la proposta

Autocertificazione coronavirus tutta digitale, con Spid: si può, ecco come

Nonostante i proclami di una amministrazione pubblica sempre più digitale, l’Italia ha scelto di fare una autocertificazione tutta cartacea. Eppure farla digitale è possibile e darebbe tanti vantaggi a cittadini e allo Stato, per monitorare i flussi di persone. Con Spid, che sta assumendo valenza di firma sui documenti

Pubblicato il 28 Mar 2020

Michele Vianello

consulente e digital evangelist

generico-2018-793586.610x431

Molto ha fatto parlare, anche con polemiche inutili di fronte alla complessità di una crisi pandemica mai vista nella storia delle relazioni umane, l’obbligo di autocertificare alle autorità pubbliche i nostri movimenti.

Qui in particolare voglio segnalare come, nonostante tutti i proclami sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, si sia utilizzata, nell’autocertificazione per il coronavirus, una modalità esclusivamente analogica. Si è riprodotto il solito modello: “scarica un modulo, compilalo, firmalo, tienilo in tasca se vai al super mercato, al lavoro ecc.”.

Lo spid per l’autocertificazione

Ciò che suggerisco oggi, sommessamente, è un atto “piccolo”, “piccolo”, semplice e “a costo zero”, ovvero un miglior utilizzo di SPID.

Come è noto SPID è oggi utilizzato da milioni di italiani non solo per poter accedere alle proprie informazioni attraverso i portali dell’INPS, dell’Agenzia delle Entrate, di ANPR, di molti Enti locali.

SPID oggi è utilizzato anche per poter avanzare le proprie istanze alle istituzioni. Attraverso SPID ad es. oggi posso iscrivere mio figlio a scuola, chiedere un patrocinio, identificarmi attraverso una piattaforma digitale come il SUAP ecc..

Ai sensi dell’art. 64 del Codice dell’Amministrazione Digitale SPID è indicato come lo strumento (assieme a CIE e CNS, molto più complessi nell’uso) “per favorire la diffusione di servizi in rete e agevolare l’accesso agli stessi”. Il comma 2 quater dello stesso articolo recita testualmente “L’accesso ai servizi in rete erogati dalla pubbliche amministrazioni che richiedono identificazione informatica avviene tramite SPID”.

Per completare l’informazione ricordiamo come in queste ore AGID abbia emanato, finalmente, le linee guida per la sottoscrizione elettronica di documenti ai sensi dell’art. 20 del CAD. SPID sarà cioè equiparato alla firma elettronica.

Naturalmente stiamo parlando di SPID di “secondo livello” ovvero quello che prevede la generazione di un OTP da parte del soggetto gestore dell’identità digitale.

Come digitalizzare il modulo di autocertificazione

Veniamo ora ad un suggerimento per digitalizzare a costo “quasi zero” il nostro modulo di autocertificazione, condizione per poterci muovere da casa.

Attualmente sul sito del Ministero dell’Interno si può scaricare in formato PDF il modulo che dovrà essere poi compilato.

Per facilitare tale servizio, i principali giornali italiani rendono disponibile un link al sito del Ministero dell’Interno.

Basterebbe semplicemente, assieme all’attuale modello cartaceo (che deve restare per obbligo del CAD. Ricordiamo il digitale è concepito come una opportunità e non come un obbligo per il cittadino), consentire un accesso al modello di autocertificazione utilizzando l’identificazione attraverso SPID.

L’identificazione al modello di autocertificazione utilizzando SPID genererebbe una autocompilazione di alcuni dati richiesti (ricavati direttamente dal sistema SPID), il cittadino dovrebbe solo compilare on line alcuni altri campi. La generazione di un OTP da parte del gestore rafforzerebbe la sicurezza nell’identificazione.

L’invio del form al Ministero dell’Interno consentirebbe di centralizzare il flusso di conoscenze a disposizione delle Autorità per comprendere meglio i nostri spostamenti, le loro motivazioni (intenzione simile a quella che ora vede impegnato il ministero all’innovazione nella scelta di un’app e una soluzione tecnica per il tracciamento contagiati).

Il cittadino potrebbe contemporaneamente scaricare sul proprio device (telefonico, tablet ecc.) il form inviato al Ministero per renderlo disponibile, in ogni momento agli operatori delle Forze dell’Ordine che lo richiedessero.

Per attuare questo suggerimento, come si capirà, serve pochissimo da un punto di vista informatico. Serve un po’ di più da un punto di vista informativo verso i cittadini e verso i nostri burocrati.

I vantaggi di Spid anche per il modulo di autocertificazione

Possedere SPID è una cosa semplice, che si può avere da remoto. D’altronde abbiamo tempo, siamo a casa, avere SPID è un grande vantaggio.

Si lega così SPID ad una utilità semplice ma indispensabile (l’autocertificazione), facilmente comprensibile ai più. La diffusione dell’utilizzo di SPID anche per altri servizi pubblici faciliterà lo smart working, perché più servizi per i cittadini saranno fruibili in formato digitale, meno sarà necessario il lavoro di front end.

Meno i cittadini verranno allo sportello, più la probabilità di contagio da corona virus diminuirà.

In sintesi, SPID diventerebbe una sorta di killer application per digitalizzare un servizio molto richiesto dai cittadini, in queste ore tragiche. A sua volte il modulo sarebbe killer application di spid e quindi della sua valenza di digitalizzazione e de-burocratizzazione dell’Italia, con i benefici a cascata tipici della trasformazione digitale.

Non servono grandi risorse e team di esperti. Serve un gruppo di buoni informatici, una campagna di comunicazione, una volontà di semplificare la vita dei cittadini.

In conclusione

Di fronte ai drammi umani e sociali della pandemia sembra banale scrivere astrattamente di “digitale”. Tuttavia, in queste tragiche giornate, mai come ora, la “decontestualizzazione” di molte attività è diventata di grande attualità.

Ciò che è entrato in crisi è l’ambiente urbano fatto di luoghi dove, in modo materiale, si sono sviluppate e consolidate tutte le relazioni umane.

Il trasporto delle persone, il lavoro, gli acquisti, la cura, ovvero le quattro attività umane sulle quali si è fondata la città del ‘900, “semplicemente” non possono più avvenire.

Nei prossimi mesi ci sarà molto da discutere sulle smart cities. Oggi siamo bloccati a casa da un virus letale e “semplice” nella sua modalità di diffusione. Oltre alle nostre relazioni familiari, l’individuo è collegato al mondo attraverso una rete di relazioni virtuali che possono realizzarsi a condizione che siano disponibili le reti e le piattaforme digitali.

Per tutti questi motivi, è importante una trasformazione digitale, culturale e infrastrutturale, che investa l’intero Paese. Anche e a partire dagli strumenti messi in campo per combattere l’epidemia.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2