Kasni – Io non ci vengo, rimango a casa… come sempre…
Abbo – Ma non è più come sempre! Quattro giorni fa c’è stato il grande ictus mnemonico, come lo chiamano…
Kasni – E quindi?
Abbo – Non fare l’ingenua. Ti sei accorta… le memorie brain sono out… fuori uso… non ti rimane molto dei sentimenti reticolari, delle relazioni globali… possiamo conversare insieme, tutti con tutti, ma questo si poteva fare anche tre secoli fa… ma niente più amalgama creaturale… niente simbiosi genetica… tutti i tuoi veri amici della galassia sono sospesi… questa è la realtà, mia cara… potrei dire che non ti rimane che lui!
Guardò la Nicchia di Casa. Buia. Spenta. Silente. Sconnessa. Terrena. Nel corridoio.
Kasni – Lui non c’è… né qui… né fuori da queste mura… lui non è qui con me!
Abbo – Sentirlo vicino è difficile lo capisco… Tu l’hai sempre rifiutato. Lui lo sa e non ti fa fretta…
Kasni – Ok, non fa stalking! Ah, ah, ah!
Due farfalle bianche lasciarono la vetrata. Attratte dalla risata. Inseguirono il profumo di caffè. In cucina.
Kasni – Se è questo che vuoi dire… Io e te sappiamo benissimo che fra me e lui non c’è e non ci sarà mai possibilità di reciproca attrazione… per me lui semplicemente non esiste! Io e te sappiamo che erano tutte le memorie della galassia a farlo sentire presente… io ci avevo perfino creduto. Quando tutto funzionava, tramava ad incontrarsi… Niente di meglio dell’atmosfera per piegare la realtà.
Abbo – La verità è che abbiamo scoperto delle sue vere tracce…
Kasni – Ma quali tracce!?… Dimmi quali? Semplicemente, dopo millenni, siamo stati in grado di creare circuiti migliori di quelli umani… siamo… ora è più esatto dire eravamo, fino a martedì scorso, convinti che il salto evoluzionistico che abbiamo creato con le nostre mani… fosse addirittura un ponte, una dimostrazione… ma tutto questo non c’entra con noi, né tanto meno con me e lui…
Abbo – Questo salto, questo extra-homo-sapiens-sapiens che abbiamo creato noi umani, c’entra e come! Non capisci?… Non ti aiuta a capire che lui c’entra?… Tutti gli umani della galassia l’hanno capito! Nulla sarà più come prima, come si dice… Neppure per te! Tu e lui, anche e soprattutto per questo, vi siete avvicinati…
Kasni – Col salto che dici… ora siamo come le scimmie che guardano gli umani… ah, ah, ah!
Le farfalle bianche si posero. Sul pavimento. Guardarono in alto. Le ginocchia di Kasni.
Kasni – Ma tanto ora è tutto annullato! Tutte le memorie sono state sconnesse e il salto epocale è azzerato, defunto! Ci vorranno anni per ricostruire tutto come prima… Ricostruire è mettersi a discutere con la propria memoria, ci guadagni sempre quella degli altri… Ma io non ho altri… non ho un altro, non ho lui.
Abbo – Vero! Verissimo… ma spero che questo improvviso vuoto totale ti abbia fatto capire quanto hai bisogno di lui… ancora di più ora… ora che non sei più aiutata dalla empatia collettiva, da quello che chiamiamo sistema nervoso collettivo… Ora che manca l’essere tutti con tutti e sempre… prima del grande ictus mnemonico eri aiutata da tutti a capirlo, ad accettarlo… tutti gli abitanti del nostro mondo erano aiutati… nelle loro relazioni… lo sai! Lo sappiamo! Da più di un secolo si godeva di tutto questo…
Kasni – Tu ne godevi! Mezzo mondo ne godeva e credeva! Ma non io! Non l’altro mezzo mondo che la pensa come me! Dunque… anche il mio rapporto con lui… niente godimento… niente di niente!
Abbo – Ti dimentichi che il mezzo mondo che non è d’accordo con te ha visto, ha toccato con mano… L’ha verificato proprio attraverso gli incredibili passi compiuti da noi umani…
Kasni – Sono fatti, cose, invenzioni, creazioni incredibili, chi lo nega? Ma tutta roba umana…
Le farfalle bianche approvavano. Ridevano di gusto del battibecco in corso. Il mattino intimava una passeggiata.
Abbo – Però queste sono prove… delle vere è prove! Ci fanno vedere molto avanti… come mai era accaduto nella storia dell’umanità… d’altronde perché mai avrebbe dovuto impedirci di “scoprirlo”… secondo quale disegno… quale malvagio disegno, quale perfidia…?
Kasni – Nel dubbio… nel mio amato dubbio… io rimango. Vacci tu in chiesa… e lì salutami lui… il tuo Dio… ma con garbo…
(57-continua)