Oggi grazie Spid è possibile provare a combattere l’annoso problema dello scarso utilizzo dei servizi. Come? Monitorando quali sono i servizi che sono utilizzati realmente e quali e soprattutto individuare quale porzione di popolazione non utilizza i servizi on line e concentrare gli sforzi di divulgazione competenze e di fornitura di infrastrutture abilitanti (come la banda larga ma non solo!) proprio dove c’è bisogno.
Questo è possibile perché nelle Convenzioni con le pubbliche amministrazioni è stato introdotto l’obbligo in capo alle amministrazioni che erogano servizi “ad inviare ad AgID, in forma aggregata, i dati da questa richiesti che possono esser utilizzati esclusivamente a fini statistici, che possono essere resi pubblici in forma aggregata. AgID, prima della pubblicazione, verifica che i dati resi pubblici siano effettivamente anonimi nel loro complesso, individuando la presenza di eventuali outlier statistici generati durante le fasi di analisi”.
La previsione di un’analisi dei dati pare utile a misurare l’effettivo utilizzo dei servizi da parte dei cittadini e delle imprese e quindi ottenere un indicatore efficace e reale del raggiungimento dell’obiettivo di una maggiore diffusione dell’utilizzo dei servizi on line.
All’interno del sito della Regione Toscana è stato pubblicato il nuovo catalogo di servizi dal quale è possibile individuare quali amministrazioni stiano offrendo servizi accessibili con il Sistema Pubblico Identità Digitale.
Grazie alla possibilità di riutilizzare le informazioni è possibile effettuare un mash-up dei dei ed ottenere una rappresentazione grafica della “Concentrazione territoriale dell’offerta di servizi tramite SPID” almeno per le amministrazioni pubbliche locali.
Come si nota la diffusione non è (ancora) omogenea, sono presenti tre zone di picchi di concentrazione: i territori toscano, veneto ed emiliano dove presumibilmente l’interessamento delle regioni ha portato ad un più rapida diffusione.
Per poter misurare le effettive ricadute occorre queste informazioni non sono sufficienti, occorre infatti confrontare la disponibilità di servizi con l’effettivo utilizzo.
Limitandosi ai dati collegati al solo utilizzo dei servizi erogati da Regione Toscana si nota che circa un terzo degli utenti dei servizi toscani ha utilizzato SPID al di fuori del territorio toscano.
Il fatto che un utente su tre usufruito di servizi di ambito territoriale mentre si trovava fuori in zone d’Italia diverse dalla Toscana è elemento utile per l’analisi dei bisogni
Lo studio della correlazione tra disponibilità di un servizio ed effettivo uso, anche su base geografica, porterebbe ad avere indicatori aggiuntivi utili ad individuare quali sono i territori ove è necessaria una maggiore attenzione.
Ad esempio, limitandosi al solo territorio toscano è evidente come la disponibilità di servizi abbia distribuzione geografica ben diversa dall’utilizzo.
Riassumendo: un’attenta analisi statistica e la georeferenzazione dei dati sono utili per osservare cosa sta accadendo, e adeguare e correggere l’azione in essere.
Questi strumenti permettono di mettere in atto una politica velocemente adattiva sulla diffusione di SPID.
SPID è uno strumento per accedere ai servizi online, i quali a loro volta sono un elemento strettamente collegato al tessuto sociale ed imprenditoriale, lo studio dell’utilizzo di SPID può portare a indicatori importanti anche in altri campi.
Ad esempio, l’osservazione di picchi di utenti che utilizzano più servizi porta ad individuare quali sono i servizi (soprattutto se appartenenti ad ambiti territoriali diversi) che dovrebbero essere uniformati nel linguaggio e nella presentazione fino a suggerire l’opportunità di un intervento normativo.
Le cartografie e gli studi statistici possono essere una base di partenza per la realizzazione di una vera e propria “geografia di SPID” come studio, la descrizione e della distribuzione dei fenomeni che interessano la diffusione, l’uso e soprattutto le interazioni tra i protagonisti del sistema per poter adattare la propria azione.
Una volta dotati degli strumenti per essere adattivi sarà anche possibile aggiungere all’adattabilità anche la proattività, agire in anticipo per una situazione futura, oltre che reagire prontamente.