La Corte costituzionale si esprime oggi in merito alla possibilità dell’utilizzo della firma online per la presentazione di liste elettorali. Se da luglio 2024 esiste infatti una piattaforma pubblica per sottoscrivere referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare, il Governo non ha previsto che questa possa essere attivata per raccogliere sottoscrizioni digitali nel momento elettorale.
Il ricorso alla base dell’udienza della Consulta
L’udienza della Consulta si tiene a seguito del ricorso di Carlo Gentili, malato di SLA e paralizzato dalla nascita, che nella primavera dell’anno scorso avrebbe voluto sottoscrivere online per una lista per le elezioni regionali nel Lazio ricevendo un no perché “la legge non lo consente”. Il Tribunale di Civitavecchia ha deciso di inviare la questione alla Corte costituzionale intravedendo possibili violazioni dei diritti relativi alla partecipazione civica (attiva e passiva) in occasione delle elezioni.
Gentili è il fratello minore di Marco, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, che insieme a Mario Staderini e il movimento Eumans (fondato da Marco Cappato), negli ultimi sette anni ha incardinato iniziative pubbliche, giurisprudenziali e nonviolente per ottenere la firma digitale e successivamente perché si potessero presentare liste elettorali.
Nel 2022 centinaia di persone dettero la loro disponibilità a candidarsi nella lista “Referendum e Democrazia” per partecipare alle elezioni politiche di quell’anno solo ed esclusivamente per sollevare la questione firma digitale. Le firme furono accettate dalle Corti d’Appello ma rigettate perché la legge non consente la sottoscrizione online di liste né la loro presentazione.
Cancellare gli ostacoli al pieno godimento dei diritti civili e politici
L’udienza del 10 dicembre potrebbe rappresentare un altro passo nel cammino per cancellare gli “irragionevoli ostacoli” frapposti dalle norme della Repubblica italiana al pieno godimento dei diritti civili e politici previsti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dalla nostra Costituzione e che sono stati ulteriormente articolari negli anni ‘60 dal Patto internazionale sui diritti civili e politici dell’Onu.
L’ articolo 21 della Dichiarazione universale afferma infatti, tra le altre cose, che “La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, e a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione”.
Malgrado le Nazioni unite non siano un club di democrazie, nel 2007 l’Assemblea generale ha proclamato il 15 settembre Giornata mondiale per la democrazia per “incoraggiare i governi a rafforzare e consolidare la democrazia, una ricorrenza che vuole offrire alle persone l’opportunità di partecipare alla democrazia e sollecitare i governi a rispettare i diritti delle persone”.
L’importanza della firma digitale per le campagne referendarie
Per quanto si tratti di questione affrontata prevalentemente in contesti o consessi politico-elettorali, In Italia è stata l’Associazione Luca Coscioni a farsi di carico di dare corpo alle attività necessarie affinché gli obblighi internazionali in materia di diritti civili e politici del nostro Paese venissero rispettati. Nel 2021, in chiusura di una raccolta firme referendaria di straordinario successo l’Associazione ha dedicato l’intera prima giornata del suo XVIII Congresso al tema dell’attivazione della democrazia.
Per la prima volta nella storia patria, le campagne referendarie su eutanasia e cannabis avevano infatti affiancato le firme digitali a quelle cartacee. Il quesito sul fine vita aveva raccolto circa il 40% delle oltre 1.200.000 sottoscrizioni online mentre quello sulla cannabis è il primo caso di campagna esclusivamente digitale con 500.000 firme raccolte nei primi cinque giorni. Le raccolte furono rese possibili dall’anticipazione dell’entrata in vigore di una legge che avrebbe consentito la raccolta di sostegni per referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare su una piattaforma pubblica – attivata poi a fine luglio 2024.
La piattaforma pubblica per la presentazione di liste elettorali
Avendo conquistato solo una parte, seppur importante, di quanto secondo l’Onu non era in linea con gli obblighi internazionali dell’Italia, nella primavere del 2022, Marco Cappato, Virginia Fiume, Lorenzo Mineo e chi scrive (militanti e dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni e Eumans) lanciarono una serie di iniziative per pretendere l’entrata in funzione della piattaforma pubblica, cioè gratuita, per le firme online e la possibilità di poterla utilizzare per la presentazione di liste elettorali.
L’iniziativa “Referendum e Democrazia con Cappato” è stata incentrata principalmente su quella che potremmo chiamare una “transizione verso una piena democrazia digitale” in linea con il Quadro Regolatorio eIDAS che porti alla costruzione di una vera e propria “cittadinanza digitale”, anche attraverso la firma online come soluzione concreta per superare diverse tipologie di ostacoli per la democrazia con particolare attenzione alla partecipazione individuale e collettiva non solo di persone con disabilità.
Malgrado la creazione di un soggetto o lista elettorale non comporti particolari problemi burocratici, all’indomani del deposito del simbolo della lista presso il Ministero dell’Interno la legge impone di raccogliere oltre 70.000 firme fisiche (numero che nel 2022 era dimezzato in virtù della fine anticipata della Legislatura). Le sottoscrizioni vanno autenticate in presenza di una delle figure previste dalla nuova legge (Parlamentari, Consiglieri regionali e avvocati) e successivamente corredate della certificazione ottenuta dal comune dove si è registrata l’iscrizione nelle liste elettorali. Le firme devono essere raccolte su una lista di candidature visibili specificando se il gruppo è in corsa da solo o in coalizione e con chi. Alle liste vanno aggiunte liste, non pubbliche, di candidature supplenti.
A riprova della lungimiranza di Marco Pannella (alla cui politica si richiamano tutte le persone coinvolte in quanto sarà in Corte costituzionale il 10) e cioè che la “durata è la forma delle cose” – durata non fine a se stessa ma creatrice di occasioni di confronto con le istituzioni per conquistare riforme di Diritto e libertà – occorre ripercorrere quanto fatto negli anni per chiarire che anche se formalmente l’Italia è una democrazia, in realtà occorre attivarsi in modo organizzato per vedere i propri diritti fondamentali e universali rispettati.