L’Italia si posiziona 17° tra i paesi dell’ UE nella dimensione dei servizi pubblici digitali del DESI (Digital Economy and Society Index) 2016. Migliora la disponibilità di servizi pubblici on-line, ma molto rimane ancora da fare nell’ambito del riutilizzo delle informazioni attraverso varie giurisdizioni per facilitare la vita ai cittadini.
Il piano d’azione per l’eGovernment 2016-2020 delinea una visione, i principi di base e le priorità politiche come ad esempio, il “digital by default”, il principio “una tantum” (secondo il quale le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite, nel rispetto delle norme in materia di protezione dei dati), inclusività e accessibilità, apertura e trasparenza, soluzioni e servizi transfrontalieri ed interoperabili “by default” nonché elementi chiave quali fiducia e sicurezza.
L’accento è posto sull’apertura dei dati e dei servizi al fine di promuovere servizi di alta qualità per cittadini, nonché un ambiente favorevole alle imprese. La transizione verso la completa digitalizzazione delle procedure di appalto e l’accelerazione della diffusione dei servizi eIDAS contribuiranno notevolmente a raggiungere questi obiettivi. L’attenzione è anche sulle soluzioni e sui servizi condivisi e riutilizzabili, fondati su norme e specifiche tecniche concordate, al fine di ridurre i costi di sviluppo, accorciare i tempi di diffusione e aumentare l’interoperabilità. A questo proposito, la sostenibilità a lungo termine delle infrastrutture di servizi digitali transfrontalieri, la nuova versione del quadro europeo d’interoperabilità e il catalogo europeo di norme tecniche per le TIC per gli appalti pubblici saranno molto rilevanti.
I servizi pubblici digitali interoperabili faciliteranno l’accesso ai mercati e rafforzeranno la fiducia e incentiveranno la concorrenza in tutto il mercato unico. Diverse misure hanno come obiettivo di aiutare le aziende a condurre attività online transfrontaliere, l’accesso alle informazioni nel rispetto del diritto aziendale e societario dell’UE e permettere alle imprese di avviare facilmente attività imprenditoriali, espandersi e operare in altri Stati membri attraverso servizi pubblici elettronici end-to-end. (e.g. Sportello Digitale Unico, interconnessione dei registri delle imprese e dei registri fallimentari, portale europeo della giustizia elettronica, ecc.). Tali azioni potranno beneficiare dell’apertura dei dati e dei servizi tra amministrazioni a livello transfrontaliero; una delle principali misure in questo senso sarà il progetto pilota su vasta scala che testerà l’attuazione del principio “una tantum” per le imprese in un contesto transfrontaliero.
Inoltre, aprendo l’accesso ai dati e ai servizi del settore pubblico e facilitandone il riutilizzo da parte di terzi, si favorirà la creazione di nuove opportunità per la conoscenza, la crescita e l’occupazione. Le pubbliche amministrazioni diverranno più trasparenti, aumentando la fiducia e la vicinanza con i loro cittadini. Coinvolgere le imprese e i cittadini nella progettazione e nella prestazione di servizi pubblici, prevedendo, laddove necessario, una procedura di feedback che consenta di apportare miglioramenti, contribuirà alla riduzione degli oneri burocratici, a una maggiore facilità di utilizzo e a costi ridotti per la prestazione dei servizi.
Gli stati membri – nelle conclusioni del Consiglio del 20/09/2016 – hanno posto l’accento sui principi delineati nel piano d’azione per l’eGovernment 2016-2020 e hanno accolto con favore le priorità politiche e le azioni specifiche del piano d’azione. Gli Stati membri sono ora invitati a profondere sforzi ulteriori per attuare la trasformazione digitale dei governi a tutti i livelli, anche a livello locale e regionale. Le autorità locali e regionali hanno un ruolo chiave da svolgere nella modernizzazione come creatrici ed amministratrici di infrastrutture digitali e di servizi in settori importanti per la società. Queste devono assumere la responsabilità di fornire direttamente ai loro residenti i servizi necessari per soddisfare le attese in un mondo sempre più digitalizzato. Possono avere, in particolare, un interesse transfrontaliero, transnazionale e interregionale (servizi pubblici digitali transfrontalieri). Inoltre, i Comuni potrebbero ricavare benefici dalla condivisione e dal riutilizzo di alcune delle infrastrutture di servizi digitali (Digital Service Infrastructure, DSI), come i componenti per l’identificazione elettronica, la firma elettronica, o il servizio di recapito certificato.
Ma il piano di azione permette anche di condividere esigenze o problemi specifici relativi ai servizi di eGovernment. Grazie alla nuova e dinamica natura del piano d’azione, idee innovatrici che contribuiscono agli sforzi di modernizzazione dei servizi pubblici – in linea con le priorità del piano d’azione – possono essere presentate attraverso la piattaforma eGOV4EU. Queste saranno presentate agli Stati membri, che possono decidere, secondo l’azione e criteri di valutazione specifici se sì o no attuare l’azione.
Al fine di continuare a progredire, l’Italia ha bisogno di attuare la riforma della pubblica amministrazione attraverso l’adozione e l’attuazione di tutti i decreti legislativi necessari (Agenda Semplificazione 2015-2017); in particolare l’Italia deve rafforzare l’impegno in relazione all’identità digitale, promuovere un sistema per i pagamenti online alle amministrazioni pubbliche, l’interconnessione dei registri di popolazione amministrazioni locali, un indirizzo digitale che il cittadino può chiedere di essere utilizzato per tutte le comunicazioni da parte delle amministrazioni pubbliche, dichiarazioni fiscali pre-compilate e un portale eGovernment con tutti i servizi necessari per il cittadino in un unico luogo. Inoltre, il Terzo Piano d’Azione Ogp Italia 2016-2018 è un promettente passo verso l’ulteriore promozione della trasparenza come strumento di partecipazione civica e di monitoraggio, ma anche come strumento per migliorare la qualità dei servizi forniti ai cittadini.