Innovazione condivisa

PA digitale, Cocco: “Il modello Milano a disposizione delle città italiane”

Il Comune di Milano ha messo a disposizione degli altri comuni conoscenze ed esperienze maturate nel corso dell’emergenza, nonché un modello certificato costi-benefici in grado di rendere tangibili i benefici ottenibili dall’utilizzo del digitale. Ecco cos’è e come funziona

Pubblicato il 16 Apr 2021

Roberta Cocco

Esperta di Trasformazione Digitale ed Empowerment femminile – Docente universitaria

panorama_Milano

Qual è l’impatto dell’innovazione nella Pubblica Amministrazione? L’emergenza sanitaria in corso si è rivelata, nostro malgrado, un ottimo parametro per valutare gli effettivi benefici della digitalizzazione negli enti locali.

È sotto gli occhi di tutti la rilevanza dello “shock digitale” subito in quest’ultimo anno per la necessità di portare tutto il Paese a colmare, in pochi mesi, un gap digitale che ci trascinavamo dietro da decenni.

Dal Nord al Sud Italia, dal comune di poche migliaia di abitanti alle città metropolitane, gli amministratori pubblici sono stati investiti di un compito molto importante: studiare soluzioni rapide ed efficaci per rispondere ai “nuovi” bisogni dei cittadini, in un mondo in cui la dimensione sociale e la libertà di movimento avevano subito una drammatica battuta d’arresto.

Insieme ai miei colleghi delle altre città italiane ci siamo spesso confrontati e supportati in questi mesi, scambiando idee, risultati, buone pratiche, dubbi e perplessità, riuscendo a creare una rete virtuale che si è rivelata un prezioso alleato nella gestione del difficile momento storico e che ha permesso alle soluzioni più tecnologiche e innovative di essere analizzate e in alcuni casi adottate anche lontano dai confini territoriali dentro cui si erano sviluppate.

Come Comune di Milano abbiamo messo a disposizione degli altri comuni le nostre conoscenze ed esperienze maturate nel corso dell’emergenza, dall’attivazione di migliaia di postazioni di smart working, alle soluzioni studiate per aiutare i cittadini fragili, sino alle modalità di ripristino delle attività istituzionali in modalità digitale.

Nell’ottica di una sempre maggiore collaborazione e del mutuo scambio, abbiamo anche deciso di condividere con tutte le pubbliche amministrazioni locali un modello certificato in grado di rendere tangibili i benefici ottenibili dall’utilizzo del digitale.

Il modello è la massima espressione del lavoro svolto dall’Amministrazione comunale a partire dal 2016 e permette di quantificare l’impatto delle innovazioni prodotte valutando così i benefici sociali, economici e ambientali effettivamente ottenuti sia dall’ente locale che dai cittadini.

Modello analisi costi-benefici. Cos’è

Il modello sviluppato di articola in tre passaggi:

  • l’identificazione delle attività impattate dal digitale e la raccolta dati,
  • la comparazione dei processi analogici e digitali
  • il calcolo degli effettivi benefici.

I benefici ottenuti vengono sintetizzati in sei indicatori, tre dei quali riferiti alla Pubblica Amministrazione e tre al cittadino, per mostrare in maniera efficace il duplice effetto della digitalizzazione in termini di efficientamento della struttura organizzativa degli enti locali e di miglioramento del livello di servizio offerto al cittadino.

I tre indicatori selezionati per i Comuni sono:

  • il risparmio di tempo,
  • l’efficiente allocazione delle risorse e
  • il consumo di carta;

mentre per il cittadino sono:

  • il risparmio di tempo,
  • il risparmio di costi
  • la riduzione delle emissioni di Co2.

Immaginate il modello come una sorta di stampante 3D: la realizzazione finale è l’espressione della buona combinazione di tutti i fattori.

I risultati del Comune di Milano

Il modello, prima di essere presentato agli altri Comuni, è stato testato direttamente all’interno del Comune di Milano analizzando per prima l’area dei servizi anagrafici disponibili online.

I certificati anagrafici direttamente scaricabili sul portale istituzionale attraverso l’accesso con SPID hanno consentito ai cittadini milanesi di risparmiare un’ora di viaggio per recarsi in una sede anagrafica, il che si è tradotto in 49 tonnellate di Co2 non emesse, equivalenti a 3266 alberi risparmiati, cioè non “impiegati” per riassorbire tali emissioni.

Il modello ha ottenuto la certificazione dell’ente Rina ed è attualmente impiegato per l’analisi della Direzione Sistemi informativi e Agenda Digitale del Comune di Milano, ma l’obbiettivo è diffonderlo uniformemente a tutte le direzioni, allo scopo di automatizzare il calcolo dei benefici e renderlo uno strumento a disposizione dell’Amministrazione per la valutazione delle iniziative di innovazione intraprese.

Il modello è stato presentato alle città italiane in un evento streaming nel corso dell’ultima edizione della Milano Digital Week, la manifestazione dedicata al digitale promossa dal Comune di Milano, ed è disponibile gratuitamente su una piattaforma open source.

Sono convinta che un’innovazione come questa debba essere condivisa tra pubblici decisori, perché potrà portare benefici a tutte le Pubbliche Amministrazioni e, al tempo stesso, potrà essere oggetto di osservazioni e suggerimenti che potranno servire a tutte le città.

È un lavoro che ha richiesto una preparazione lunga e particolareggiata e che rappresenta perfettamente quanto sia importante per una Pubblica Amministrazione concentrare la propria attenzione su una corretta raccolta dei dati, sulla loro analisi e comprensione.

I dati, infatti, rappresentano la nostra realtà, sono in grado di aiutarci a prendere decisioni, interpretare situazioni in tempo reale, ci dimostrano i frutti delle nostre politiche amministrative e possono orientare le nostre scelte per migliorare significativamente i servizi offerti al cittadino in un’ottica di sostenibilità non solo digitale ma anche ambientale.

Conclusioni

Ora che il modello di analisi costi-benefici è condiviso sarà interessante osservare come sarà utilizzato dalle altre città che lo adotteranno e come la condivisione dei risultati potrà impattare positivamente nella rete virtuosa di scambio che i Comuni italiani hanno creato in questo ultimo anno. Questo è il vero patrimonio che ci ha lasciato la terribile pandemia in corso ed è la vera risorsa da coltivare per una ripartenza rapida con un obiettivo comune, lo sviluppo di soluzioni digitali condivise davvero a servizio del cittadino.

Al link è disponibile il modello in open source.

Al link sono disponibili tutte le iniziative dei Comuni presenti all’evento per rispondere all’emergenza sanitaria in corso.

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