L'analisi

Identità digitale: ecco come semplifica la vita alle imprese

SPID, CNS, cassetto digitale dell’imprenditore sono soluzioni necessarie per le imprese che nel 2023 vogliono mantenersi competitive sul mercato: approfondiamo il legame tra queste soluzioni e le aziende, per capire come mai rappresentino una priorità

Pubblicato il 09 Gen 2023

Marco Accornero

Segretario generale di Unione Artigiani e consigliere della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi

work-g0301a0477_1920

Sul fronte delle pratiche amministrative le imprese richiedono sempre più spesso, anche più frequentemente dei cittadini, la propria identità digitale. Oggi guardiamo con vivo interesse e speranza per il futuro alle policy per le imprese sul tema della ricerca e del trasferimento tecnologico. Le imprese oggi sono sempre più consapevoli dell’importanza e dei vantaggi del digitale nell’attuale fase economica.

Il settore dell’artigianato ha potuto coniugare le caratteristiche di una creatività e una manualità uniche e caratteristiche propria dell’imprenditore, definito infatti per questo artigiano, con i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie per tempi, costi, ma anche a volte qualità e precisione, grazie in particolare alla digitalizzazione in corso. Stiamo parlando ad esempio di un sarto, di un panettiere, di un parrucchiere, di un tassista, di un costruttore, di un pittore o uno scultore: ognuno ha introdotto cambiamenti nella propria attività, sia negli strumenti utilizzati, sempre più evoluti dal punto di vista tecnologico e al risparmio energetico, sia nel modo di comunicare con i propri clienti e farsi conoscere nelle numerose vetrine che si sono create a livello locale, nazionale e internazionale.

La tecnologia nel 2023: come impatterà sulle nostre vite

Identità digitale delle imprese, perché non è un optional

L’Agenda Digitale prevede la digitalizzazione dei documenti oltre alla semplificazione delle procedure burocratiche che normalmente le imprese devono affrontare. La firma digitale, ad esempio, è stata introdotta già vent’anni fa per semplificare i rapporti tra imprese e Pa, a partire dal Registro delle imprese delle Camere di commercio. Inizialmente era utilizzata dagli addetti ai lavori (uffici amministrativi delle aziende, commercialisti, notai), per diventare oggi strumento irrinunciabile anche per gli imprenditori stessi, per guadagnare efficienza, risparmiando tempo e denaro.

La firma digitale si può ottenere direttamente dalla propria Camera di commercio attraverso InfoCamere, la società delle Camere di commercio per l’innovazione digitale. Dal 2020, infatti, InfoCamere ha ottenuto dall’AgID l’accreditamento come Qualified trust service provider (Qtsp), in base alla quale può offrire una serie di strumenti di identità digitale – dalla firma digitale, alla smart card, al token wireless che consente di firmare da smartphone, tablet o pc praticamente ovunque – per finire alla Cns, la Carta nazionale dei servizi in cui risiede la nostra identità digitale. Proseguendo su questo percorso, lo scorso mese di ottobre InfoCamere si è inoltre accreditata presso AgID come gestore di identità digitale (Identity Provider) Spid.

Il ruolo di SPID e CNS

Lo SPID permette di recuperare i propri documenti online, le comunicazioni arrivate dall’amministrazione e svolgere le pratiche con l’amministrazione pubblica a distanza. Un altro strumento messo a disposizione dalla Camera di commercio è la Carta Nazionale dei Servizi (CNS), che permette di identificare con certezza il cittadino online e che può contenere anche un certificato di firma digitale ospitato su una chiavetta USB oppure su una smart card. Gli imprenditori con SPID e CNS accedono ad esempio gratuitamente, nell’ambito delle Camere di commercio, alle informazioni ed ai documenti ufficiali della loro impresa: visure, atti, bilanci, stato delle proprie pratiche e molte altre informazioni. Grazie all’identità digitale Spid o CNS, l’imprenditore può accedere anche al proprio “cassetto digitale” messo a disposizione dalla Camera di commercio.

Come funziona il cassetto digitale

Grazie al cassetto – realizzato da InfoCamere – l’imprenditore ha a disposizione le informazioni, gli atti e i documenti della propria impresa presenti nel Registro delle imprese, come ad esempio: visure, bilanci, fascicolo d’impresa, lo stato delle pratiche del Registro Imprese e delle pratiche SUAP, le comunicazioni e le notifiche trasmesse (ad esempio) se all’impresa è stato attribuito un domicilio digitale. La piattaforma è sicura ed accessibile da qualsiasi dispositivo, come il computer, ma anche tablet e smartphone e soprattutto è completamente gratuita. Si tratta quindi di una soluzione comoda per l’imprenditore, che trova le proprie informazioni sul Registro delle Imprese online, senza bisogno di recarsi fisicamente alla Camera di Commercio per richiedere specifici documenti. Questi strumenti si inseriscono nella realtà attuale in rapida trasformazione. Si tratta di ambiti che negli ultimi anni presentano una focalizzazione su due pilastri di sviluppo: la “digitalizzazione” e lo “sviluppo eco-sostenibile”.

Le imprese nel mondo dopo la pandemia

Questi due aspetti sono rimasti basilari anche nelle politiche avviate dopo la pandemia da Covid-19. I piani per la ripresa a livello territoriale, nazionale ed europeo nascono con lo scopo di avviare le imprese verso una ripresa sostenibile e resiliente, capace di creare posti di lavoro e di riparare i danni immediati causati dalla pandemia di Covid-19, grazie ad una mirata rete di investimenti. Tra l’altro esiste una importante connessione tra l’agire digitale e il rispetto dell’ecosistema e dell’ambiente. La rivoluzione digitale avrà certamente tra l’altro conseguenze positive sulla crescita della sostenibilità. Si tratta di un vantaggio ampiamente riconosciuto in modo diffuso, grazie in particolare alle conseguenze sulla nuova mobilità e sulle nuove modalità di produrre, in cui ormai la variabile ambientale viene inserita come prioritaria.

Alcuni esempi concreti di una digitalizzazione pervasiva nella quotidianità delle imprese, che alcuni identificano in questi ambiti, sono nell’intelligenza artificiale, la connettività, l’informazione, l’internet of things, l’uso dei Big Data, il ricorso alla realtà virtuale, il machine learning, la blockchain, la robotica. Si tratta di definizioni già entrate nell’operatività quotidiana delle nostre imprese. Azioni che vanno inserite nel contesto della quarta rivoluzione industriale: secondo alcune definizioni la rivoluzione digitale rappresenta infatti per la quarta rivoluzione industriale quello che la macchina a vapore ha rappresentato per la prima.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2