identità digitale

La nuova vita della carta d’identità elettronica: utile online anche a chi ha Spid

Cie e Spid non sono in competizione ma complementari e il loro sviluppo sinergico non potrà che aiutare la trasformazione digitale della pubblica amministrazione. un confronto tra i due strumenti per comprendere le differenze e i punti di convergenza

Pubblicato il 11 Gen 2021

Sergio Sette

consulente informatico e digital trasformation

carta identità elettronica

Nella strategia tracciata dal Governo per la trasformazione digitale, la carta di identità elettronica era sempre rimasta un po’ nelle retrovie, eclissata da SPID, su cui si è molto investito e su cui la narrazione ha puntato in modo prioritario. Una sorta di figlio di un Dio minore.

Ora però le cose sembrano essere cambiate e il fatto che nel primo degli incontri organizzati dal Dipartimento per La Trasformazione Digitale e sponsorizzati in prima persona dalla Ministra Pisano, dedicati a Semplificazione e Innovazione, la CIE sia stata trattata al pari di SPID e IO, sembra esserne la conferma definitiva.

Un fatto, questo, assai positivo perché CIE e SPID non sono in concorrenza e rappresentano sostanzialmente due strumenti complementari che, utilizzati in modo sinergico, possono contribuire in modo determinante al rilancio del processo di trasformazione digitale della PA.

La (vera) svolta per la CIE

Che la CIE stesse raccogliendo sempre maggiori consensi era cosa ormai nell’aria e già segnalata da molti addetti ai lavori. D’altronde i numeri, con oltre 18 milioni di carte rilasciate, non possono passare inosservati. Numeri che non potranno che ulteriormente incrementare visto che il DL Semplificazioni ha introdotto la possibilità per i cittadini di richiedere la CIE prima dei 180 giorni dalla scadenza della vecchia carta d’identità e che il software a corredo – la App CieID – è ora disponibile negli store di Google e Apple.

Una simile base non poteva essere ignorata e, fortunatamente, a quanto pare, così è stato.

La presenza di Stefano Imperatori, Direttore Sviluppo Soluzioni Integrate dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, al primo incontro della succitata iniziativa, addirittura prima dell’intervento dedicato a SPID, è un segnale forte ed inequivocabile.

Una vera svolta.

La CIE per l’accesso ai servizi online della PA

Anche l’adozione di CIE come meccanismo di accesso ai servizi online della PA non potrà che subire una rapida accelerazione.

Attualmente, infatti, pochi sono gli Enti che consento un accesso ai servizi online tramite CIE ma ci si attende, anche per via della scadenza del 28 febbraio prossimo, un sempre più crescente interessa da parte delle PA.

Come ci ha spiegato Imperatori stesso nel corso del suo intervento, la parte “burocratica” è semplice, specie per chi è già federato con SPID: il canale è di fatto lo stesso ed addirittura c’è la promessa di renderlo automatico nel corso del 2021.

È questa un’ottima novità perché ci fa capire come non solo ci si stia adoperando per rendere l’adozione di CIE il più semplice e rapida possibile, ma anche perché si capisce come i due strumenti, CIE e SPID, si muovano ora in modo coordinato.

Un’altra novità interessante, annunciata da Imperatori, è che verrà attivato un servizio online (presumibilmente tramite IO) per il recupero del PIN in caso di smarrimento. È questo un punto delicato perché, specie se l’utilizzo della carta subirà un’impennata, lo stesso si verificherà anche per i PIN. Ad oggi in caso di smarrimento del PIN la richiesta di recupero si effettua tramite il Comune e non è particolarmente agevole, specie se confrontata con il recupero delle credenziali SPID. Questa novità dovrebbe rimettere CIE alla pari di SPID anche in quest’ambito.

CIE vs SPID: il confronto

Come detto in precedenza, CIE e SPID, più che in concorrenza sono strumenti complementari. Che magari in un futuro potrebbero anche convergere ma al momento vanno a coprire esigenze ed utenze differenti.

Vediamo le principali caratteristiche a confronto:

  • CIE è rilasciata dallo Stato, SPID da privati: per molti cittadini un documento di riconoscimento, anche se elettronico, risulta più affidabile, forse per abitudine, se rilasciato dallo Stato; per questi CIE rappresenta certamente la scelta migliore, capace di superare le riserve verso l’identità digitale;
  • CIE è basata su una smart-card/microchip, SPID in genere non richiede nessun supporto fisico: sono due soluzioni alternative, ognuna delle quali ha dei vantaggi; se è vero che SPID non richiede il possesso di smart-card è altrettanto vero che CIE non richiede un doppio passaggio (in genere rappresentato dall’OTP) che a sua volta richiede, di fatto, un qualche strumento accessorio(cellulare per ricevere SMS/app per generare OTP, token per generazione OTP, ecc.); anche in questo caso gli strumenti si rivelano complementari;
  • CIE è strumento di Livello 3, SPID, sebbene supporti tutti i livelli, è in genere Livello 1 e 2; CIE si propone come il compendio di Livello 3 di SPID;
  • CIE, con supporto a NFC, è strumento particolarmente adatto all’utilizzo con device mobili, più ancora di SPID in termini di usabilità. Su computer è il contrario. Sebbene CIE si possa utilizzare su applicazioni web su PC non dotati di lettore smart-card tramite la App Cie-ID, SPID risulta in questi casi, che tutt’ora rappresentano la maggioranza, più agevole ed ergonomico;
  • CIE ha un certificato con cui è possibile eseguire semplicemente una firma elettronica avanzata (FEA) attraverso la App Firmo con CIE; SPID non è associato a nessun certificato, ma è (teoricamente) disponibile una “firma SPID” (ex art. 20 del CAD – più informazioni le potete trovare qui nell’articolo di Walter Righetti); la scarsa diffusione di quest’ultima (gli IdP non sono obbligati ad implementarla) unitamente alla sua implementazione non priva di aspetti critici/controversi, fanno sì che in questo ambito CIE sia un passo avanti; ma anche in questo caso, nulla vieta che un utente si autentichi con SPID e, laddove necessario, firmi con CIE.

Insomma, due strumenti davvero complementari, entrambe utili e che finalmente sembrano essere entrati a pieno titolo nella “cassetta degli attrezzi” per la trasformazione digitale. Una buona notizia, che speriamo possa essere in futuro confermata dai fatti.

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