Negli ultimi decenni Genova ha dovuto affrontare sfide che l’hanno costretta a riconsiderare radicalmente il suo ruolo e prospettive future. Sfide in parte comuni al resto d’Italia e d’Europa, in parte specificatamente locali: la fine del modello economico basato sull’industria pesante pubblica; l’adeguamento del porto alle moderne tecnologie; la crescente vulnerabilità del territorio al rischio idrogeologico; le peculiari difficoltà della sua mobilità; l’invecchiamento della popolazione e i crescenti flussi migratori; la necessità di un rapporto nuovo fra amministrazione e cittadini che tenga conto della rivoluzione digitale – e la globalizzazione, che definisce sinteticamente tutte queste sfide.
La risposta delle Amministrazioni cittadine si è articolata su vari piani, dalla promozione di Genova come città turistica alla messa in sicurezza del territorio. In particolare Genova è stata attiva, per non dire pionieristica, nell’ambito delle politiche di smart city, innovazione tecnologica, energia e mobilità sostenibile, fin dalla fondazione, nel 2012, del Settore Smart City, successivamente evoluto nell’ufficio Strategie Smart City e Progetti Sovranazionali, che gioca un ruolo centrale nella gestione dei progetti in collaborazione con altri settori dell’amministrazione.
Un recente ricerca sull’utilizzo dei fondi europei da parte dei Comuni Italiani, a cura di Gfinance ed EasyGov Solutions in collaborazione con il Politecnico di Milano ha stabilito che Genova è nettamente la prima città italiana nel reperimento di fondi comunitari: 7,48 milioni di euro nel periodo 2010-2014.
I progetti finanziati coprono ambiti diversi – efficienza energetica, riqualificazione urbana, mobilità sostenibile, rischio idrogeologico. Un tema, quest’ultimo, fondamentale per la città e che ha portato alla scelta del Comune di Genova quale coordinatore del partnerariato triennale previsto dall’Agenda Urbana europea sull’adattamento climatico, la Climate Adaptation Partnership – del resto Genova fa già parte di almeno tre progetti sul tema del rischio idrogeologico, Harmonise, Anywhere e Flood_serv, tutti legati alla realtà concreta della valle che ospita il fiume Bisagno ma applicabili anche ad altre realtà cittadine ed europee.
A questo risultato ha contribuito l’attività dell’Associazione Genova Smart City (AGSC), che ha recentemente prodotto un’analisi sui temi dei caratteri climatici e territoriali del Comune e della Città Metropolitana di Genova che ha ispirato il Documento di Scopo sull’adattamento urbano ai cambiamenti climatici, proposto dalla città e approvato dalla Commissione Europea.
L’AGSC, nata nel 2010, comprende circa 90 membri, dal mondo dell’economia, della ricerca e dell’amministrazione pubblica, ed è un pilastro fondamentale delle politiche di modernizzazione della città.
Il nuovo passaggio, che comporterà un salto di qualità delle politiche cittadine, è naturalmente il PON Metro, con la creazione della Città Metropolitana di Genova.
Ben quaranta degli 893 milioni di fondi strutturali europei sono destinati al nostro territorio. Il programma consentirà una gestione integrata con i Comuni della Città Metropolitana.
Gli assi di intervento “genovesi” sono cinque: agenda digitale, sostenibilità dei servizi pubblici e della mobilità urbana, servizi per l’inclusione sociale, infrastrutture per l’inclusione sociale e assistenza tecnica. Assi distinti ma in vari modi intrecciati.
L’agenda digitale prevede lo sviluppo di piattaforme per la digitalizzazione dei servizi ai cittadini; una banca dati dell’energia che pianifichi e gestisca i consumi; la digitalizzazione dell’iter amministrativo per lo Sportello unico dell’edilizia; un sistema informativo integrato delle opere pubbliche; un modello digitale per il monitoraggio idrometrico per la prevenzione dei rischi; un sistema informativo unico per la gestione delle emergenze; un sistema di georeferenziazione per immettere l’enorme mole di dati a disposizione del Comune; e una piattaforma informatica di raccordo tra impresa, istituzioni e ricerca. Questo asse di intervento è tra quelli che, per loro natura, si prestano maggiormente a un pieno coinvolgimento dei Comuni della Città metropolitana.
Il secondo asse riguarda interventi di efficientamento energetico degli edifici e dell’illuminazione pubblica, e degli alloggi Erp (temi già presenti in progetti europei a cui la città partecipa o ha partecipato quali Transform, Celsius e R2Cities – quest’ultimo anche un intervento di riqualificazione urbana su un quartiere di edilizia sociale). Importante anche la parte relativa alla mobilità con lo sviluppo tecnologico degli impianti semaforici e delle paline informative del trasporto pubblico locale. Questi ultimi interventi sono previsti – a livello sperimentale – nella Val Bisagno già menzionata quale maggiore rischio idrogeologico, dove sono in programma anche miglioramenti della mobilità pedonale e del trasporto pubblico.
I servizi per l’inclusione sociale – il terzo asse – sono centrati sul tema della casa, non solo intesa come disponibilità di un alloggio in cui vivere, ma anche come interventi di inclusione, accompagnamento socioeducativo, percorsi di autonomia e avvicinamento al lavoro. Gli interventi sono indirizzati a famiglie economicamente fragili e in condizioni di disagio abitativo, oltre che a cittadini senza dimora e a comunità emarginate. Previste anche politiche attive per i giovani in aree ad esclusione sociale. Strettamente legato al terzo è il quarto asse, sulle infrastrutture per l’inclusione sociale, che prevede la manutenzione e il recupero di alloggi di Edilizia residenziale pubblica sfitte o degradati per oltre 2 milioni di euro – tema presente già nei progetti R2Cities e UnaLab, quest’ultimo un impegnativo recupero di un’antica caserma all’interno di un popoloso quartiere del centro.
Il quinto asse, che si ricollega al primo, è dedicato alla gestione operativa del PON Metro, dove il Comune di Genova ha un ruolo di organismo intermedio, per mezzo del potenziamento delle capacità tecniche e d’intervento del personale del Comune e della sua organizzazione interna.
A questi programmi va aggiunto il progetto DIGITAL TREE, il primo Innovation Hub di startup allestito a Genova dedicato a chi voglia investire, innovare e operare nei campi del cognitive computing e del machine learning, discipline base dell’Internet of Things, pilastri della Digital Trasformation e del progetto Industria 4.0 sostenuto dal Governo italiano, per mezzo di un partneriato pubblico-privato, in grado di coniugare l’erogazione di servizi pubblici o di pubblica utilità e attività imprenditoriali e private.
Pensato concettualmente dalla ditta ICT genovese Softjam S.p.A., l’hub vuole essere essere uno spazio per favorire lo sviluppo di scenari di innovazione, dalle aziende che potranno affrontare percorsi di open innovation, alle start up che potranno trovare servizi, strumenti e competenze, ai professionisti che vivranno l’ambiente del co-working, al territorio che potrà partecipare a tutte le iniziative che l’hub realizzerà.
Un’occasione di confronto sulle principali leve necessarie ad abilitare lo sviluppo di servizi digitali “by design” e sulle sfide da compiere perché si realizzi una vera cittadinanza digitale sarà rappresentata dal Convegno “La casa del cittadino: un progetto di sistema per la PA centrale e locale”, il 23 maggio nell’ambito di FORUM PA 2017.