data economy

Libera circolazione dei dati nell’Ue, cosa cambia con le nuove norme

Il 19 giugno, Parlamento, Consiglio e Commissione europea hanno raggiunto un accordo politico sulle nuove norme che permetteranno l’archiviazione e il trattamento dei dati non personali ovunque nell’Ue senza restrizioni ingiustificate. Ecco cosa cambia e quale sarà l’impatto sullo sviluppo di nuove tecnologie e servizi

Pubblicato il 12 Lug 2018

Enrico Martini

ministero dello Sviluppo Economico

data flow

La quantità di dati prodotti dalle macchine aumenta a un ritmo esponenziale. L’innovazione basata su questi dati ha bisogno che essi possano muoversi liberamente tra gli Stati, ma fino a oggi, anche all’interno della stessa Unione europea, molti Stati membri hanno imposto limitazioni geografiche per l’archiviazione dei dati relativi ai settori finanziario e sanitario, per i registri delle società, i dati contabili e fiscali, le telecomunicazioni. Tutto questo sta per cambiare.

Il 19 giugno scorso il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea hanno raggiunto un accordo politico sulle nuove norme che permetteranno l’archiviazione e il trattamento dei dati non personali ovunque nell’Ue senza restrizioni ingiustificate.

Libera circolazione dei dati, i vantaggi

Le regole si applicano solo a dati non personali per natura (cioè che non contengono informazioni che permettono di identificare una persona) o anonimizzati (cioè trattati in modo che le parti identificative siano rimosse).

Le nuove norme puntano a sostenere la creazione di un’economia dei dati competitiva nel mercato unico digitale, rimuovendo gli ostacoli alla libera circolazione dei dati. La Commissione europea ha stimato che le norme approvate potranno generare una crescita fino al 4% del PIL entro il 2020.

Oltre all’aspetto economico, la data economy potrà portare vantaggi in molti campi come la salute, la sicurezza alimentare, il clima, la gestione efficiente dell’energia, i sistemi intelligenti per i trasporti.

Libera circolazione, come funziona e cosa cambia

Le nuove norme stabiliscono un quadro per l’archiviazione e il trattamento dei dati in tutta l’UE e vietano le restrizioni alla localizzazione dei dati. Gli Stati membri dovranno comunicare alla Commissione le eventuali restrizioni rimanenti o previste in limitati casi specifici di trattamento dei dati del settore pubblico.

L’archiviazione e gli altri trattamenti dei dati sono intesi in un’accezione ampia, che comprenda l’uso di tutti i tipi di sistemi di tecnologia dell’informazione, che avvengano nei locali dell’utente o che siano esternalizzati a un fornitore di servizi di archiviazione o di trattamento di dati.

Al fine di consentirne la più ampia circolazione, è vietato qualsiasi “obbligo di localizzazione dei dati”. Inteso cioè come “qualsiasi obbligo, divieto, condizione, limite o altro requisito previsto dalle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative degli Stati membri che impone di effettuare l’archiviazione o altro trattamento di dati nel territorio di un determinato Stato membro. O che ostacola l’archiviazione o altro trattamento di dati in un altro Stato membro”.

Eliminando o riducendo le restrizioni alla localizzazione dei dati, si intende garantire che qualsiasi soggetto possa archiviare e trattare dati in qualsiasi parte dell’Unione Europea.

Uno spazio unico europeo dei dati

Il regolamento sulla libera circolazione dei dati non personali non ha alcun effetto sull’applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati, poiché non interessa i dati personali. I due regolamenti funzioneranno tuttavia in maniera complementare per garantire la libera circolazione di tutti i dati (personali e non), creando quindi uno spazio unico europeo dei dati. In caso di serie di dati miste, la disposizione del regolamento generale sulla protezione dei dati che garantisce la libera circolazione dei dati personali si applicherà ai dati personali della serie e il principio della libera circolazione dei dati non personali si applicherà a quelli non personali.

Le autorità pubbliche potranno accedere ai dati per esaminarli ed esercitare controlli di vigilanza indipendentemente dal luogo di archiviazione o trattamento nell’Ue. Gli Stati membri potranno sanzionare gli utenti che non forniscono l’accesso a dati archiviati in un altro Stato membro.

Codici di condotta per i servizi cloud

Inoltre, tali norme incoraggeranno la creazione di codici di condotta per i servizi cloud per facilitare il passaggio, con scadenze chiare, da un fornitore di servizi cloud a un altro. Ciò renderà il mercato dei servizi cloud più flessibile e i servizi di dati nell’UE più economicamente accessibili. I provider dovranno fornire informazioni dettagliate e trasparenti agli utenti professionali, prima della sottoscrizione del contratto di archiviazione ed elaborazione dati. Queste informazioni potranno includere i processi e il luogo di back up dei dati, i formati dei dati e i supporti disponibili, la configurazione informatica richiesta e la larghezza di banda minima della rete, il tempo necessario per avviare il processo di trasferimento.

L’impatto sullo sviluppo di nuove tecnologie

Una maggiore circolazione dei dati potrà supportare più efficacemente lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali, come il cloud computing, l’intelligenza artificiale e l’internet of things (IoT) migliorando i servizi offerti agli utenti a tutti i livelli e in tutti i settori.

Anche molte imprese che operano in settori tradizionali stanno guardando alla possibilità di sfruttare i propri dati per ricavarne valore, convinte che i dati possano rappresentare una parte non secondaria della propria attività.

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