Una visione circolare rispetto all’innovazione. È quella che caratterizza la città di Torino, che non vuole soltanto abbracciare nuovi modelli di economia e sviluppo sostenibile, bensì dare spazio a un concetto di città intelligente diffuso.
Una visione che vuole esaltare il ruolo che le città possono avere in qualità di abilitatori dell’innovazione, ovvero anelli di congiunzione tra domanda di cambiamento che nasce da cittadini, imprese e pubblica amministrazione locale, e offerta di tecnologia, conoscenza e servizi che emergono dal mondo della ricerca e dell’industria globale.
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Il rapporto tra città e innovazione
In un contesto di radicali cambiamenti, shock esogeni e cambio di paradigmi, le continue ondate tecnologiche che si infrangono sulle comunità urbane, imprenditori, impiegati di città e imprese richiedono, per definizione, strategie e approcci nuovi, meno spigolosi e più rotondi, meno verticali e più multidisciplinari.
Se, come riportano recenti studi previsionali pubblicati dalle Nazioni Unite, le città attrarranno da oggi al 2030 circa il 70% della popolazione mondiale, ci possiamo aspettare che questa tendenza metterà a fuoco ancor di più le spinte all’innovazione urbana.
Il rapporto tra città e innovazione sarà determinante sia nel caso che questa si ponga come soggetto attivo rispetto alla tecnologia, sia che lo faccia come soggetto neutro o passivo.
La cultura dell’innovazione circolare
Partendo dalla convinzione che una città proattiva rispetto alle tecnologie emergenti può creare maggiori opportunità di valore per cittadini, imprese e territorio, la cultura dell’innovazione circolare può supportare la nascita di comunità di innovatori che operano e creano valore nel territorio incrociando specializzazioni verticali e competenze multidisciplinari. Si tratta di stimolare quindi comunità intelligenti o smart communities di innovatori.
Memore del suo marcato DNA industriale e manifatturiero avanzato e da sempre crocevia di importanti innovazioni anche in ambito information and communication technologies (ICT), Torino ha deciso di premere sull’acceleratore della crescita intelligente trainata da digitale e innovazione sperimentale dando vita a City Lab, una piattaforma di innovazione aperta a partecipazione pubblico-privata. L’iniziativa è sostenuta da un ampio partenariato composto da attori locali e internazionali, sia industriali sia del mondo della ricerca, impegnati ad accompagnare la realtà urbana nelle emergenti sfide tecnologiche quotidiane e supportare le imprese del territorio in attività di co-sviluppo e testing di soluzioni innovative di frontiera. L’ecosistema innovazione di Torino vanta più di settanta partners e più di cinquanta sperimentazioni sviluppate negli ultimi due anni, registrando una crescita a doppia cifra della domanda di soggetti innovatori nazionali e internazionali per l’adesione al partenariato.
È su questo scenario che si sviluppa la mappa dell’innovazione di Torino, un disegno di “casa delle tecnologie emergenti” che identifica dei distretti specializzati per tematica in base alla localizzazione di talento e investimenti nel territorio.
L’agenda dell’innovazione di Torino: i sei macro-temi
L’architettura di questa visione è supportata da una serie di infrastrutture tangibili e intangibili, che compongono uno schema a matrice dove individuare e abilitare dei settori di innovazione prioritari rispetto alla transizione post-industriale della città e dei suoi stakeholders.
L’agenda dell’innovazione di Torino punta su sei macro-temi per il futuro della sua smart city:
- il filone manifatturiero, con l’evoluzione del comparto in una filiera di fabbrica 4.0 che vale circa 75.000 imprese;
- la smart mobility, che abbraccia un campo di applicazioni multidimensionale, dai veicoli connessi e autonomi (Torino Smart Road) ai droni di aria e di acqua, fino alla space mobility, a cavallo tra aeronautica e aerospazio;
- la salute digitale, che ha riportato le città del mondo al centro dell’attenzione proprio durante l’emergenza pandemica da COVID-19;
- il fintech, comparto di eccellenza nazionale per Torino grazie alla consolidata presenza di operatori corporate e startups in rapida espansione;
- il settore agri-food tech grazie soprattutto alla ricerca applicata di avanguardia che gli atenei della città stanno sviluppando da anni;
- il cultural heritage, all’interno del quale la solida presenza di offerta artistica e culturale della città si combina con emergenti soluzioni digitali per il mondo del turismo.
I macro-temi stanno subendo una radicale evoluzione grazie all’intelligenza artificiale e alle tecnologie abilitanti collegate, come cybersecurity e cloud, edge computing e blockchain.
La visione di Torino sull’AI
La visione di Torino sull’intelligenza artificiale è anch’essa circolare e nasce dalla ricerca di eccellenza di cui la città laboratorio è caratterizzata, grazie alla presenza di due atenei di prestigio, oltre 100mila studenti, programmi di formazione all’avanguardia (master, dottorati, centri di supercalcolo per l’AI, etc. …).
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La curva di maturità tecnologica accelera la ricerca applicata e la trasforma in innovazione grazie alla presenza nel territorio di acceleratori, startup, servizi digitali evoluti per l’industria e i cittadini. Secondo i dati 2020 dell’Osservatorio ICT di Torino Wireless in città esistono almeno 300 aziende con offerta tecnologica su AI, la maggior parte delle quali propone soluzioni proprietarie e il cluster delle piccole e medie imprese impiega più di 1600 lavoratori per un fatturato aggregato di circa 160milioni di euro.
Ricerca e substrato industriale della città sono dei catalizzatori per la attrazione e concentrazione di competenze, talenti e investimenti in AI nel territorio, anche grazie al ruolo di città laboratorio che la strategia Torino City Lab supporta e fa valere a livello internazionale. A fine 2020 Torino si è classificata prima in Italia nel bando MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico) “Case delle tecnologie emergenti”, risultato di prospettiva quadriennale e di impatto sugli investimenti infrastrutturali di circa 14 milioni. Anche all’interno di questo perimetro il ruolo dell’AI sarà fondamentale in quanto a tecnologia emergente trasversale per spingere la maturità dei 4 verticali oggetto del finanziamento: mobilità su strada (smart road), mobilità aerea urbana, industria 4.0 e servizi innovativi per i cittadini.
Grazie alla concentrazione di risorse, investimenti e cultura dell’innovazione pubblico-privata presente nel capoluogo piemontese, nei mesi scorsi il dossier presentato dalla Città di Torino a supporto della strategia italiana per l’intelligenza artificiale ha confermato la maturità del territorio per poter giocare un ruolo strategico e di hub centrale a livello nazionale nel nascituro Istituto Italiano di Intelligenza Artificiale.
Non c’è dubbio che l’intelligenza artificiale, nella sua accezione più ampia, possa essere il cuore pulsante di un “new deal” per la crescita intelligente delle città. Ce lo testimonia anche il recente lancio del programma Torino Reshoring, un progetto di attrazione mirata che intercetta nicchie tecnologiche emergenti e altrettante aziende internazionali a forte vocazione di ricerca e sviluppo su AI, che hanno individuato in Torino la sede europea ideale per insediare un team di ricerca e sviluppo.
Conclusioni
In occasione dell’ultimo CIOs (Chief Innovation Officers) Summit di Harvard abbiamo avuto la possibilità di esporre il modello virtuoso ‘Torino City Lab’, con un’attenzione particolare al ruolo dell’AI nell’accelerare la transizione da smart city a smart communities. Torino rafforza il ruolo di partner dell’innovazione immaginando di diventare una casa delle tecnologie emergenti diffusa sul territorio, capace di attivare e coinvolgere imprese, cittadini e istituzioni e proporre un modello di sviluppo nuovo con l’AI al centro della sua mappa.