identità digitale

SPID per le imprese, tutti progressi che fanno ben sperare

Facciamo il punto sui progressi, che secondo il gruppo di lavoro ClubTI4SPID contribuiscono a rendere più facile o più interessante per le imprese adottare SPID come strumento di autenticazione e identificazione, e in prospettiva di servizi anche più significativi

Pubblicato il 04 Nov 2019

Ornella Fouillouze

Vice Presidente Club TI Milano e coordinatore gruppo sanità

Gianfranco Gauzolino

Club TI Milano

Gianluca Marcellino

Demand Officer, Comune di Milano

spid2

SPID prosegue il suo cammino, anche nelle caratteristiche che riguardano le imprese o le riguarderanno presto. Certo, i progressi sono lenti e rendono difficile immaginare l’impegno necessario per ottenerli, ma quanto meno, dagli scambi avuti con esperti e operatori emerge un quadro dinamico.

Una prima svolta importante si è avuta con l’accesso SPID-only tramite portale nazionale all’insieme dei Fascicoli Sanitari Elettronici di tutte le Regioni.

Segnaliamo quindi alcuni ulteriori progressi, che secondo il gruppo di lavoro #ClubTI4SPID contribuiscono a rendere più facile o più interessante per le imprese adottare SPID come strumento di autenticazione e identificazione, e in prospettiva di servizi anche più significativi.

Le evoluzioni SPID per le imprese e i cittadini

Dopo il primo service provider privato, Acquirente Unico per lo sportello consumi energetici di ARERA, attivo da luglio 2019, sei altre imprese stanno concordando con AgID la stipula della convenzione che permetterà loro di usare SPID come servizio di autenticazione.

Uno sviluppo ambivalente sul fronte della certezza dei costi di SPID per i cittadini: dal 31 dicembre 2019 gli Identity Provider SPID (IdP) potrebbero cominciare a richiedere un corrispettivo ai cittadini per l’uso di SPID (mentre per la registrazione la legge impone ad ogni IdP di offrire almeno un meccanismo gratuito). In preparazione a questa scadenza alcuni IdP si sono già detti pronti ad estendere la gratuità del servizio per i cittadini, indefinitamente o provvisoriamente.

Riteniamo questa novità importante ma ambivalente perché se permette ai cittadini di evitare un costo aggiuntivo, proroga il dubbio sugli eventuali costi a regime e quindi costituisce un motivo in più per rinviare l’adozione di SPID da parte di cittadini e aziende. Molto meglio per imprese, cittadini e per la diffusione di SPID sarebbe una decisione definitiva di gratuità per il cittadino, che chiarirebbe come una identità digitale sia oggi una caratteristica essenziale della cittadinanza – come il codice fiscale, o l’iscrizione all’anagrafe stessa, e come tale da addebitare alla fiscalità generale. Questa decisione contribuirebbe a chiarire ancora meglio la grave carenza del modello di business di SPID attuale, e quindi sperabilmente ad affrettarne l’evoluzione verso una maggiore sostenibilità.

Le linee guida per i servizi che renderanno SPID più utile per le imprese

Un passo importante, pur se solo a lungo termine, è la prossima progressiva produzione ed entrata in vigore delle linee guida per tre servizi che in un futuro da stabilire renderanno SPID ancora più utile per le imprese:

  • firma con SPID” (formalmente firma elettronica ex art. 20 CAD, con un meccanismo prefigurato a suo tempo da INPS per l’”APE Social”),
  • “SPID per uso professionale” e
  • autorità di attributo”, il servizio che permetterà a questi enti terzi di certificare che un cittadino ha l’autorità necessaria per svolgere ruoli particolari (ad esempio un ordine professionale può confermare che il cittadino in quanto membro dell’ordine può sottoscrivere certi documenti)
  •  “SPID per uso professionale”.

Quest’ultimo servizio riveste particolare importanza per il futuro di SPID per le imprese e per le stesse pubbliche amministrazioni in quanto:

  • le linee guida che ne definiscono il funzionamento sono state emanate proprio questa settimana e diventeranno operative con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale in pochi giorni, quasi certamente già a fine novembre;
  • il servizio permetterà a ciascuno di noi di identificarsi e agire digitalmente in quanto professionista o collaboratore di un’organizzazione separatamente da come si identifica come privato cittadino. Diviene possibile quindi accogliere le comprensibili obiezioni di molti di noi sulla potenziale confusione di ruoli. In attesa di questo servizio, ogni organizzazione che utilizzi SPID per identificare i propri collaboratori che per suo conto lavorano con i cittadini è stata costretta a chiedere a quei collaboratori di attivare e usare per attività professionali un proprio profilo SPID personale.
  • Si tratta del primo esempio di un servizio SPID rilevante per la generalità dei cittadini nuovo rispetto a quello originale di autenticazione. Per la prima volta potremo quindi valutare quanto tempo concretamente sarà necessario agli Identity Provider che per conto di AgID erogano i servizi SPID per realizzarlo e renderlo disponibile.

Sarà questo il primo banco di prova dello sviluppo di nuovi servizi, atteso fin da quando di questi servizi si è cominciato a parlare, quasi tre anni fa. Finalmente le imprese potranno almeno ipotizzare in quanto tempo gli altri servizi annunciati potranno diventare effettivamente disponibili, e quindi tenerne conto nella pianificazione a lungo termine della propria trasformazione digitale.

SPID anche per i minorenni e la convivenza con la CIE

AgID sta sviluppando anche specifiche per l’estensione di SPID ai minorenni, che permetteranno di tutelarli imponendo limiti di età per l’accesso di ambienti online specifici. Anche questo servizio, in un futuro ancora più lontano, avrà effetti benefici per le imprese che offrono servizi a minori e per i cittadini, e contribuirà a differenziare ulteriormente SPID rispetto ai suoi concorrenti, i servizi di autenticazione dei grandi operatori online internazionali, notoriamente lacunosi sotto questo aspetto.

Procede nel frattempo un’altra novità altrettanto importante ed altrettanto ambivalente: l’affermazione della CIE, la carta d’identità elettronica. Questa identità digitale di massimo livello di sicurezza, per vari aspetti paragonabile e per alcuni anche potenzialmente alternativa a SPID si va dotando di strumenti per l’accesso più semplice sia da PC, sia da dispositivi mobili che supportano la tecnologia NFC, oltre che per gestire situazioni particolari che oggi la rendono ancora difficile da usare.

Il fattore principale di questa affermazione è la diffusione rapida e soprattutto certa: quasi tutte le carte di identità a scadenza devono essere sostituite con CIE. Le CIE rilasciate sono più del doppio delle SPID (12,5 milioni contro 5), procedono a una velocità molto maggiore (l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato dichiara oggi 7 milioni di CIE emesse all’anno).

Un punto ancora da chiarire è se le imprese private possano usare CIE come strumento di identificazione dei cittadini che usano i loro servizi. Per alcuni esperti questo non è né previsto, né consentito. Altri sottolineano che le procedure tecniche per adottare CIE come strumento di identificazione e autenticazione sono aperte anche alle imprese.

A seconda della risposta, CIE potrebbe diventare un paradossale concorrente di SPID per le imprese
(gratuito e forse più semplice da adottare, con sicurezza maggiore ma minor dinamismo degli attributi?) o per i cittadini (offrendo loro un’alternativa a SPID e quindi rallentandone l’adozione).
Questa confusione va chiarita urgentemente. Ogni dubbio è un motivo in più, anche solo una scusa, per ritardare l’adozione di entrambe – in termini di numeri, e ancor più in termini di uso.

Noi preferiamo segnalare i…due bicchieri mezzi pieni, confortati anche dalla sostenuta accelerazione di SPID in tutto il 2019: CIE e SPID stanno di fatto collaborando per dotare ogni cittadino italiano di una (o due, complementari) identità digitali, e quindi per rendere l’identità digitale attributo essenziale della cittadinanza. A lungo termine, questo garantisce qualsiasi impresa sull’opportunità di adottare SPID oggi per cominciare a cogliere le opportunità di innovazione dei servizi insite in un’identità che si appoggia all’identità anagrafica gestita dallo stato sovrano.

Un altro effetto potenzialmente positivo dell’affermazione di CIE in termini di diffusione numerica è l’occasione che oggi si presenta di spostare finalmente l’attenzione di cittadini, imprese, regolatore e legislatore dal criterio di successo più elementare, vitale all’inizio ma oggi relativamente poco rilevante, ad uno più significativo che, siamo certi, aiuterà le imprese a trovare motivi per adottare SPID.

Identità attive vs numero di accessi

Questo criterio che oggi riteniamo secondario, e presto superato, è quello sul quale si è giocata fino ad oggi la partita di SPID: il numero delle identità attive, un dato importante, esistenziale all’inizio ma sempre meno significativo. (Dopo il primo milione, raggiunto in poco più di due mesi dall’avvio, ci erano voluti più di 11 mesi ciascuno per il secondo e il terzo milione. A dicembre 2019 è iniziata l’accelerazione che ha portato ad aggiungere 2 milioni in 5 mesi e mezzo ciascuno – siamo arrivati a 5 milioni al 26 ottobre, a quattro anni esatti dal via.)

Ora crediamo giunto il momento di misurare e pubblicare, in collaborazione con tutti gli IdP, dati sul numero di accessi (quante volte i cittadini usano effettivamente SPID) anziché quelli sul numero dei profili. L’esempio della regione Emilia-Romagna mostra che questa crescita è ancora più rapida, e mostra variazioni più marcate che aiutano a capire meglio quali servizi i cittadini usino di più, e quando.

Il grafico più oltre illustra l’andamento del numero degli accessi mensili con identità SPID agli oltre 300 servizi delle pubbliche amministrazioni locali dell’Emilia-Romagna, integrati con SPID attraverso il nodo FedERa gestito da Lepida ScpA, nel corso del 2019. Si sottolinea l’effetto del passaggio del Fascicolo Sanitario Elettronico dell’Emilia-Romagna a SPID avvenuto nelle ultime settimane (Fonte LepidaScpA).

Le prospettive a venire

Insomma: gli sviluppi di questi mesi aiutano ad apprezzare da una parte i progressi che SPID e più in generale le identità digitali basate su identità anagrafiche stanno facendo, per assumere il ruolo di pietra angolare della digitalizzazione del paese. Dall’altra parte, da questa carrellata e dalle discussioni che stiamo organizzando in queste settimane emergono tre fattori qualitativi che informeranno il nostro lavoro dei prossimi mesi:

  • i diversi attori condividono interesse volontà di trovare modi per accelerare lo sviluppo di SPID anche tramite l’adozione da parte delle imprese;
  • esistono probabilmente ambiti limitati nei quali un intervento concertato è in grado di portare a progressi importanti anche in tempi brevi, potenziando ulteriormente l’accelerazione.
  • L’evoluzione dell’uso del fascicolo sanitario elettronico, che ha dimostrato almeno in una regione di essere un fattore chiave per l’adozione di SPID, è accessibile via SPID da molte regioni e solo con SPID tramite il portale nazionale, contribuirà a sviluppare l’adozione da parte dei cittadini e può essere un modello per altri servizi digitali delle pubbliche amministrazioni.

Su questi temi lavoriamo in queste settimane con AgID, gli IdP che saranno disponibili, e le altre associazioni che contribuiscono a #ClubTI4SPID, alla ricerca di progressi ulteriori dei quali riferiremo su queste pagine.

Per restare informato aderisci al gruppo LinkedIn di Club TI Milano.

Per contribuire con le tue esperienze e i tuoi suggerimenti, iscriviti al Club.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2