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La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia



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La politica di coesione europea è cruciale per la transizione digitale dell’Italia: sostiene investimenti in infrastrutture, servizi digitali e competenze. Con obiettivi ambiziosi e fondi significativi, facilita l’innovazione nelle imprese e nella PA, migliorando l’accesso ai servizi e la competitività del Paese nel contesto globale

Pubblicato il 12 lug 2024

Andrea Mancini

Programme Manager, European Commission Directorate-General for Regional and Urban Policy



AI appello urgente

L’accelerazione della transizione digitale in Italia non è solo una necessità imposta dall’evoluzione tecnologica globale, ma anche un obiettivo strategico sostenuto attivamente attraverso politiche di coesione e investimenti mirati.

Nel contesto dell’agenda digitale europea, l’Italia si avvale dei fondi di coesione, in particolare del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), per catalizzare la trasformazione digitale delle piccole e medie imprese (PMI) e della Pubblica Amministrazione (PA).

Tra il 2014 e il 2020, significativi investimenti hanno già gettato le basi per questa metamorfosi digitale, mentre il nuovo periodo di programmazione 2021-2027 promette un ulteriore sostegno. In sinergia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), questi fondi mirano a sviluppare competenze digitali essenziali e ad ampliare l’accesso ai servizi digitali, assicurando che ogni aspetto della società italiana possa beneficiare pienamente delle opportunità offerte dalla digitalizzazione.

Introduzione alla politica di coesione e alla transizione digitale in Italia

La transizione digitale nel corso degli ultimi anni ha acquisito maggiore centralità nelle politiche europee, fino a diventare un obiettivo strategico, a fianco della transizione verde. È riconosciuta come un fattore chiave per lo sviluppo socioeconomico dell’Europa, per la competitività delle imprese, e uno strumento per migliorare la capacità amministrativa e l’accesso dei cittadini ai servizi pubblici.

Questa centralità è inevitabile in un contesto globale dove le tecnologie digitali sono imprescindibili e il cui utilizzo prende sempre più spazio nella vita quotidiana. La recente crisi pandemica ha dato un ulteriore grande impulso, quando lo sviluppo della digitalizzazione è stato fondamentale per venir incontro ai bisogni dei cittadini e per supportare i grandi cambiamenti che la società ha conosciuto.

Documenti chiave e obiettivi dell’agenda digitale europea

In questo contesto, è utile tracciare la cornice nella quale si inserisce la politica europea a sostegno della transizione digitale, che è andata consolidandosi in questi ultimi anni. Tra varie iniziative, possiamo individuare due importanti documenti che tracciano le linee di sviluppo dell’agenda digitale in Europa: la comunicazione “Agenda digitale UE Bussola per il 2030”, adottata nel marzo 2021, che fissa i grandi obiettivi della strategia europea per il digitale e ne definisce gli orientamenti, e il Programma Strategico per il 2030 «Percorso per il decennio digitale», adottato dalla Commissione nel dicembre 2022, che individua quattro grandi obiettivi: Infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti; digitalizzazione dei servizi pubblici; trasformazione digitale delle imprese; sviluppo delle competenze digitali.

Nell’ambito di questi grandi obiettivi, il “Percorso per il decennio digitale” fissa una serie di target ambiziosi:

  • 80% della popolazione dotata di competenze digitali di base;
  • 20 milioni di specialisti nelle TIC; estensione rete 5G universale;
  • produzione semiconduttori che rappresenta almeno il 20% della produzione mondiale; primo computer quantistico entro il 2025;
  • 75% di imprese che usa servizi di cloud computing, big data e Intelligenza Artificiale;
  • 90% di imprese con almeno il livello base d’intensità digitale per la digitalizzazione dei servizi pubblici;
  • 100% dei servizi accessibili on line, 100% dei cittadini con accesso alle proprie cartelle cliniche e l’80% che utilizza l’identificazione digitale.

Per misurare il progresso dell’agenda digitale in riferimento a questi obiettivi, la Commissione pubblica ogni anno il Rapporto DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società).

Il ruolo dei fondi di coesione nel supporto alla digitalizzazione

Il completamento dell’agenda digitale si basa sulle iniziative e sulle politiche attuate a livello nazionale, in concorrenza con gli interventi sostenuti dall’UE attraverso diversi strumenti, come i programmi comunitari a gestione diretta quali Horizon, Connect Europe, Invest EU, Europa digitale, ed i fondi di coesione (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fondo Sociale Europeo) assieme al Fondo per la Ripresa e Resilienza, co-gestiti con gli stati membri. La centralità dell’agenda digitale è stata confermata dalla recente iniziativa STEP (Strategic Technologies for Europe Platform), finalizzata a prevenire la dipendenza dell’UE in alcuni settori strategici, e migliorare la competitività; fra gli obiettivi d’intervento si prevedono lo sviluppo di tecnologie in alcuni settori identificati, fra le quali le tecnologie digitali.

Nell’ambito di questi strumenti, un ruolo di primaria importanza è svolto dalle politiche di coesione, i cui fondi forniscono un volume di risorse importanti nel quadro dei diversi programmi nazionali e regionali.

Il punto di forza della politica di coesione, al di là delle abbondanti risorse disponibili, sta nella capacità di intercettare i bisogni specifici e di sostenere investimenti su progetti mirati, che rispondono a esigenze di sviluppo specifico delle imprese ed ai bisogni dei cittadini sul territorio, anche attraverso i servizi di prossimità che sviluppati grazie alla digitalizzazione della PA.

Bilancio degli investimenti: periodi di programmazione 2014-2020 e 2021-27

Gli investimenti per la digitalizzazione sono aumentati progressivamente attraverso i diversi periodi di programmazione, con un bilanciamento progressivo dallo sviluppo delle infrastrutture, che rappresentano la condizione di base necessaria per la digitalizzazione, allo sviluppo di servizi digitali. Durante il periodo di programmazione 2014-2020 il FESR in Italia ha sostenuto interventi per circa 1.5 miliardi, dei quali circa 360 milioni sono stati investiti per lo sviluppo della Banda Ultra-Larga nelle cosiddette aree ‘bianche’ (a fallimento di mercato) delle diverse regioni italiane.

Nella nuova fase di programmazione 2021-27, l’agenda digitale ha assunto un ruolo ancora più centrale, in coerenza con gli orientamenti strategici comunitari.

Per dare piena visibilità alla digitalizzazione, il regolamento del FESR ha previsto, nell’ambito dell’obiettivo strategico 1 “un’Europa più competitiva e intelligente”, un obiettivo specifico dedicato, ”Permettere ai cittadini, alle imprese, alle organizzazioni di ricerca e alle autorità pubbliche di cogliere i vantaggi della digitalizzazione” (obiettivo 1.2).

L’importanza della digitalizzazione delle imprese per la crescita del sistema produttivo

L’obiettivo si articola in interventi mirati da un lato a modernizzare le pubbliche amministrazioni attraverso la loro trasformazione digitale e allo sviluppo di servizi digitali di alta qualità a beneficio dei cittadini e delle imprese, dall’altro a tradurre l’impatto delle tecnologie digitali sulla produttività a livello di impresa e di settore per una crescita aggregata su base più ampia.

È importante sottolineare come gli interventi a sostegno della digitalizzazione delle imprese siano messo in maggior evidenza rispetto al passato, quando erano integrati negli interventi a sostegno degli investimenti delle PMI. Ciò conferma l’importanza della digitalizzazione delle imprese come fattore di crescita del sistema produttivo, sia dal punto di vista dell’integrazione delle tecnologie digitali nella produzione che nello sviluppo di servizi.

A questi interventi in maniera trasversale si uniscono azioni finalizzate al miglioramento delle conoscenze digitali di operatori e utenti. Quest’ultimo aspetto è essenziale perché va ad intercettare una debolezza del sistema italiano, messa in rilievo anche negli ultimi rapporti DESI, ovvero le scarse capacità e conoscenze digitali da parte degli utenti, che rischiano di rappresentare un freno al pieno utilizzo e sfruttamento dei vantaggi che il processo di digitalizzazione può apportare.

L’Obiettivo strategico 1 prevede un altro obiettivo specifico dedicato al miglioramento della connettività, attraverso il potenziamento delle reti e delle infrastrutture al fine di assicurare un accesso alla rete a tutti i cittadini.

Dettaglio degli interventi del FESR nell’agenda digitale italiana

Le priorità definite nei regolamenti sono state riprese nella programmazione degli interventi dei fondi strutturali per il 2021-27 in Italia. L’elemento che risalta maggiormente è la concentrazione degli interventi sulla digitalizzazione della PA, delle imprese e sullo sviluppo delle competenze, mentre lo sviluppo dell’infrastruttura e la connettività restano piuttosto marginali nella programmazione, essendo limitati a pochi programmi regionali. A livello di risorse gli investimenti previsti per la digitalizzazione della PA e delle imprese ammontano a circa 2.500 milioni totali, con un contributo FESR di 1.510 milioni; dall’altro lato le risorse messe a disposizione per interventi sulla connettività sono circa 47 milioni, di cui 22 di contributo FESR.

La sinergia tra PNRR e FESR nella digitalizzazione

Lo sviluppo delle infrastrutture per la connettività è stato affidato al PNRR, che dovrebbe mobilizzare circa 6,7 miliardi, dei 13 miliardi previsti per l’agenda digitale. In particolare, si prevedono interventi finalizzati al sostegno della Banda Ultra-larga nelle aree grigie, allo sviluppo delle infrastrutture 5G nelle aree a fallimento di mercato, ad assicurare la connessione in fibra di scuole e sistema sanitario nazionale, e alla connettività delle isole minori. Le restanti risorse, circa 6,1 miliardi, andranno a sostenere investimenti sulla digitalizzazione quali le infrastrutture digitali, cybersecurity, interoperabilità tra i diversi livelli dell’amministrazione, digitalizzazione della PA centrale e il potenziamento dei servizi per i cittadini.

In sostanza il PNRR opera in complementarità con il FESR sia per quanto riguarda le infrastrutture per l’accesso alla rete, sia per quanto riguarda gli aspetti territoriali, concentrandosi sui servizi dell’amministrazione centrale, rispetto ai programmi regionali che operano sulle amministrazioni locali.

Sostegno alla trasformazione digitale delle PMI e della PA

Nel dettaglio gli interventi previsti nell’ambito dei programmi FESR si articolano in una serie di azioni a sostegno della PA, delle imprese e dei cittadini. Per quanto riguarda il sostegno alle PMI, lo scopo è quello di aumentare il numero di prodotti, servizi e applicazioni digitali nuovi ed esistenti, attraverso l‘adozione di tecnologie ICT nelle imprese, incluse le infrastrutture digitali e i servizi di supporto. Fra gli interventi abbiamo lo sviluppo di canali digitali e di strumenti innovativi di gestione dei rapporti con i clienti, il sostegno a prodotti digitali, l’efficientamento dei sistemi di produzione e di distribuzione e la trasformazione digitale di processo e di prodotto, lo sviluppo dell’e-commerce, la trasformazione digitale dei modelli di business.

Sul sostegno alla trasformazione digitale dei servizi erogati dalla PA, tra i possibili interventi si segnalano lo sviluppo di hardware, software, servizi per garantire l’accessibilità e l’usabilità dei servizi pubblici, la tutela della sicurezza dei dati e delle operazioni (cybersecurity), la possibilità di certificare ed assicurare la trasparenza delle transazioni nella PA (blockchain), lo sviluppo di strumenti e reti digitali per l’offerta di servizi innovativi alla popolazione, il supporto alla trasformazione digitale degli enti locali.

Sviluppo delle competenze digitali dei cittadini

Infine, riguardo lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini, alcuni esempi d’intervento possono essere il supporto ad azioni sinergiche per l’innalzamento delle competenze digitali, la promozione dell’uso dei servizi digitali della PA e l’aumento della capacità di utilizzo da parte dei cittadini-utenti, al fine di assicurare la fruizione dei servizi da parte della popolazione.

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