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Il Digital Wallet europeo svolta per la sanità elettronica transfrontaliera? Gli ostacoli da superare

Tra gli sviluppi dello European Digital Identity Wallet di maggiore interesse per i cittadini vi è la possibilità di fruire dall’estero delle ricette elettroniche erogate nel proprio paese. I vantaggi di questa soluzione in un documento redatto dalla task force Ue. Gli ostacoli da superare

Pubblicato il 20 Dic 2022

Alberto Zanini

esperto identità digitale e consulente Commissione Europea

free photo from https://unsplash.com/photos/wVqC9dty3VQ

Nell’attesa che la Commissione Europea renda disponibile una versione aggiornata della architettura tecnica dello European Digital Identity Wallet, su cui saranno basati i Large Scale Pilot di prossima realizzazione, proseguono le iniziative e gli spunti per disegnare i casi d’uso di maggiore interesse per i cittadini europei.

Uno di questi è incentrato sulla possibilità di fruire dall’estero delle ricette elettroniche ottenute nel proprio Paese. Lo use case è piuttosto intuitivo: io, cittadino italiano, sono in possesso di una prescrizione predisposta dal mio medico, e ho necessità di farmi erogare quel farmaco in un altro Stato Membro, che sto visitando per motivi di turismo o lavoro (in accordo alle ultime rilevazioni della Commissione, sono 17 milioni i cittadini comunitari che vivono o lavorano all’estero).

The European digital identity wallet

The European digital identity wallet

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Nulla di particolarmente nuovo: è di introduzione relativamente recente una infrastruttura informatica cui possono aderire tutti i Paesi europei, chiamata MyHealth@EU, che è stata realizzata per supportare questo e altri scenari di cross-border healthcare. Grazie a questi servizi, i cittadini europei possono accedere all’assistenza sanitaria nel Paese in cui si recano in viaggio nello stesso modo in cui ne usufruiscono nel Paese di residenza, nel rispetto delle normative UE e dei singoli Paesi. Alla data, una decina di Stati Membri sono integrati a questa rete, ed è previsto che l’Italia ne entri a far parte entro un paio d’anni.

Gli ostacoli che frenano la cross-border healthcare

Nelle implementazioni attuali, molti Paesi utilizzano rappresentazioni grafiche delle ricette (barcodes), stampate su carta o memorizzate sugli smartphone dei pazienti, per facilitare la fruizione di questo scenario su scala nazionale; tuttavia, alcuni aspetti stanno ostacolando una più pervasiva adozione di questo caso d’uso al di fuori dei confini. In primis, i barcode dei differenti Stati Membri non sono interoperabili: in altri termini, un codice emesso in Portogallo è “riconosciuto” solo nelle farmacie di quello Stato Membro, ma non all’estero. Questo fatto obbliga il farmacista di un certo Paese a riconoscere il paziente straniero ed accedere alle sue ricette attraverso un’altra modalità, che prevede l’inserimento manuale dei suoi dati di identificazione nel sistema informativo nazionale che, connesso attraverso il già citato network MyHealth@EU, gli consentirà di accedere ai dati sanitari desiderati. Iniziative ambiziose come HealtheID e X-eHealth propongono il riconoscimento sicuro del paziente attraverso l’utilizzo dei rispettivi strumenti di identificazione nazionale (SPID o CIE, nel caso di cittadini italiani), tuttavia, è sul terreno del futuro Digital Wallet che si gioca la partita più importante.

Le soluzioni allo studio

A tal riguardo, il gruppo di lavoro eHealth Network, composto da rappresentanti e delegati dei Ministeri della Salute dei vari Paesi comunitari, ha istituito una apposita task force, con il compito di ipotizzare l’utilizzo del Wallet nello scenario in cui l’emissione di una ricetta elettronica e la sua fruizione (altresì detta erogazione) avvengono in Stati Membri differenti. Il lavoro della task force, recentemente concluso, e a cui hanno partecipato anche esperti italiani, ha dato origine a un documento in cui viene proposto che il paziente venga dotato di un QR code, memorizzato in modo sicuro sul proprio Digital Wallet, da mostrare al farmacista al momento della richiesta del farmaco prescritto. Il QR code è firmato digitalmente e contiene informazioni necessarie e sufficienti al professionista sanitario per connettersi – attraverso il proprio portale nazionale – all’infrastruttura informatica del Paese di provenienza dell’utente, al fine di recuperare i dati della prescrizione e procedere con la consegna del prodotto, in seguito alla quale la ricetta viene contrassegnata sulla rete come “erogata”.

I vantaggi di questo approccio sono diversi:

  • Dalla prospettiva del paziente, sarà possibile avere sempre con sé i dati della ricetta, memorizzati in modo sicuro, inalterabile e con la certezza dell’autenticità della stessa;
  • Dal punto di vista del farmacista, la scansione di un QR code sottoscritto digitalmente evita l’inserimento manuale di dati e fornisce affidabilità sull’integrità e origine del dato.

Usabilità e sicurezza sono al centro di questa possibile user journey, teoricamente replicabile su altri casi d’uso nello stesso dominio (si pensi ad esempio al Profilo Sanitario Sintetico, o Patient Summary), e che per alcuni aspetti tecnici ricorda quanto implementato su larga scala con il Green Pass, o Digital Covid Certificate (DCC), nell’accezione comunitaria.

European digital identity wallet: l’ambiziosa sfida dell’Europa digitale unita

Le possibili variazioni sul tema

Il documento, pur essendo esaustivo, non tratta possibili variazioni sul tema, come le seguenti:

  • Avviene talvolta che chi si reca in farmacia non sia la persona cui è stato prescritto il medicinale da acquistare (scenario di “delega”). Sarà possibile supportare anche questo caso d’uso? Con che modalità tecniche, dato che il QRcode con la ricetta viene inviato esclusivamente al Wallet del paziente cui la prescrizione è intestata?
  • L’assunto che sta alla base della proposta è che l’infrastruttura MyHealth@EU e le due reti informatiche nazionali (quelle del Paese dove è situata la farmacia e quella del Paese d’origine del paziente) siano disponibili al momento dell’erogazione del farmaco. Cosa succede se uno di questi elementi viene a mancare? È possibile ipotizzare uno scenario off-line in cui il paziente mostra un QRcode dove è già codificato il farmaco di cui ha necessità, senza dover interrogare il sistema informativo del suo Paese? In caso affermativo, come proteggersi da possibili casi di “doppia erogazione” nelle situazioni di connettività assente?

Conclusioni

È atteso che i Large Scale Pilot del Wallet finanziati dalla Commissione Europea indirizzino anche casi d’uso relativi all’healthcare, ed è quindi auspicabile che questi ed altri requisiti siano affrontati.

Un Digital Wallet capace di “mettere a terra” esigenze ad oggi di difficile attuazione, nella sanità elettronica ed in molti altri ambiti, è il miglior viatico per una affermazione su larga scala di questa iniziativa.

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