Speranza nel futuro, collaborazione, trasparenza. Sono i valori necessari soprattutto in questa fase politica, in cui l’Italia, caduta in ostaggio di contrapposizioni feroci e improduttive, sembra essersi dimenticata del digitale e dell’innovazione.
Ma quei tre valori, quello spirito fondamentale, si potevano almeno cogliere nel dialogo tra il CIO della Corte dei conti, Luca Attias, e Diego Piacentini, Commissario per il Governo del Digitale, durante ForumPA 2018. A un anno di distanza dalla precedente.
Un (Bel)Paese analogico: contratto di Governo M5S-Lega e Desi le ultime prove
Ciò che è emerso è un collaborazione al di là del formale; un dialogo ricco di contenuti, arricchito da un intervento in esterna del Presidente della Corte dei conti, Angelo Buscema. Tale contributo è anche a conferma di una piccola ma significativa esperienza di collaborazione insieme a SNA e il Team di trasformazione digitale di cui già si è parlato su questa testata. La spontaneità e addirittura il riconoscimento degli errori da parte di Piacentini non fanno altro che sottolineare la passione e la totale abnegazione per il lavoro enorme che sta svolgendo da oltre un anno.
In un paese che sta cambiando, soprattutto nella comunicazione, e che sta incontrando più di qualche ostacolo nel cammino evolutivo, c’è bisogno di responsabilità, la sommatoria cioè di etica e competenze.
Attias e Piacentini a Forumpa 2018
Il lavoro svolto da Piacentini è una progettazione comune fatta di incontri ed approfondimenti; è il tentativo di proporre un nuovo paradigma che sia in grado di far crescere e rinnovare la nostra PA legata, purtroppo, ancora ad una vecchia realtà burocratica, e di poter offrire servizi semplici per tutti i cittadini.
Sono maturi i tempi per mettere la parola “fine” alle polemiche che aumentano ogni giorno di più nell’universo politico italiano al per sollecitare le forze politiche ad uscire da questa esasperata contrapposizione. C’è urgenza di superare la contrapposizioni pregiudiziali esortando a rinnovare le occasioni di incontro nel segno della reciprocità compiendo quotidianamente lo sforzo per superare il precariato. Bisogna rinsaldare i vincoli, affinché le diverse e legittime sensibilità, esperienze e prospettive possano ricomporsi in un quadro più ampio per cercare insieme ciò che veramente giova al bene del Paese.
Trasparenza e ruolo trasformativo dell’innovazione
E passando a problemi concreti, dopo settimane in cui la politica sembra aver disinvestito nel digitale, un cambio di passo è necessario. I nuovi protagonisti del dibattito elettorale devono essere consapevoli del ruolo trasformativo dell’innovazione, con un modello proprio e distintivo. Dal confronto emerge sempre la luce e nella trasparenza, si profila la cura. Nell’oscurità invece si pascono solo i virus dell’ignoranza e della corruzione.
La trasparenza è uno dei pilastri della democrazia, ciò che rende il potere accountable (come dicono gli anglosassoni). E l’esigenza di una PA trasparente, anche grazie alla digitalizzazione dei processi, risponde proprio a questo spirito: democratico, contro abusi e corruzione.
Il futuro dell’Italia digitale e del Team Piacentini
La politica sembra essersi dimenticata del digitale, di fatto disinvestendovi, con pochissime eccezioni, tra cui Industry 4.0.
E come in tutte le cose della vita, si giunge alla fine, con l’ultima domanda: quale futuro per l’Italia digitale e il Team di Trasformazione Digitale?
E a questo punto scatta in automatico un dialogo tratto dal film “Ricomincio da tre”, un dialogo fra Massimo Troisi (Gaetano) e Lello Arena (Raffaele).
Gaetano – Io domani parto.Cioè domani vado a Firenze da zio Antonio…
Raffaele – ..eh…un’altra volta Firenze, un’altra volta zio Antonio, e poi non parti mai
Gaetano – …cioè…se ti sto dicendo che parto, parto…me ne vado raffaè, non ce la faccio più…quello che è stato è stato…basta…ricomincio da tre
Raffaele – Da zero…ricominci da zero…
Gaetano – nossignore…ricomincio da…cioè…tre cose mi sono riuscite nella vita, perché devo perdere pure queste…che devo ricominciare da zero…da tre.
Un cambio di passo della politica per il digitale
Non è più tempo della contrapposizione, un cambio di passo è necessario, sperando che avvenga nella prossima legislatura, fin dai primi giorni però: il digitale subito al centro della riforma. L’innovazione digitale deve essere al centro dell’agenda politica, per continuare a percorrere la strada tracciata dalle linee guida che tengono insieme le varie singole iniziative di cambiamento e digitalizzazione.
È ormai imprescindibile che operatori pubblici e privati si incontrino per discutere e disegnare i percorsi di attuazione della PA digitale in altrettante aree verticali e trasversali dell’informatica pubblica: cittadinanza, documenti, procurement, scuola, pagamenti, sanità, sicurezza e patrimoni pubblici.
Come ha sottolinea Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA, “Il tema della trasformazione digitale e, più in generale, dell’innovazione tecnologica appare come il grande assente all’interno dell’attuale dibattito politico. Eppure, tutte le analisi e le ricerche internazionali sottolineano come sia proprio l’innovazione e la digitalizzazione del Paese non solo a trainare lo sviluppo, ma anche a rendere possibile l’attuazione delle riforme. Molto c’è da fare, ma molto è stato già fatto in questi ultimi anni: ripartire da zero sarebbe non solo stupido, ma ci condannerebbe a un ritardo, che in questo campo vuol dire già fallimento”.
Snellire, semplificare, uniformare e agire
Non è più tempo del compromesso che spinge a chiudere un occhio scegliendo qualcuno o qualcosa pur di boicottare l’altro, che sembra tornato improvvisamente di moda. È il momento delle convinzioni. La strada imboccata con Piacentini sembra quella giusta e un miglioramento sostanziale della situazione non lo si può pretendere nell’immediato dopo anni di miopia collettiva su questi temi. Il passaggio al futuro passa attraverso questi 4 step: snellire, semplificare, uniformare e agire. A volte la normativa non è sempre chiara. Il digitale ha regole tecniche ben precise che devono essere regolamentate per garantire la democrazia. È noto che in Italia c’è un numero elevatissimo di norme in confronto agli altri paesi europei e la tecnologia non basta senza il coinvolgimento costruttivo delle persone, con protagonisti sia l’addetto sia il cittadino.