In Europa vi sono oltre 17 milioni di cittadini europei in mobilità, ossia che risiedono in uno Stato membro diverso da quello di cui hanno la cittadinanza, diretta conseguenza della libera circolazione che vige nell’Unione.
Nell’esperienza quotidiana, però, la libera circolazione non è sempre un percorso lineare a causa di tanti e diversi ostacoli – spesso imprevisti – che possono precludere al cittadino comunitario in mobilità intra-UE l’accesso ai propri diritti e rendergli la vita molto difficile. La casistica è ampia e variegata: questi ostacoli possono dipendere dal rifiuto di ingresso di un familiare a carico, oppure dal rigetto di una richiesta di registrazione anagrafica, così come dal mancato accesso agli strumenti di welfare, dall’essere sottoposti ad un regime di doppia tassazione o da forme differenti di discriminazione sul lavoro, a scuola, nell’accesso ai servizi sociali, ecc.
Cittadinanza digitale, che cos’è e perché è importante per i nostri diritti
Natura e cause delle difficoltà incontrate dai cittadini Ue in mobilità
Il consorzio EUReKA, finanziato dall’Unione Europea (GA826666) e coordinato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, ha interrogato gli stakeholders di diversi paesi europei, prima con la somministrazione di un questionario e poi con l’organizzazione di appositi focus group, sulla natura e le cause delle difficoltà incontrate dai cittadini comunitari in mobilità ed è emerso chiaramente un fattore in comune: sorprendentemente non sembra essere tanto una questione di carenze normative o procedurali quanto piuttosto un problema di accesso alle informazioni essenziali sui propri diritti e sulle procedure per esercitarli.
La ricetta suggerita dalle parti interessate è stata un ventaglio di raccomandazioni che all’unisono ci hanno indirizzato verso l’utilizzo delle piattaforme digitali: secondo i portatori di interesse occorrerebbe infatti favorire l’interattività, dare visibilità alle informazioni, fornire un accesso universale e a misura di utente, selezionare pragmaticamente le informazioni utili, affidabili e aggiornate, soppesarne la qualità e possibilmente renderle accessibili anche nelle lingue dei nuovi venuti. Perché, come noto, per un cittadino comunitario in mobilità non c’è alcun obbligo di imparare la lingua del paese in cui si vive.
Una mappatura delle buone prassi
A partire da queste indicazioni il consorzio EUReKA ha innanzitutto predisposto una mappatura delle buone prassi online già esistenti in grado di fornire un accesso facile alle informazioni e ai servizi dedicati ai cittadini comunitari in mobilità e ai loro familiari. Da questo lavoro è emersa una carenza generalizzata di strumenti sviluppati su misura dei bisogni dei comunitari, quasi dimenticati o considerati in grado autonomamente di inserirsi nei paesi comunitari di residenza. Buone prassi online esistono, ma hanno come target quasi esclusivamente i cittadini non comunitari (si veda per esempio il portale interministeriale), tanto che involontariamente taluni rappresentanti della pubblica amministrazione tendono a confondere le due categorie e a trattarli tutti alla stregua dei cittadini non comunitari.
Key4mobility: un portale e un’app per la mobilità intra Ue
Tenendo conto quindi delle raccomandazioni acquisite per facilitare l’esercizio dei diritti di libera circolazione, l’inclusione e la partecipazione dei cittadini europei negli Stati membri ospitanti e prendendo come modello le buone prassi online raccolte a livello europeo e comparate tra loro attraverso un apposito sistema di benchmarking, il consorzio EUReKA ha quindi affidato al partner Fondazione Mondo Digitale la realizzazione di un Portale e un’APP chiamate simbolicamente “Key4Mobility”, una vera e propria chiave di accesso ai diritti e ai doveri dei cittadini comunitari in mobilità intra-UE.
Questi due tool digitali hanno avuto come obiettivo quello di raccogliere, standardizzare e offrire informazioni e servizi essenziali per i cittadini mobili dell’UE, per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro e agli incentivi all’impresa, all’edilizia popolare, ai programmi educativi (scuole obbligatorie, università e post-lauream), al sistema sanitario nazionale, alle disposizioni di sicurezza sociale, alle indennità di maternità/paternità, agli assegni familiari (per esempio i bonus bebè), agli ammortizzatori in caso di disoccupazione, alle risorse minime garantite/redditi di base o cittadinanza, non ultimo alla totalizzazione previdenziale e alla esportabilità dei contributi pensionistici.
Un ampio patrimonio informativo da navigare sotto una duplice prospettiva: da una parte abbiamo una vera e propria guida essenziale, breve ma completa, dei diritti previsti per i cittadini in mobilità intra-UE e dall’altra una mappatura dei servizi esistenti, messa a disposizione con un sistema di georeferenziazione in grado di favorirne il più immediato accesso. Le informazioni e i servizi raccolti sono stati quindi resi disponibili per 6 Stati membri e in 4 lingue comunitarie (quella del paese in questione, l’inglese e le due lingue appartenenti alle collettività comunitarie maggiormente diffuse in loco).
Conclusioni
Nel corso delle varie tappe del progetto il Consorzio EUReKA, formato da 11 Partner di diversa natura (sindacati, patronati, enti locali, centri di ricerca privati e governativi, organizzazioni non governative e della società civile) si è molto confrontato al suo interno sul significato più ampio e più profondo dell’agenda digitale, concordando sul fatto che sia i prodotti digitali che le tecnologie devono essere utilizzate in funzione delle persone e non viceversa, così come le piattaforme online devono servire ad aumentare la qualità della vita dei cittadini. Insomma, le piattaforme digitali, così come i social network, dovrebbero contribuire effettivamente a costruire un ambiente in cui i cittadini siano responsabilizzati nel privato così come nel pubblico dominio, e dove i valori fondamentali dell’UE e le sue conquiste siano preservati e costantemente ampliati.
Passando dal generale al particolare, sulla base delle raccomandazioni degli stakeholders e delle riflessioni interne nella realizzazione del progetto EUReKA abbiamo creduto che gli strumenti digitali potessero rappresentare un elemento fondamentale per rendere la libera circolazione all’interno dell’UE sostanzialmente più “user-friendly” e per questo motivo la parola d’ordine adottata all’interno del team di lavoro non poteva che essere la seguente: EU mobile citizens go digital!