Dopo l’introduzione della moneta unica, l’accordo di Shengen che ha abolito i controlli sulle frontiere favorendo la libera circolazione di merci e persone e il “roam like at home” il prossimo passo verso la costruzione dell’Unione Europea dei cittadini e delle imprese sarà l’interconnessione delle pubbliche amministrazioni europee, che farà in modo che tutti possano accedere ad una serie di servizi digitali della PA uniformi su tutto il territorio europeo.
PA, come realizzare servizi digitali innovativi: l’importanza dell’interoperabilità
Dopo il roaming, tocca alle PA farci sentire più europei
Un po’ come quando è stato introdotto il “roam like at home”, ossia il roaming internazionale attraverso cui siamo stati in grado di effettuare riceve le chiamate inviare sms o navigare in internet sul nostro smartphone senza interruzioni di servizio e senza costi aggiuntivi. Era il 2017 e, diciamo la verità, ci siamo sentiti tutti un pochino più cittadini europei: da quel momento abbiamo potuto viaggiare e spostarci in Europa accedendo ad Internet e chiamando in tutti gli Stati membri senza costi aggiuntivi e secondo le tariffe previste nel piano telefonico sottoscritto con il nostro operatore di telefonia mobile.
L’obiettivo è quello di realizzare una rete di pubbliche amministrazioni europee che siano interconnesse tra loro e che possano così accelerare il processo di digitalizzazione del settore pubblico, in modo da fornire servizi comuni come se fossero erogati da un’unica, grande, pubblica amministrazione europea.
La trasformazione digitale è una priorità dell’Unione. Su questo fronte si sta già lavorando da tempo e si stanno facendo investimenti importanti. Ad ogni modo, a fronte dell’aumento del livello di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, il loro livello di interoperabilità è al momento ancora insufficiente. E questo sia a livello transfrontaliero, quindi tra amministrazioni pubbliche dei vari Paesi membri, che a livello di pubbliche amministrazioni del singolo Paese. Sappiamo bene quanto il tema dell’interoperabilità all’interno della PA sia diventato infatti un tema fortemente strategico per il nostro Paese. Il Piano triennale per l’informatica nella PA 2022-2024 dedica ancora una volta ampio spazio proprio all’interoperabilità e la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) diventa l’infrastruttura necessaria per l’implementazione del Modello di Interoperabilità della PA previsto nelle Linee Guida sull’interoperabilità tecnica delle Pubbliche Amministrazioni.
Gli obiettivi dell’Interoperable Europe Act
A livello europeo l’Interoperable Europe Act è una recente proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio finalizzato proprio a rafforzare l’interoperabilità transfrontaliera mettendo in connessione tra loro e rendendo interoperabili una serie di servizi erogati da specifiche pubbliche amministrazioni dei vari Paesi membri.
Cosa ne pensa ChatGPT
Ho voluto chiedere all’intelligenza artificiale di ChatGPT di spiegare cosa fosse l’Interoperable Europe Act. Confesso che mi aspettavo che mi restituisse l’articolo già pronto e che non avrei dovuto fare altro che copiarlo e incollarlo qui. In realtà la risposta è stata piuttosto generica anche se tutto sommato corretta. ChatGPT dice che “È una proposta di legge della Commissione Europea che mira a migliorare l’interoperabilità tra i sistemi informativi dell’Unione Europea al fine di garantire un’accessibilità più facile e una maggiore sicurezza dei dati. L’attuale proposta di legge mira a creare un quadro normativo per l’interoperabilità e a stabilire una governance efficace per garantire la coerenza tra i sistemi informativi dell’UE. Inoltre, la proposta di legge mira a garantire che i dati dell’UE siano protetti e trattati in modo sicuro, nonché a promuovere l’utilizzo dei dati dell’UE per stimolare la crescita economica e la competitività dell’UE”.
I risparmi dell’interoperabilità
Crescita economica e competitività non possono mancare negli obiettivi europei. E interoperabilità vuol dire anche avere la possibilità di ottimizzare processi, con importanti benefici anche sul fronte economico. La Commissione ha stimato che integrando tra loro e ottimizzando così una serie di servizi transfrontalieri sarà possibile generare annualmente risparmi tra i 5.5 e i 6.3 milioni di euro per i cittadini e addirittura tra i 5.7 e 19.2 miliardi di euro per le imprese che hanno a che fare con le pubbliche amministrazioni. Una gran bella cifra, non c’è che dire.
Pertanto, l‘Interoperable Europe Act, introduce la necessità di azioni finalizzate a favorire la cooperazione strutturata tra Paesi membri e le istituzioni dell’UE al fine di garantire l’interoperabilità di servizi transfrontalieri e lo scambio di dati.
Per fare ciò, è necessario arrivare ad avere quello che oggi ancora manca, e cioè un chiaro e completo framework di riferimento per quanto riguarda l’interoperabilità tra reti e sistemi informativi.
Come raggiungere l’interoperabilità, in pratica
Come fare? Gli Stati membri e le istituzioni, le agenzie e gli organismi dell’UE, in qualità di fornitori di reti e sistemi informativi per i servizi pubblici, potranno concordare soluzioni di interoperabilità tramite l’Interoperable Europe Board, un organo dedicato proprio alla governance dei vari aspetti relativi all’interoperabilità transfrontaliera. Inoltre, attraverso una “Interoperable Europe Community” verrà garantito il coordinamento e la cooperazione tra i vari stakeholders nel campo dell’interoperabilità transfrontaliera e intersettoriale. L’Interoperable Europe Portal fornirà poi un unico punto di accesso per le informazioni relative all’interoperabilità delle reti e dei sistemi informativi, mentre l‘Interoperable Europe Agenda andrà a definire un’agenda strategica a livello UE finalizzata ad apportare ulteriori miglioramenti al modello.
L’idea è quindi quella di avere un riferimento normativo comune che possa rafforzare la governance complessiva, favorendo un alto livello di interoperabilità tra i servizi digitali del settore pubblico. Alto livello di interoperabilità che diventa essenziale per la realizzazione di un altro obiettivo strategico dell’Unione come quello del “Digital Single Market”.
Conclusioni
Va detto infine che nell’Interoperable Europe Act l’interoperabilità non è soltanto una questione puramente tecnica, ma la si affronta nella sua interezza, comprendendo anche aspetti legati alla interoperabilità giuridica, all’interoperabilità organizzativa e all’interoperabilità semantica. Sono aspetti non nuovi che provengono dall’European Interoperability Framework (EIF), una guida destinate alle pubbliche amministrazioni contenente una serie di raccomandazioni sulla gestione e sulla governance di vari aspetti legati all’interoperabilità e che sarà compito del Interoperable Europe Board sviluppare e far evolvere alla luce dell’evoluzione del quadro normativo e delle tante novità introdotte.