Sono ormai passati due anni dal lancio dell’identità pubblica digitale. A che punto siamo con Spid? Purtroppo male: la crescita degli utenti è rallentata e i servizi PA sono pochi, nonostante l’obbligo di legge dell’adesione, scaduto a marzo 2018.
SPID, i dati: crescita al ralenti e chi lo ha non lo usa
Il numero di identità SPID erogate ha superato i 2,3 milioni quasi raddoppiando rispetto allo scorso anno.
A sei mesi dal lancio c’erano solo 90.000 identità spid erogate (quindi con una media di 500 identità erogate al giorno), a 12 mesi dal lancio c’erano 1.265.000 identità (quindi con una media complessiva di 3.500 identità erogate al giorno) a 24 mesi dal lancio ci sono 2.300.000 identità (quindi con una media complessiva di 3.100 identità al giorno).
Questi dati mostrano che, rispetto al primo anno in cui SPID ha mostrato una crescita esponenziale, spinto dal bonus 18enni e dalla carta docenti, nel 2017 tale crescita ha subito un forte rallentamento. A questa velocità, SPID non riuscirà a raggiungere i numeri stimati 2 anni fa dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano come indice di successo dell’iniziativa: ossia la possibilità a tre anni dal lancio (inizio 2019) di raggiungere un potenziale utenti compreso tra un minimo di 9 milioni e un massimo di 17 milioni, rispettivamente pari a circa il 20% e al 40% degli utenti digitali Italiani. Per raggiungere questi numeri bisognerebbe registrare una crescita di 18.000-40.000 utenti al giorno, tassi ben lontani dai 2.800 utenti registrati al giorno nell’ultimo anno.
Certo è che i servizi che hanno “obbligato” i cittadini ad aderire per accedere a bonus (nel corso del 2016) hanno avuto un ruolo importante. Tuttavia per convincere i cittadini non solo ad aderirvi ma anche ad utilizzarlo è necessario che ne riconoscano il valore e la comodità.
Servizi Spid PA, si deve fare di più
Ad oggi (aggiornamento a dicembre 2017) le amministrazioni attive sono oltre 3.850 e i servizi erogati 4.350. Erano 3.700 le amministrazioni attive un anno fa con 4.200 servizi. Adesso il target del Team Digitale e di Agid è avere 10.000 amministrazioni attive entro il 2020.
È possibile che nei prossimi mesi vedremo una rapida accelerazione per adeguamento all’obbligo, scaduto comunque a marzo. Su questo fronte crediamo si debba fare di più. Oltre alle Pubbliche Amministrazione che già offrono i servizi online, spid dovrebbe spingere le Pubbliche Amministrazioni che oggi non offrono servizi online a farlo, ma questo ancora non è avvenuto. Qualora spid spingesse realmente le Pubbliche Amministrazioni ad andare online, potrebbe essere il successo dell’iniziativa spid.
L’indicatore da monitorare è l’utilizzo da parte dei cittadini
Il timore è che, con così pochi servizi abilitati, non tutti i cittadini con spid utilizzino frequentemente il servizio. Nel corso del 2018 ci aspettiamo che si lavori affinché i cittadini inizino ad utilizzare le loro identità digitali e su un indicatore pubblico che misuri il reale utilizzo di spid.
Finalmente attiva l’abilitazione dei service provider privati
Finalmente a gennaio sono state pubblicate le linee guida per attivare l’abilitazione dei primi service provider privati. Ad oggi, marzo 2018, non sono ancora partiti dei service provider privati, tuttavia ci auguriamo che partano nei prossimi mesi. Il ruolo dei Service Provider privati è fondamentale per educare i cittadini ad un utilizzo frequente.
Possiamo concludere che le sfide per questo 2018 sono importanti e vanno portate avanti con determinazione e in contemporanea. Ne vediamo quattro in particolare che potranno essere colte nel coro del 2018:
- accelerare nella diffusione tra gli utenti;
- abilitare le Pubbliche Amministrazioni, in particolare quelle che grazie a spid attiveranno nuovi servizi online al cittadino (magari un incentivo potrebbe essere di aiuto)
- monitorare e incentivare l’utilizzo da parte dei cittadini;
- accelerare l’ingresso nel sistema di Service Provider privati.