Oltre 10 milioni di depositi telematici, con una media di 800.000 al mese, destinati ad aumentare con l’introduzione a giugno 2015 della possibilità di deposito telematico degli atti introduttivi del giudizio; 36 milioni di comunicazioni consegnate via PEC, circa 1,2 milioni al mese, con un risparmio stimato di circa 124 milioni di euro; quasi 6 milioni di accessi al giorno alla consultazione dei registri e dei fascicoli; oltre 20 milioni di documenti informatici archiviati e gestiti dai sistemi civili; garanzia di accesso per 1 milione di utenti fra magistrati, avvocati e consulenti del Tribunale iscritti nei pubblici elenchi, oltre a tutti i cittadini potenzialmente interessati da un procedimento giudiziario civile. Questo è oggi il processo civile telematico presso i Tribunali e le Corti d’Appello Italiane[1] e presto anche presso i Giudici di Pace e la Corte di Cassazione.
Cosa ci aspetta nel 2016?
Innanzitutto investimenti: dai 68 milioni di euro spesi nel 2014 siamo passati a 148 milioni nel 2015; nel 2016 lo stanziamento previsto dall’ultima legge di stabilità è di 86 milioni di euro ma vi sono anche dei fondi strutturali europei (si tratta di oltre 100 milioni) destinati ai vari progetti di innovazione della giustizia.
Nel settore civile sono molte le novità che si attendono sia in termini di consolidamento dell’esistente sia in riferimento a nuovi canali da sviluppare.
In riferimento all’implementazione dei sistemi esistenti in agenda troviamo l’ottimizzazione della “Consolle del Magistrato d’Appello” per la gestione dei collegi nonché il miglioramento delle procedure di trasferimento dei fascicoli dal primo al secondo grado. La previsione dell’adozione della firma remota per magistrati e cancellieri; modifiche evolutive per la gestione dei depositi di grandi dimensioni; revisione delle funzioni di controllo sugli esiti dei depositi telematici e relativi messaggi di errore; possibilità di aggiornamento della “Consolle del Magistrato” da fuori ufficio e lo sviluppo delle funzioni della “Consolle del Presidente” per l’assegnazione dei provvedimenti, comprensiva di ulteriori sistemi per la gestione delle statistiche. Implementazione prevista anche per le procedure concorsuali con diversi miglioramenti del sistema a partire dal nuovo portale delle procedure concorsuali nonché implementazione delle funzionalità per i magistrati (revisione dell’area atti e istanze da esaminare – “visto agli atti”), per la cancelleria (implementazione dell’interfaccia per l’emissione dei mandati di pagamento) e per i curatori (acquisizione massiva delle domande di insinuazione allo stato passivo, riconoscimento univoco dei creditori privi di codice fiscale, calendarizzazione delle udienze di verifica dello stato passivo e revisione degli oneri informativi per il curatore fallimentare).
La Corte di Cassazione è pronta per l’attivazione delle comunicazioni e delle notificazioni telematiche a valore legale e a breve lo saranno anche i Giudici di Pace. L’auspicata integrazione degli UNEP nel Processo Telematico è già in agenda per settembre 2016. Verranno attuati a breve anche l’integrazione del Pubblico Ministero con la telematizzazione dei flussi documentali tra Tribunale, Procura della Repubblica e Procura Generale presso la Corte d’Appello in materia civile. La volontaria giurisdizione sarà anch’essa finalmente interessata dalla telematizzazione per le procedure delle amministrazioni di sostegno e del trattamento sanitario obbligatorio con estensione delle funzionalità verso gli enti locali interessati, con particolare urgenza nei confronti della interoperabilità verso gli uffici di stato civile.
Numerosi sono poi gli adempimenti derivanti dal Decreto Legge n. 83/2015 che dovranno essere realizzati nel settore civile dal Ministero della Giustizia nel 2016, quali l’implementazione e la redazione delle specifiche tecniche relative ad albi ed elenchi (tra cui gli elenchi dei soggetti specializzati per le vendite mobiliari, l’informatizzazione degli albi dei consulenti tecnici d’ufficio e dei periti, gli elenchi dei soggetti che possono essere incaricati di vendite telematiche); la realizzazione del portale delle vendite pubbliche, con i vari adempimenti conseguenti; lo sviluppo di un sistema automatico di certificazione del mancato funzionamento dei sistemi; l’istituzione di un registro nazionale dei curatori, dei commissari giudiziali e dei liquidatori; la ricerca telematica dei beni a cura dell’Ufficiale Giudiziario e l’iscrizione a ruolo su iniziativa del debitore nelle procedure esecutive.
Non va dimenticato che il processo telematico non è solamente quello civile ma altre piattaforme stanno procedendo velocemente verso la telematizzazione.
La sperimentazione del Processo Tributario Telematico è partita il primo dicembre 2015 nelle commissioni tributarie provinciali e regionali di Toscana e Umbria a seguito del D.M. 4 agosto 2015 ed entro la fine del 2016 dovrebbe estendersi a tutte le altre commissioni provinciali e regionali. Secondo le norme che disciplinano il processo telematico tributario si potrà continuare ad utilizzare il modello tradizionale cartaceo ma la scelta condizionerà tutto il procedimento. Se si instaura il procedimento in via telematica, a mezzo PEC, tale scelta vincolerà le parti sino al termine del procedimento stesso, in ogni grado di giudizio.
Per il Processo Amministrativo Telematico si attende a breve la pubblicazione del Regolamento e delle Specifiche tecniche. La nuova proroga al 1 luglio 2016 contenuta nell’ultimo decreto milleproroghe dovrebbe consentire una fase minima di sperimentazione verso una totale obbligatorietà. Di ciò si è ampiamente disquisito in un convegno organizzato lo scorso 18 dicembre a Rovereto (TN) e trasmesso in diretta streaming dall’Unione Triveneta degli Avvocati. Il sistema Amministrativo sarà diverso e forse all’apparenza più semplice del processo civile: è previsto che dal sito della Giustizia Amministrativa si possa acquisire il software necessario per il deposito degli atti e dei documenti, sempre veicolato tramite PEC, e in alcune circostanze anche tramite upload direttamente dal sito; sono previsti moduli da precompilare ai quali saranno allegati tutti gli atti in PDF che verranno confezionati in un “portfolio” da sottoscrivere una sola volta (in formato rigorosamente PAdES). L’obbligatorietà riguarderà proprio tutti: magistrati, difensori, consulenti e anche le parti private (queste ultime se vorranno agire in giudizio personalmente dovranno dotarsi di PEC e firma digitale).
Per il Processo Penale Telematico vi è stata una timida partenza, alla fine del 2014, con l’avvio delle comunicazioni e delle notificazioni tramite PEC presso i soli Tribunali, le Corti d’Appello e le relative Procure. Si tratta delle comunicazioni richieste dal pubblico ministero ex art. 151 c.p.p., delle notificazioni e gli avvisi ai difensori disposte dall’Autorità Giudiziaria, degli avvisi e delle convocazioni urgenti ovvero di altri atti disposte dal Giudice nei confronti di persona diversa dall’imputato[2]. Nel 2015 altri Uffici Giudiziari hanno richiesto ed ottenuto il Decreto che permette loro di sfruttare il mezzo tecnologico come, ad esempio, il Tribunale per i minorenni di Brescia, il Tribunale e l’Ufficio di sorveglianza di Bolzano e quelli di Caltanissetta e Trapani (sono 58 quelli che a settembre 2015 risultavano aver richiesto l’estensione). Anche per il settore penale dovrebbero essere riservati fondi (attorno ai 50 milioni di euro) dedicati all’innovazione[3].
Infine, a novembre 2015 sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le prime regole tecniche operative per il Processo Contabile Telematico. Dalla lettura di queste regole emerge un approccio graduale alla telematizzazione che prevede ancora la gestione del fascicolo tradizionale cartaceo ma con l’introduzione della possibilità di dialogo telematico a mezzo PEC tra le Segreterie, gli Uffici della Procura e le parti. A tal fine sono anche state estese alcune regole valide per il processo civile (quali gli articoli 16 bis e seguenti del DL 179/2012 in riferimento all’invio tramite PEC dei biglietti di cancelleria, alle comunicazioni e alle notificazioni per via telematica agli indirizzi PEC risultanti dai pubblici elenchi, alla possibilità per i difensori di notificare a mezzo PEC anche nel processo contabile, all’estensione dei poteri del difensore per la certificazione degli atti e provvedimenti informatici). Il 2016 sarà certamente l’anno in cui anche la giurisdizione amministrativa-contabile vedrà adeguare i propri sistemi tecnologici e serviranno ulteriori regole tecniche necessarie per svolgere in via telematica l’intero processo contabile.
A parere di chi scrive il 2015 è stato senza dubbio un anno di svolta per il Processo Civile Telematico. L’obbligatorietà dei depositi telematici imposta dal legislatore ha certamente contribuito ad una progressiva diffusione dell’utilizzo dello strumento informatico, ed infatti: dal 30/12/2014 è obbligatorio il deposito telematico per tutti gli atti endoprocessuali presso i Tribunali; dal 31/3/2015 è obbligatorio il deposito telematico per le procedure esecutive; dal 30/6/2015 è obbligatorio il deposito telematico per gli atti endoprocessuali anche presso le Corti D’Appello. L’innovazione contenuta nel D.L. 83/2015, concernente la facoltatività del deposito telematico per gli “atti introduttivi” del Processo Civile Telematico ha poi, di fatto, consentito la possibilità di creare un fascicolo interamente digitale.
Senza dubbio il 2016 sarà un anno di consolidamento del Processo Civile Telematico e dell’utilizzo dell’informatica per aggredire l’arretrato giudiziario in ambito civile. È noto, infatti, l’ambizioso progetto di creazione di una banca dati di giurisprudenza di merito “ragionata”, in grado non solo di veicolare provvedimenti ma anche una “conoscenza ragionata” dei contenuti. Se la parte processuale conoscesse l’orientamento di un Tribunale su quella determinata questione è assai probabile che ciò possa fornire un valido supporto in relazione alla propria strategia: iniziare o meno la causa, piuttosto che trovare più veloce soddisfazione sfruttando modalità alternative di risoluzione delle controversie. Dal punto di vista dei magistrati, questa banca dati sarà un efficace strumento tramite il quale essi potranno verificare tutti gli orientamenti su una determinata questione.
Sarà anche l’anno in cui si assisterà ad un avvio massivo delle altre procedure telematiche, per le quali abbiamo già riscontrato i primi sviluppi nel 2015. Purtroppo si stanno realizzando diversi sistemi processuali telematici, che presentano qualche affinità ma pur sempre in una logica di specializzazione delle procedure. Tutti questi sistemi dovranno inserirsi, peraltro, in un quadro europeo di e-justice, il quale richiede diversamente la massima interoperabilità, come illustrato in un precedente articolo. Il Processo Civile Telematico si è dotato di regole proprie e ciò è avvenuto anche per le altre procedure causando, di fatto, regole diverse per questioni identiche. Le modalità di identificazione ai sistemi e di deposito degli atti dovrebbero equivalersi, ma ad oggi questo non avviene. Le norme sono numerose, le fonti normative sono le più disparate e creano un difficile equilibrio tra la voglia di innovare e il timore di sbagliare. Il Ministero della Giustizia dovrà invece adeguarsi a tutti gli obblighi derivanti dalle nuove regole tecniche (in particolare in riferimento alla conservazione) e dovrà sempre migliorare gli standard di sicurezza dei sistemi.
Il 2016 sarà certamente l’anno del Processo Penale Telematico, come annunciato a più voci dal Ministero della Giustizia. E si auspica sia anche l’anno che porti finalmente a una revisione della normativa primaria esistente, in primo luogo il codice di procedura civile, che consenta finalmente di utilizzare l’informatica in una modalità differente rispetto a quella basata sulla carta, in un’ottica di semplificazione, efficacia ed efficienza.
[1] Reperibili sul sito della Corte dei Conti http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/normativa/decreti_presidenziali/decreto_presidenziale_98_2015.pdf
[2] Per approfondimenti si rimanda alla circolare dell’11 dicembre 2014 – Avvio delle notificazioni e comunicazioni telematiche penali (SNT) al seguente indirizzo web: https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_8_1.wp;jsessionid=8BD5D4CDDFC7A2197A35F42590D29DD8.ajpAL03?facetNode_1=3_1_5&facetNode_3=3_1_4&facetNode_2=1_1(2014)&previsiousPage=mg_1_8&contentId=SDC1116402
[3] Conferenza stampa Ministro Orlando del 27 marzo 2015 http://www.youdem.tv/doc/276538/orlando-con-riorganizzazione-giustizia-risparmi-per-64-milioni-di-euro.htm. Inoltre, nell’atto di indirizzo per l’anno 2016, il Ministro Orlando afferma da inizio anno vi sarà l’attuazione e la diffusione del Sistema Informativo Telematico delle Misure di Prevenzione (SIT.MP) che consentirà la gestione integrata dei fascicoli con il tempestivo aggiornamento di tutte le autorità coinvolte nelle decisioni: https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_29_6_2.wp. È stato inoltre attivato il portale delle notizie di reato (NdR) che consente alle forze di polizia l’inoltro in formato elettronico delle notizie di reato dalla Procura di competenza (fermo restando il contestuale deposito in formato cartaceo delle comunicazioni) e di ricevere dall’ufficio della Procura destinataria le informazioni relative alla iscrizione nel Registro Generale.