quelle dei partner europei […] migliorerebbe il servizio, i costi e l’impronta ambientale”.

5Stelle

I 5Stelle propongono un approccio parallelo tra diritti e infrastrutturazioni tramite la stesura di una Carta dei Diritti Digitali che comprende il riconoscimento dell’accesso alla rete quale diritto costituzionale insieme al potenziamento della copertura nazionale con banda ultralarga, quest’ultimo menzionato anche Forza Italia e dal programma congiunto della Coalizione di centro destra.

Digitalizzazione della PA

La digitalizzazione della PA è un’operazione estremamente complessa che lo stesso PNRR prevede di realizzare mediante una molteplicità di riforme e investimenti, tra cui la migrazione al Cloud, la digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali, la realizzazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati e il miglioramento dell’esperienza del cittadino nei servizi pubblici. Peraltro, lo stesso DESI, nella sezione Digital Public Services, ci vede al 19° posto in termini assoluti e addirittura terzultimi in termini di utilizzo, da parte dei cittadini, dei servizi digitali offerti dalla PA.

Lega

Il tema sembra essere trattato più dettagliatamente dalla Lega, con particolare riferimento al rapporto tra PA e imprese, per il quale si richiede una forte semplificazione che faccia leva sui nuovi strumenti digitali e sulle nuove competenze, in particolare lungo la direttrice della digitalizzazione estesa del rapporto tra PA e imprese, soprattutto attraverso il dialogo tra le banche dati pubbliche. La Lega propone inoltre il rafforzamento del Ministero dell’innovazione tecnologica per attuare le misure previste dal PNRR previste all’uopo, tra cui e-government, capitale umano, infrastrutture, connettività, ricerca e sviluppo digitale. A ciò si aggiungono l’accompagnamento dei cittadini, delle imprese e della PA nel percorso di cittadinanza digitale con punti di presidio locali, soprattutto nei piccoli Comuni, sul modello del progetto Polis Poste Italiane. Viene menzionata anche l’introduzione dell’uso dell’Intelligenza Artificiale nella PA, per automatizzare molti processi decisionali basati su semplici procedure di scelta del tipo «Sì/No», in particolare nel settore dei contratti e degli appalti pubblici.

PD

Il programma del Partito Democratico prevede l’istituzione di uno Sportello virtuale della PA che permetta ai cittadini di collegarsi in videoconferenza con gli uffici pubblici e si sofferma, inoltre, sul processo di digitalizzazione della giustizia e sulla “digitalizzazione degli scambi informativi e delle prove giudiziarie nel contrasto alle mafie e al terrorismo”.

FDI

Del tema della giustizia digitale si fa menzione anche nel programma di Fratelli d’Italia, che sostiene anche la digitalizzazione dei procedimenti della PA e la possibilità di concludere le pratiche online per imprese e cittadini.

Italia Viva-Azione

La coalizione Italia Viva – Azione parla di una riforma dell’AIRE (Anagrafe Italiani residenti all’estero) per favorire il voto all’estero – istanza sostenuta per certi aspetti anche dalla Lega – e della necessità di digitalizzare i principali processi partecipativi, nonché di sperimentare la digitalizzazione del processo elettorale.

Forza Italia, Europa+, 5Stelle

Tema, quest’ultimo, particolarmente sentito anche da +Europa.

Nel programma di Forza Italia vengono menzionati la digitalizzazione progressiva di tutti gli archivi di Stato e degli Enti preposti alla gestione dei dati, in quello dei 5Stelle si fa riferimento in particolare alla migrazione della PA in cloud, nonché ad una radicale digitalizzazione, dematerializzazione e interoperabilità del sistema.

Competenze digitali

Sebbene le digital skills costituiscano forse la risorsa più preziosa da coltivare per favorire una piena e concreta transizione al digitale, gli sforzi compiuti sinora non sembrano stati sufficienti. Infatti, la voce Human capital del DESI ci vede tristemente al terzultimo posto complessivo e al quartultimo per quanto concerne le sole competenze digitali di base. Nel dettaglio, oltre la metà dei cittadini italiani non possiede competenze digitali di base, e solo il 23% dei è in possesso di competenze superiori a quelle di base. Inoltre, sono pochissimi i laureati italiani nel settore ITC, appena l’1,4%, rispetto alla media europea che raggiunge quasi il 4%. Statistiche che mostrano la centralità e l’urgenza di affrontare questo tema.

PD

A tal proposito, il PD sostiene un “approccio critico al digitale nel ciclo dell’istruzione, a partire dall’educazione civica digitale fino alla digital literacy e all’educazione sull’uso del dato, all’impiego di elementi di informatica di base, alla difesa dalla disinformazione”, e propone di incentivare le ragazze nella scelta delle materie STEM attraverso l’orientamento.

M5S

Anche per il Movimento 5 Stelle risulta centrale “potenziare l’insegnamento delle materie STEM sin dai primi gradi scolastici e investire nelle competenze tecniche avanzate e imprenditoriali”.

Fdi e Forza Italia

FdI punta su “maggiori investimenti in ricerca, digitalizzazione e trasferimento tecnologico” e sul “favorire la sinergia tra università e privati in ambito di ricerca e brevetti” mentre Forza Italia sottolinea l’importanza dell’introduzione del coding a scuola e della didattica digitale.

Terzo Polo

Il Terzo Polo, evidenziando la necessità di investire in competenze digitali dei giovani, punta anche sul rafforzamento degli ITS che, potenziati dal PNRR, possono diventare vivaio di talenti con expertise in vari ambiti di importanza strategica per il Paese, inclusi 5G, banda ultralarga e cybersecurity. Italia Viva – Azione sostengono anche gli investimenti nella formazione continua del personale delle Forze Armate specializzato nella cybersecurity.

Lega

La Lega, oltre a promuovere l’educazione digitale e l’inclusione tecnologica degli individui in situazioni di digital divide, punta al potenziamento della formazione del personale nell’ambito delle ICT e delle tecnologie digitali per creare un collegamento saldo tra formazione e settore produttivo. Si sottolinea l’esigenza di riallineare l’offerta formativa della filiera tecnica e professionale alla domanda proveniente dai distretti economico-produttivi, alle competenze connesse alla trasformazione dei settori produttivi in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0, all’innovazione digitale, alle trasformazioni nei settori economico-finanziari e nei settori strategici per la competitività internazionale dell’Italia e alla transizione ecologica.

Europa+

Il partito di Emma Bonino propone “l’inserimento in tutti i corsi di studi di materie e materiali didattici atti ad aumentare una maggiore consapevolezza tecnologica nella popolazione” e inquadra il tema delle digital skills anche nell’ambito sanitario, proponendo una “formazione capillare e diffusa alla telemedicina e alle tecnologie digitali, estesa ad un numero adeguato di professionisti sanitari, oltre all’inclusione in tale processo formativo di cittadini/pazienti per migliorare la condizione di salute”.

Alleanza Verdi e Sinistra

Di taglio leggermente diverso l’approccio dell’Alleanza Verdi e Sinistra, che evidenziano l’importanza di diffondere una pedagogia critica dell’era digitale e sottolineano la loro contrarietà ad “interventi propagandistici come l’introduzione burocratica e posticcia delle cosiddette “competenze non cognitive”, così com’è accaduto con l’inserimento dell’Educazione civica”.

Diritti digitali

Lo scorso 26 gennaio 2022 è arrivata la prima proposta ufficiale dell’Unione Europea per una Dichiarazione dei diritti e dei principi digitali. La Dichiarazione dovrebbe rappresentare una guida di riferimento, indirizzata principalmente ai responsabili politici e agli operatori del settore, per orientare i paesi dell’Unione verso una transizione digitale antropocentrica. Protezione dei dati personali, libertà di espressione, diritto alla privacy: tutte questioni sempre più centrali in un mondo in cui la digitalizzazione prosegue a ritmi serrati.

PD

Il programma elettorale del Partito Democratico entra nel vivo del dibattito europeo, ribadendo l’importanza di uno spazio digitale sicuro in cui le persone possano esprimersi liberamente, garantendo agli utenti dei servizi digitali il “pieno controllo dei propri dati personali, nonché la trasparenza sui dati e sui contenuti intermediati dalle grandi piattaforme online”. Vengono menzionati in particolare la necessità di una regolazione efficace “contro gli abusi delle applicazioni dell’intelligenza artificiale, contro le interferenze delle strategie di disinformazione, contro forme di tracciamento e di riconoscimento biometrico o l’uso software di sorveglianza”. Viene inoltre definito un impegno chiaro affinché l’utilizzo dell’AI e dei big data per scopi di sicurezza trovi un limite nel rispetto della privacy delle persone, ad esempio impedendo “l’uso sistematico di software di sorveglianza nelle scuole, il riconoscimento biometrico dai luoghi pubblici, l’impiego di sistemi di scoring sociale basati sui dati personali, l’impiego di sistemi di riconoscimento emotivo, l’adozione di tecnologie digitali dai comprovati effetti discriminatori.”

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Fratelli d’Italia

Piena opposizione a scoring e controllo “intelligente” anche da parte di Fratelli d’Italia e di Italexit, con il primo che si sofferma anche sul contrasto alla censura arbitraria dei social network e sulla garanzia del rispetto della libera manifestazione del pensiero da parte delle grandi piattaforme di comunicazione.

M5S

Il programma dei 5 stelle, oltre alla già citata Carta dei Diritti Digitali, propone l’istituzione di una Banca Dati Digitale Nazionale per riconoscere il diritto all’autodeterminazione informativa, permettendo a tutti di verificare in che modo sono utilizzati i propri dati personali.

Lega

La Lega propone di sostenere i genitori nel garantire una navigazione internet sicura per i minori e di inserire in Costituzione la tutela dell’identità digitale, da assegnare alla nascita sulla falsariga del Codice fiscale.

Industria 4.0 / Transizione 4.0

Il programma, nato in Germania sull’onda della quarta rivoluzione industriale per favorire connessione, digitalizzazione e automazione del sistema produttivo, è stato uno dei cavalli di battaglia dell’asse Renzi – Calenda quando, nel 2016, presentarono il primo piano governativo in materia di digitalizzazione delle imprese. Tale Piano, che ha visto negli anni diversi aggiornamenti e integrazioni, passando da Impresa 4.0, fino all’attuale Transizione 4.0, prevede crediti di imposta per incentivare gli investimenti delle imprese in beni strumentali, in ricerca e sviluppo e in “formazione 4.0”.

Italia Viva-Azione

A tal proposito, la coalizione Italia-Viva e Azione punta ad un aggiornamento della lista dei beni agevolati e all’aumento del tetto massimo per gli investimenti, attualmente fissato in 20 milioni di euro. Nel programma del Terzo polo, Industria 4.0 si intreccia anche con il tema della sostenibilità, proponendo di estendere il meccanismo 4.0 agli investimenti per la transizione ecologica, ad esempio per gli impianti di produzione e accumulo di energia per l’autoconsumo. L’accelerazione della transizione digitale e 4.0 passerà, secondo Renzi e Calenda, anche per il rafforzamento del quadro normativo originale di Industria 4.0, “potenziando e razionalizzando i soggetti a cui questo supporto alle imprese compete (Centri di Competenza e Digital Innovation Hub)” con l’obiettivo di sostenere la crescita delle piccole e medie imprese. Inoltre, viene menzionato anche il tema di Agricoltura 4.0, che necessiterà del completamento delle infrastrutture digitali volte a garantire connettività nelle aree rurali.

PD

Il connubio tra transizione 4.0 e transizione verde viene promosso anche dal PD, che intende sostenere il sistema produttivo nella transizione ecologica e digitale con una nuova politica industriale e incentivi mirati su internazionalizzazione e innovazione.

Lega, Fratelli d’Italia

La Lega punta ad implementare le misure di super e iper-ammortamento per sgravare i costi in nuovi macchinari di processi produttivi che realizzano i componenti principali di impianti alimentati da fonti rinnovabili, a potenziare le aliquote del credito d’imposta introdotto con il Piano Transizione 4.0 e ad estensione di tali misure anche per la sostituzione dei macchinari da parte delle microimprese familiari.

Grande attenzione viene data anche alla trasformazione digitale del settore turistico, in particolare da Fratelli d’Italia, Lega e 5 Stelle. Per la Lega, la digitalizzazione riguarda tutta la filiera e la catena del valore del prodotto turistico e deve nascere da un processo di innovazione di prodotto e di servizio anche attraverso gli strumenti di incubazione delle Pmi messi a disposizione a livello comunitario.

M5S

I 5 stelle propongono l’istituzione di una piattaforma per l’incontro tra i bisogni dei turisti e l’offerta del territorio italiano, utile a incrementare la capacità di vendita di prodotti e servizi anche delle PMI agricole e artigiane.

Cybersecurity

L’imprescindibile necessità di potenziare le difese cyber emerge chiaramente sia dai molteplici attacchi alle istituzioni pubbliche avvenuti nelle ultime settimane, non ultimi quelli al Comune di Gorizia a GSE, il gestore dei servizi energetici, sia più in generale dai dati forniti dagli enti che si occupano della materia. A tal proposito, il Clusit mostra come gli attacchi informatici gravi siano quasi raddoppiati tra il 2017 e il 2021, passando da 1.127 a 2.049 a livello globale. La cybersicurezza, quindi, diventa un tema sempre più centrale che necessita di una chiara strategia nazionale e della messa in campo di azioni congiunte. A tal proposito, lo scorso 24 maggio è stata presentata a Palazzo Chigi la Strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026, con l’obiettivo di potenziare il livello di protezione e di certificare i prodotti nelle reti di telecomunicazione.

Italia Viva-Azione e PD

Su un tema che appare sempre più di rilievo, e che d’altro canto costituisce un versante evidentemente molto tecnico, l’attenzione dei programmi esiste ma solo in alcuni casi entra nel dettaglio. Alcuni riferimenti si trovano nelle proposte di Italia Viva – Azione, che promuove il miglioramento della capacità di operare nei nuovi domini cyber e la valorizzazione delle competenze della Difesa, e di Fratelli d’Italia, che punta sul potenziamento delle misure e dei sistemi di cyber-sicurezza, laddove il PD evidenzia la necessità di sviluppare il settore delle valute crittografiche e degli asset digitali, coerentemente con il quadro normativo europeo.

Lega e Forza Italia

Lega e Forza Italia sostengono il potenziamento delle misure relative alla Cybersecurity con il controllo dei relativi investimenti del PNRR, e propongono l’introduzione di voucher e detrazioni di imposta sull’acquisto di servizi di cybersecurity. Nel dettaglio, la Lega, ritiene necessario “che la platea di soggetti a cui sarà richiesto un elevato livello di protezione siano sostenuti con un sistema di voucher e crediti d’imposta, che sostengano gli acquisti di servizi cyber con la finalità di consentire a tutti l’accesso alle tecnologie più moderne ed efficaci”. Inoltre, il Carroccio propone di sostenere le imprese che operano nel settore della sicurezza informatica attraverso sistemi di decontribuzioni per agevolare le assunzioni e la formazione, e per permettere alle aziende nazionali di competere con le realtà extra-europee. A tal proposito, nel programma della Lega si evidenzia come la “cybersecurity ha standard retributivi alti, per i parametri nazionali” che comporta, ad esempio, la completa inefficienza di tutte quelle misure che hanno come limite di redditi sino a 35 mila euro, e viene quindi proposto un taglio dei contributi anche per gli stipendi più alti per chi ha competenze nel settore cyber.

Inoltre, nel capitolo dedicato alla “Sicurezza”, il programma della Lega sottolinea come questa sia da intendere non solo come difesa dello spazio territoriale dalle varie forme di criminalità, ma anche come “difesa della nuove dimensioni virtuali”, proponendo “investimenti in tecnologia e modernità a difesa delle strutture organizzative complesse rappresentano le nuove dimensioni della pubblica sicurezza.”

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