Riflettere e agire sulla Cittadinanza Digitale, in una città media come Ferrara, è soprattutto lavorare sulla comunità tenendo conto sia delle peculiarità del territorio e delle persone che dell’ecosistema digitale locale, nel nostro caso l’Emilia-Romagna, in cui siamo immersi. L’interazione di questi due livelli è in questo momento il quadro di rifermento in cui stiamo agendo. E lo strumento dell’Agenda Digitale, vero e proprio patto tra la comunità e l’Amministrazione, ne è lo strumento operativo. Inoltre l’Agenda Digitale Locale, con i propri assi di azione (infrastrutture, dati e servizi, competenze e comunità), ne costituisce anche una chiave di lettura strutturata.
Dal punto di vista delle infrastrutture materiali, la connettività di base è buona: oltre il 94% dei residenti hanno almeno 2 MB di banda (tenendo conto che il territorio comunale è il 13esimo comune più grande di Italia con ancora molto territorio agricolo), e sono in corso azioni sia pubbliche (bando aree bianche) che private (operatori che stanno portando FTTC e FTTH) attraverso il piano BUL per rispettare e superare gli obiettivi europei del 2020.
Sulle infrastrutture immateriali va detto che la Regione Emilia Romagna ha attivato negli anni alcuni servizi infrastrutturali strategici come l’identità federata FedeERa e il sistema dei pagamenti PayER (servizi che ora stanno convergendo con quelli nazionali) che sono stati spesso integrati con i servizi verticali on-line per i cittadini.
Proprio sul tema dei servizi online abbiamo raggiunto un buon livello di copertura dei fabbisogni, concentrandoci soprattutto su quei servizi che erano strategici o per numero di utenti o per fabbisogni specifici. Al momento sono soddisfatte praticamente tutte le esigenze dei cittadini (dall’iscrizione alla scuole ai pagamenti online di servizi vari, dai certificati anagrafici online a servizi al turismo e alla cultura per fare qualche esempio) e anche diversi servizi online ai professionisti (ad esempio appuntamenti e pre-presentazione di istanze edilizie, oltre a tutti gli obblighi di legge relativi al SUAP, in cui nel 2015 il 74% delle pratiche sono state presentate in forma digitale e il 7% attraverso PEC). L’ultimo nato è il servizio di segnalazione via smartphone al Comune di situazioni che in qualche modo devono essere gestite dal Comune o da aziende di servizi pubblici ma in cantiere almeno 45 progetti smart.
Dal punto di vista delle competenze, va anzitutto osservato una peculiarità di Ferrara: la piramide delle età in ci mostra nettamente come a Ferrara la fascia di età giovanile si sia ridotta, sia rispetto alla città stessa negli ultimi anni che rispetto all’intero paese. Anche rispetto alle altre città della regione Emilia-Romagna l’indice di vecchiaia è il più alto. Questo nonostante dal 2013 la media delle famiglie connesse a internet a Ferrara abbia superato la media nazionale, mentre dal punto di vista dell’età delle persone connesse assistiamo a una (prevedibile) caduta per la fascia sopra i 64 anni.
Per tutto questo la prima azione del Comune di Ferrara (e forse la più importante, per quanto riguarda il numero di persone coinvolte) verso le persone è l’attività formativa. Nel triennio 2015-2017 il Comune, attraverso il progetto Pane&Internet, ha erogato 988 ore di formazione, prevalentemente di base (quindi gratuita), sui temi del digitale a cittadini prevalentemente della fascia di età sopra i 50 anni. Inoltre sono attivi punti di facilitazione digitale sul territorio e sessioni congiunte nonni-nipoti per attivare una collaborazione tra le generazioni sui temi del digitale.
Un altro fronte importante su cui abbiamo agito è la formazione interna dell’Amministrazione, organizzando una serie di momenti formativi con esperti nazionali sia con la Giunta che per i dirigenti e i livelli apicali.
L’azione sulla comunità cittadina è poi proseguita organizzando eventi di cultura digitale rivolti a fasce specifiche di cittadini (in questa fase ragazzini tra la terza e media e i primi anni delle superiori) e i loro genitori. In questo caso il tema non è stato certo quello dell’alfabetizzazione, ma piuttosto quello della «consapevolezza», ad esempio spiegando come funziona il mercato delle informazioni personali che assieme alla pubblicità è il motore di tutti i servizi gratuiti della rete.
Per mettere a fuoco i fabbisogni della comunità locale abbiamo anche organizzato eventi partecipati specifici, in cui è stato affrontato il tema degli open data, dei servizi online (sia infrastrutturali come il wifi che per servizi finali ai cittadini) e dell’utilizzo del software open source. É stato organizzato anche un hackathon dedicato ai temi dell’innovazione sul turismo culturale e delle mobilità sostenibile a cui hanno partecipato non solo studenti e docenti ma anche professionisti locali delle più varie estrazioni culturali.