il quadro

Italia digitale, dal Governo buoni auspici ma ecco che resta da fare (e chiarire)

Primi importanti segnali di attenzione al digitale da parte del Governo, almeno in teoria. Su Startup, Industry 4.0, cyber security, Agid. Restano però molti punti in sospeso e soprattutto manca all’appello una strategia coerente e complessiva che colleghi tutti i tasselli. Ecco il punto

Pubblicato il 13 Set 2018

Alessandro Longo

Direttore agendadigitale.eu

Andrea Rangone

presidente Digital360, professore Politecnico di Milano

dimaio

Vediamo qualche progresso promettente da parte del Governo, nelle politiche digitali, rispetto a quel silenzio e vuoto assoluto che avevano caratterizzato i primi mesi dopo le elezioni.

Gli annunci del Governo

Si evidenziano per esempio due idee, annunciate di recente dal vicepremier Di Maio: un fondo dei fondi per promuovere gli investimenti venture pubblici e privati sulle startup (con una leva che secondo il Governo potrebbe mobilitare 3 miliardi di euro) e il prosieguo (riveduti e corretti) degli incentivi Industry 4.0 per le aziende.

Sono due misure apprezzabili, almeno a livello teorico.

A questo si può aggiungere una importante apertura della ministra alla Difesa Trenta a favore gli investimenti in cyber security.

In questo filone bene augurante, di ripresa dei lavori sul digitale, si può inserire anche la nomina di Teresa Alvaro a direttore generale dell’Agid (annunciata nei giorni scorsi dalla ministra della PA e in attesa di essere ufficializzata). Così anche sembra ormai certo il rinnovo del Team Digitale (contenuto nel decreto Milleproroghe, in via di approvazione).

I punti da chiarire

Resta molto da fare e un momento importante di verifica sarà la Legge di Stabilità 2019. Qui, nei dettagli del suo articolato, ci sarà la prima vera opportunità di capire impegno e direzione del Governo. Sapremo in pratica (e davvero) che cosa il Governo farà, come e quanto, a favore dell’innovazione digitale.

Chiarezza è necessaria anche ad altri livelli e su altri fronti.

Non è stato ancora deciso il nome del commissario all’Agenda Digitale, successore di Diego Piacentini. Né circolano nomi a riguardo: vuoto assoluto. E non solo: non c’è stata ancora chiarezza, probabilmente nemmeno nella testa degli stessi decisori, su quali dovranno essere i rapporti tra Agid e Team Digitale.

Insomma, manca ancora una coerenza complessiva a livello di governance nel digitale: annoso problema italiano.

Non si vede, nemmeno all’orizzonte, una strategia – che invece è sempre più chiara in altri Paesi – che metta assieme i vari tasselli della trasformazione digitale ora in capo ai diversi ministeri e coordini l’azione con un piano organico.

La trasformazione della PA e dalla Sanità con la banda ultra larga, gli incentivi a startup e a Industry 4.0; per finire con la cyber security e (l’altra grande dimenticata) la Scuola digitale. Tutti gli esperti concordano che la trasformazione digitale o abbraccia tutto o non è niente.

  • Inutile avere aziende incentivate al digitale se le infrastrutture banda ultra larga sono carenti (e viceversa).
  • Inutile e pericoloso averle digitali e connesse se poi la cyber security fa acqua.
  • Inutile e frustrante, per le aziende, averle digitalizzate quando la PA non lo è affatto (e viceversa: una PA digitale con aziende incapaci di coglierne i benefici della trasformazione è una rivoluzione a metà).

E così via. Questa strategia complessiva – si diceva prima della formazione del Governo – sarebbe potuta essere sostenuta dalla nomina di una figura apicale nel Governo, dedicata al digitale. Nomina che poi, com’è evidente, non è arrivata.

Le speranze non sono esaurite, comunque, per vedere un piano strategico coerente per il digitale. E del resto il Governo è ancora nei suoi primi mesi.

Ci auguriamo di vederne i primi importanti segnali in questa Legge di Stabilità, per poi proseguire al rialzo per tutto il 2019, magari cogliendo le opportunità che arriveranno da importanti e già fissate scadenze. Come, su tutte, l’obbligo alla fatturazione elettronica tra privati, momento in cui sarà cruciale per il Paese avanzare coeso verso i benefici della trasformazione digitale.

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