I fondi europei hanno dimostrato di essere un fondamentale strumento per lo sviluppo del Paese, ma anche un’importante leva per l’innovazione e il rafforzamento della capacità amministrativa della pubblica amministrazione.
In qualche modo, la PA è obbligata a migliorarsi, a fare un passo in avanti.
In questo contesto, la Commissione Ue e chi in Italia gestisce i programmi dei fondi europei ne ha riconosciuto l’importanza e ha sottolineato come la capacitazione amministrativa sia fondamentale per garantire una gestione efficace dei fondi, soprattutto in un momento in cui, grazie al PNRR, vi è un afflusso senza precedenti di risorse.
Come procede l’impiego dei fondi della Politica di Coesione
Per avere un’idea delle dimensioni della questione, a fine 2023, era stato impegnato solo il 6,5% della dotazione complessiva della Politica di Coesione del periodo ’21-‘27 (di 74 miliardi), ma la quota effettivamente spesa si attesta intorno all’1% (dati del Governo nel Documento di Economia e Finanza).
Per le regioni meno sviluppate le percentuali di impiego sono significativamente più basse. Ecco, in tale scenario proprio le azioni di capacitazione amministrativa possono essere tasselli fondamentali per rilanciare, potenziare, innovare e digitalizzare la spesa dei fondi. Vediamo a che punto siamo e cosa si può fare.
La strategia italiana per la capacitazione amministrativa: pilastri e azioni
In un contesto in cui la spesa della programmazione dei fondi 2021-2027 fatica a decollare è essenziale avviare rapidamente le iniziative di capacitazione amministrativa. La loro implementazione richiede un approccio coordinato e innovativo, valorizzando le “best practice” in una logica di continuità e irrobustimento.
Al momento la strategia italiana per la capacitazione amministrativa della PA si basa su due principali pilastri: un’azione centrale, coordinata dal Programma Nazionale di Coesione e una novità introdotta con l’Accordo di Partenariato Italia 2021-2027: un’azione periferica gestita dalle Regioni che fa riferimento ai PRIGA – Piani di Rigenerazione Amministrativa.
L’importanza delle Regioni nella gestione decentralizzata dei fondi
Il ruolo del “centrale” è determinante, ma altrettanto fondamentale è l’apporto delle Regioni, che hanno una declinazione territoriale di queste politiche. Il successo dipenderà dalla tempestività, nel senso dell’impiego di strumenti digitali avanzati per gli acquisti pubblici. E anche come verranno messe in atto le iniziative, nonché dalla capacità di coordinarsi efficacemente ai vari livelli istituzionali, valorizzando al meglio tutte le azioni e risorse messe in campo previste dai PRIGA e dai Programmi Operativi Regionali 2021-2027.
Comunque, per tornare ai PRIGA, si tratta di programmi elaborati seguendo l’indicazione della Commissione europea e l’approccio delle cosiddette “Tabelle di Marcia”; quando nel breve, medio e lungo periodo si definiscono una serie di azioni strategiche in diversi campi.
In questo caso:
- l’organizzazione delle strutture amministrative ai diversi livelli di attuazione dei fondi;
- le competenze del personale;
- la semplificazione;
- digitalizzazione delle procedure amministrative come elemento chiave per ridurre oneri e tempi di attuazione dei fondi (quest’ultimo è un tema che nei nuovi PRIGA risulta sempre più rilevante in termini di risorse e iniziative dedicate.
Iniziative PRIGA nelle regioni meno sviluppate: sfide e risultati
L’implementazione delle azioni di capacitazione per il sistema Paese, soprattutto per le Regioni meno sviluppate, richiede una gestione coordinata e capace di ottenere risultati misurabili in tempi rapidi.
Gli aspetti più importanti su cui lavorare
In particolare, sono alcuni gli aspetti più importanti dove si può lavorare.
- La collaborazione tra i livelli istituzionali nazionale e regionale è essenziale tanto quanto un’attivazione tempestiva delle iniziative previste, soprattutto in un contesto dove la sovrapposizione di programmi e risorse (vedi PNRR e Programmazione ’21-‘27) sta ulteriormente accentuando ritardi nell’attuazione.
- L’urgenza di formazione e azioni mirate rivolte al personale degli enti beneficiari, soprattutto quelli di piccole dimensioni, per il rafforzamento delle competenze finalizzate ad incrementare la loro capacità di programmazione e gestione dei fondi strutturali anche su tematiche trasversali quali appalti pubblici, energia, ambiente, digitalizzazione, soft skills…
- Resta ancora tanto da fare invece sul completamento, potenziamento e avvio di nuove iniziative per la transizione al digitale di processi afferenti alla programmazione, gestione e controllo dei fondi e, in generale, delle politiche pubbliche. Selezione di progetti, controlli dei programmi, appalti, anticorruzione, business intelligence evoluti con machine learning e sistemi predittivi, impiego di tecnologie di IA ai processi della PA, sono solo alcuni degli ambiti dove iniziative di successo di poche Amministrazioni non riescono ad incidere in modo significativo sulle performance dei fondi a livello Paese.
Iniziative PRIGA nelle regioni meno sviluppate: sfide e risultati
Le Regioni meno sviluppate, devono continuare a scommettere nelle iniziative di capacitazione amministrativa che, durante la programmazione 2014-20, hanno portato importanti risultati in termini di potenziamento delle competenze, digitalizzazione e performance della spesa dei Programmi. Nei PRIGA 2021-2027 sono presenti iniziative riconducibili a due principali obiettivi: il “Rafforzamento performance Programma” e il “Rafforzamento dell’ecosistema amministrativo ed istituzionale” che si declinano in Azioni di rafforzamento collegate ai 5 Obiettivi di policy della Politica di coesione, azioni di affiancamento e assistenza tecnica “tradizionale” e altre iniziative di rafforzamento specificatamnte finalizzate alla gestione efficace di fondi.
Case history: esempi di successo dalla programmazione 2014-2020
Tra queste spiccano iniziative della Sardegna che punta al consolidamento interventi di rafforzamento amministrativo già sostenuti attraverso i PRA 14-20, con progetti di ottimizzazione dei processi amministrativi e che prevedono revisione e digitalizzazione delle procedure per migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di esecuzione del Programma, con particolare interesse per la selezione dei progetti con avvisi pubblici. La Basilicata con iniziative di formazione e “training on the job” rivolte agli enti territoriali di piccole dimensioni, per implementare procedure che garantiscano uno scambio efficace, digitalizzato e veloce di informazioni tra l’AdG e i beneficiari pubblici per una gestione più efficace dei fondi strutturali.
Campania e Sicilia puntano su formazione del personale delle strutture coinvolte nell’attuazione del Programma su temi rilevanti, come la cultura digitale e l’uso degli applicativi regionali, in particolare dei sistemi di monitoraggio dei fondi (SURF e Caronte), il rafforzamento dell’interoperabilità tra sistemi (es. con sistema bilancio) e la qualità dei dati con il potenziamento e l’utilizzo di Business intelligence.
La Calabria prevede di rafforzare e modernizzare i Centri per l’Impiego (Centri per l’impiego 4.0) con piani di empowerment e di rafforzamento delle competenze del personale, cooperazione applicativa tra Sistema Informativo del Lavoro (SIL) e sistema di monitoraggio fondi SIURP.
La Puglia un programma di integrazione dei sistemi informativi regionali per ottimizzare i processi amministrativi, e attivazione di community of practices volte al miglioramento degli strumenti IT a supporto del programma regionale dei fondi. Infine il Molise investe su misure di capacitazione trasversali come la Progettazione, sviluppo e generazione informatizzata e digitalizzata di schemi di bandi/avvisi o il potenziamento del sistema statistico regionale a supporto dei processi di programmazione.