I piccoli comuni marchigiani, impegnati nella preparazione allo switch off digitale della PA scattato il 28 febbraio, avrebbero senz’altro avuto notevoli difficoltà senza un’attività di supporto e accompagnamento da parte della Regione. Per questo l’Assessorato alla digitalizzazione ha deciso di aiutare le municipalità tramite il progetto DigiPALM. La risposta dei territori marchigiani – dove, ricordiamo, 172 comuni su 232 sono realtà sotto i 5 mila abitanti – è stata quasi inaspettata, a testimonianza della necessità di un intervento in tal senso: 171 comuni (comprese 7 Unioni) hanno aderito in una settimana. Altri 16 hanno richiesto il supporto tecnologico della Regione in un secondo momento, pur avendo aderito al bando emanato successivamente da Pago PA per i singoli comuni.
Ora che il progetto DigiPALM è nella fase due, facciamo il punto sul ruolo della Regione Marche nel processo di digitalizzazione dei piccoli comuni e sui prossimi obiettivi.
PA Digitale, il flop del 28 febbraio: un brutto colpo alla credibilità istituzionale
Il ruolo di intermediazione della Regione Marche
Il ruolo di intermediazione non è nuovo per la Regione Marche, anticipando la necessità di facilitare gli enti locali nell’integrazione di sistemi, piattaforme e infrastrutture uniche con investimenti per circa 7,5 milioni di euro del POR/FESR 2014/2020 destinati al bando «Smart Government», al quale hanno partecipato 220 comuni marchigiani (il 93% del totale). Un importantissimo progetto che si sta concludendo e che ha portato all’armonizzazione dei sistemi degli enti locali inerenti al pagamento online verso le pubbliche amministrazioni (Mpay), la fatturazione elettronica (Intermedia Marche), la conservazione dei documenti digitali (polo di conservazione digip), i procedimenti online (Procedimarche) la diffusione del software libero (Sigmater e Good Pa).
Le future iniziative di transizione digitale delle PA del territorio previste per il prossimo settennio seguiranno la necessità di fare “rete”, tenendo conto sia della programmazione dei Fondi Europei 2021-2027 e degli assi di investimento riferiti a ICT e competenze digitali, sia dell’implementazione del progetto regionale «Borgo Digitale Diffuso», presentato alla Conferenza Regioni e Province Autonome a valere sul PNRR (Recovery Fund). Ed è proprio partendo da questa “rete” che, su forte impulso dell’attuale Giunta regionale e dello stesso vicepresidente, la P.F. Informatica e Crescita Digitale ha promosso azioni di comunicazione e informazione verso i comuni marchigiani, anche tramite specifici incontri con i capofila dei progetti a valere sul POR/FESR, al fine di stimolare e incentivare la partecipazione del maggior numero di enti del territorio e informare in maniera capillare anche le realtà più piccole.
Il progetto DigiPALM
La scadenza ha rappresentato una sfida colta con determinazione. Gli obiettivi previsti erano ambiziosi, se non altro per il limitato tempo a disposizione degli enti locali per colmare il divario nelle modalità di erogazione dei servizi digitali, già evidente solo pochi mese fa. I piccoli comuni avrebbero senz’altro avuto notevoli difficoltà senza un’attività di supporto e accompagnamento da parte della Regione. Per questo l’Assessorato alla digitalizzazione ha deciso di aiutare le municipalità tramite il progetto DigiPALM. La risposta dei territori marchigiani è stata quasi inaspettata, a testimonianza della necessità di un intervento in tal senso: 171 comuni (comprese 7 Unioni) hanno aderito in una settimana. Altri 16 hanno richiesto il supporto tecnologico della Regione in un secondo momento, pur avendo aderito al bando emanato successivamente da Pago PA per i singoli comuni.
In virtù dell’accordo con il Dipartimento Transizione Digitale (approvato con DGR n. 1512 del 14/12/2020), la PF Informatica e Crescita Digitale ha dunque provveduto a guidare gli enti verso lo «switch off» e l’integrazione dei servizi digitali locali con le piattaforme nazionali Spid, PagoPA e AppIO.
Alla data del 28 febbraio, in virtù degli obblighi e delle disposizioni di legge, nonché degli impegni concordati con le istituzioni centrali nell’ambito del progetto DigiPALM, i comuni marchigiani hanno attivato due nuovi servizi di pagamento on-line attraverso il sito web o l’app mobile dell’ente (modalità 1) e tramite i canali fisici o virtuali dei sistemi bancari, postali o di altri intermediari quali Lottomatica (modalità 3); un nuovo servizio di notifica di pagamento, a seguito della sottoscrizione del contratto di adesione alla piattaforma AppIO; il sistema d’accesso tramite SPID (sistema pubblico nazionale di identità digitale). Alla data di scadenza stabilita, sono stati attivati 585 nuovi servizi di pagamento per 169 comuni e ulteriori 21 per le 9 Unioni di Comuni. Oggi la maggior parte dei cittadini della Regione, per il saldo degli avvisi di pagamento resi disponibili tramite la piattaforma Mpay, possono utilizzare il cosiddetto «modello 3», ovvero l’avviso stampabile e pagabile sui circuiti bancario, postale, bancomat, atm e tabaccherie. Inoltre, Regione Marche ed Ufficio Speciale Ricostruzione hanno inteso attivare sull’AppIO un servizio di notifica circa lo stato di avanzamento delle pratiche di ricostruzione post sisma presentate da cittadini e professionisti. Per 178 Comuni risulta attivo almeno un servizio, ad erogazione diretta o mediante una piattaforma di aggregazione quale lo Sportello Unico alle Attività Produttive (SUAP), accessibile con credenziali SPID o CIE-ID (Carta d’Identità Elettronica), tipicamente grazie all’avvenuta federazione con il sistema regionale di autenticazione Cohesion (SAML2). Il vicepresidente Carloni si è mostrato soddisfatto dei risultati del progetto: «Questo è un passo avanti sostanziale per il sistema dei servizi pubblici marchigiani. I comuni contribuiranno a rendere funzionale questo nuovo servizio ormai essenziale per i cittadini.
I piccoli comuni alle prese con lo switch off
Lo «switch off» digitale della Pubblica Amministrazione italiana è scattato il 28 febbraio 2021. Dal primo marzo sono infatti attive le nuove disposizioni previste dal «Decreto Semplificazioni» in materia di accesso ai servizi telematici: accesso unico ai servizi digitali tramite credenziali SPID o CIE, integrazione progressiva della piattaforma PagoPA nei sistemi di incasso per la riscossione delle proprie entrate, avvio dei progetti di trasformazione digitale necessari per rendere disponibili i servizi pubblici sull’App IO.
Gli enti locali non sembravano ancora pronti a questa «rivoluzione» eppure tale data ha rappresentato per il Paese una tappa fondamentale verso la sempre maggiore digitalizzazione della pubblica amministrazione e la semplificazione del rapporto con imprese e cittadini.
Proprio con l’obiettivo di accompagnare e accelerare le iniziative previste dalla normativa, con l’art. 239 del DL. «Rilancio» (DL. 19 maggio 2020 n. 34), è stato istituito il Fondo per l’innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, destinato a coprire le spese per attività, acquisti, interventi e misure di sostegno a favore della implementazione diffusa e messa a sistema dei supporti per la digitalizzazione. La dotazione prevista per il Fondo è di 50 milioni di euro, di cui 43 milioni destinati a misure di sostegno in favore degli enti territoriali, in particolar modo dei comuni.
In una prima fase di consultazioni l’ex ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano ha richiesto il supporto delle Regioni per favorire processi e dinamiche di supporto agli Enti pubblici del territorio nell’adesione e adeguamento dei sistemi informativi utilizzati alle piattaforme tecnologiche nazionali SPID, PAGOPA, APP IO, attraverso la sottoscrizione di un apposito accordo di collaborazione tra le singole regioni e il Dipartimento della Trasformazione Digitale (DTD) della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oltre alle Marche, hanno aderito anche il Friuli Venezia Giulia, la Provincia autonoma di Trento, il Veneto, l’Emilia Romagna, il Molise e la Puglia.
Nel corso degli incontri con il Ministro, abbiamo fin da subito espresso fin da subito la volontà di partecipare al progetto relativo all’utilizzazione del Fondo per l’innovazione insieme agli enti locali del territorio interessati, intercettando la necessità di un sostegno tecnologico e amministrativo per i tanti piccoli comuni della regione. Il territorio marchigiano è caratterizzato infatti da una straordinaria frammentazione urbana: 172 comuni su 232 sono realtà sotto i 5 mila abitanti e rappresentano il 22% della popolazione totale. Questi comuni necessitano di soluzioni diversificate e di un affiancamento capillare, per cercare di colmare il gap tecnologico che li separa da aree più accessibili. Divario aggravato ulteriormente dal sisma del 2016.
La fase due del progetto
La fase 2 del progetto DigiPALM prevede entro la scadenza del 31 dicembre 2021 la migrazione e l’attivazione di almeno il 70% dei servizi di incasso erogati dai comuni, tra quelli censiti nella tabella «Tassonomia dei servizi di Incasso», e la migrazione e l’attivazione di almeno 10 servizi digitali sull’AppIO. Per raggiungere gli obiettivi finali e completare il passaggio di transizione, la P.F. Informatica e Crescita Digitale sta mettendo in campo azioni di accompagnamento per il coordinamento organizzativo degli enti locali aderenti e dei loro fornitori di servizi digitali, l’aggiornamento delle tassonomie sui pagamenti online, la formazione di utenti pilota e gestori (a distanza, attraverso le piattaforme a disposizione della scuola di formazione regionale: Marlene e GoToWebinar, e quando sarà possibile in presenza), la disseminazione dei risultati, sondaggistica e altre attività per il coinvolgimento attivo dei cittadini.
L’obiettivo finale e ambizioso del progetto è raggiungere tutti i marchigiani, dando valore di sistema per le altre Regioni, incentivando la possibilità di riuso delle piattaforme e valorizzando il «Sistema Paese» nell’ottica di una graduale unificazione dei servizi per tutti gli abitanti, dalle metropoli ai più piccoli comuni montani.