identità digitale

Eidas, scatta la roadmap in Europa: ecco che vuole dire e i vantaggi (futuri)

Cosa cambia con il regolamento eIDAS, i vantaggi per aziende e individui in termini di riduzione della burocrazia, la sfida dell’implementazione in tutti i servizi e processi, sia pubblici che privati, per massimizzarne i benefici. Tutto quello che c’è da sapere

Pubblicato il 03 Ott 2018

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

eidas

Il Regolamento UE/910/2014, noto anche come eIDAS ha cominciato la via verso l’obbligatorietà in Europa dal 29 settembre, ma per vederne davvero i vantaggi – che per noi significa accesso via Spid ai servizi pubblici di tutta l’Unione, cosa utile soprattutto alle aziende – bisognerà aspettare. L’Europa sta dando infatti ai Paesi membri un anno ancora per adeguarsi.

E, per una volta, l’Italia è uno dei Paesi meno in ritardo.

Cosa è Eidas

Il Regolamento del 23 luglio 2014 ha ridefinito il quadro normativo delle firme elettroniche, e dalle relative leggi nazionali di recepimento che era stato introdotto dalla Direttiva Europea 1999/93/EC.

Esso è entrato in vigore il 1° luglio 2016 in tutti gli Stati membri, obbligatorio da subito per tutte le Pubbliche Amministrazioni, ed è destinato a diventare un fondamentale punto di riferimento giuridico europeo orientato a garantire la piena interoperabilità a livello comunitario, non solo della firma elettronica, ma anche dell’insieme dei servizi fiduciari di terza parte (Trust Service provider) nonché dei servizi di identificazione e di autenticazione.

Dal 29 settembre 2018 tutti i paesi dell’UE sono obbligati a riconoscere i sistemi nazionali che sono già stati notificati alla Commissione europea e che sono conformi ai regolamenti di identificazione elettronica, autenticazione e servizi fiduciari, come definiti da eIDAS.

eIDAS, Italia e Germania in prima fila

La Germania e l’Italia sono stati i primi a completare il processo di notifica con dietro Spagna, Lussemburgo, Estonia, Croazia, Belgio, Portogallo che lo saranno presto in quanto sono già state avviate tutte le procedure per completare il processo di notifica.

Il regolamento eIDAS mira a promuovere e migliorare la fiducia, la sicurezza e la convenienza online sotto forma di una singola serie di norme sull’identificazione elettronica e sui servizi fiduciari, tra cui firme elettroniche, sigilli, timestamp, servizi di consegna e autenticazione del sito web.

In parole povere le aziende e gli individui possono utilizzare le proprie identità nazionali elettroniche nello svolgimento delle attività commerciali, anche quando sono o risiedono in un altro paese dell’Unione Europea, per sostenere gli sforzi del Regolamento che mira anche a ridurre sensibilmente la burocrazia per permettere la piena realizzazione del mercato unico digitale in Europa che sarà pienamente in vigore presto.

Questo grazie a eliminazione dei tradizionali schemi di verifica dell’identità, comprese quelle delle persone, verso un sistema che supporti l’alta velocità online e la mobilità transfrontaliera delle interazioni tra differenti soggetti di diversi stati membri.

La sfida dell’implementazione

La sfida ora si gioca sull’implementazione di eIDAS in tutti i servizi e processi, sia pubblici che privati, per massimizzare i benefici derivanti dall’interoperabilità transfrontaliera dei sistemi di identificazione elettronica, autenticazione e gli altri servizi fiduciari digitali, rendendo tali servizi dei processi molto più efficienti e meno burocratici rispetto da oggi.

L’Identità Digitale di eIDAS può essere utilizzata in ogni ambito delle transazioni, sia nel business verso business che nel business verso il consumatore, inoltre offre alle imprese l’opportunità di effettuare controlli più rigorosi sull’identità dei clienti e delle altre aziende.
Tale attività di controllo è particolarmente significativa quando sono commercializzati prodotti che sono soggetti a restrizioni particolari (alcolici) o con transazioni di alto valore (trasferimenti di grandi quantità di denaro).
Dall’altro lato l’Identità Digitale di eIDAS permette alle aziende di creare un nuovo meccanismo di fiducia che può favorire l’espansione della propria base di clienti grazie all’utilizzo e fornitura di un’identificazione affidabile per i clienti (aziende o privati) anche in altri paesi dell’Unione Europea.
Sarà possibile anche l’utilizzo di sistemi nazionali di identificazione elettronica nelle transazioni commerciali transfrontaliere tra paesi dell’Unione Europea, a condizione che avvenga la fase di notifica da parte di ogni singolo Stato membro dell’Unione Europea.
Per notifica s’intende il processo di selezione, revisione e aggiunta di un sistema nazionale di identificazione elettronica alla rete di schemi di identificazione elettronica che devono essere riconosciuti da altri paesi. La notifica garantisce che tutti i sistemiIdentità Digitale nazionali notificati soddisfino i requisiti di qualità e di sicurezza stabiliti nel regolamento eIDAS, garantendo un’interoperabilità dell’Identità Digitale univoca e non equivoca.
Secondo il regolamento eIDAS, tutti i paesi dell’Unione Europea dovranno riconoscere i regimi di identificazione elettronica stranieri che sono stati notificati alla Commissione europea, e molti sono già in fase di attuazione delle loro soluzioni.
Va notato infine che gli Stati membri possono anche notificare i loro regimi nazionali di identificazione elettronica ma scegliere di non aprire questi regimi al settore privato, sebbene siano incoraggiati a farlo.

Grazie all’eID di eIDAS sarà possibile:

  • presentare le dichiarazioni dei redditi in modalità telematica in tutta Europa,
  • creare ed aprire da remoto un conto bancario anche all’estero,
  • creare da remoto una società in tutta Europa,
  • iscriversi alle scuole ed alle università europee,
  • accedere alle cartelle cliniche personali,
  • utilizzando un sistema che garantisce i più elevati standard per la protezione dei dati personali.

Per le imprese, l’Identità Digitale in Europa permetterà di:

  • ottenere un accesso futuro a nuovi mercati nell’Unione europea attraverso l’Identificazione/autenticazione transfrontaliera di potenziali clienti o clienti,
  • risparmiare tempo, e quindi denaro, attraverso l’Identificazione rapida e fidata dei clienti,
  • ottenere una maggiore sicurezza nelle transazioni transfrontaliere attraverso un’Identificazione più rigorosa dei dettagli del cliente,
  • aumentare la convenienza per i clienti esteri abilitando l’utilizzo della loro Identità Digitale nazionale (che già possiedono).

Andrus Ansip, il commissario europeo per il mercato unico digitale ha dichiarato che, grazie al principio “una sola volta” si potrà arrivare a “risparmiare più di 855.000 ore e le aziende più di 11 miliardi di euro per ogni anno”.

La Commissione europea ha realizzato diverse iniziative volte a sostenere e supportare la diffusione dei servizi eIDAS, eID in primis.

Merita di essere segnalata go.eIDAS, una iniziativa che supportata dall’Unione Europea attraverso i progetti di ricerca come FutureTrust e LIGHTest per sensibilizzare in tutta Europa ed altrove quali sono i vantaggi di eIDAS all’interno dei servizi applicativi, illustrando le opportunità commerciali per l’Unione Europea provenienti dalla promozione del framework eIDAS a livello internazionale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati