La Regione Lombardia, con l’Agenda Digitale regionale, mira al ruolo di precursore: non solo ha anticipato questioni poi entrate nell’Agenda digitale italiana, ma anche adesso si fa avanguardia in ambiti che sono considerati lacune da colmare per l’Agenda nazionale. Le competenze digitali nelle scuole, l’e-procurement, l’interoperabilità (qui la sintesi delle lacune dell’Agenda).
Ad illustrarci lo stato dell’arte è Paolo Mora, Direttore Generale alla Semplificazione e Digitalizzazione: “Il programma di governo regionale ha puntato sulla diffusione dell’innovazione tecnologica, e nello specifico di quella legata alle tecnologie digitali, come pilastro per sostenere crescita e sviluppo e, coerentemente con questo, Regione Lombardia, che peraltro è da anni al primo posto in Italia per innovazione, si è dotata già nel 2011 di uno strumento come l’Agenda digitale regionale, rinnovando, integrando e dando impulso alle diverse linee d’azione già in essere”.
L’obiettivo complessivo è la massimizzazione dei benefici economici e sociali derivanti dall’utilizzo delle tecnologie informatiche, attraverso la diffusione di servizi digitali, il cui accesso deve essere agevolato, la competitività delle imprese e il rilancio della filiera dell’ICT in Lombardia, uno dei territori che a livello europeo registra la massima concentrazione di imprese di questo settore. Parallelamente si persegue la finalità di semplificare e modernizzare sempre di più la macchina pubblica con interventi di supporto trasversale. Il tutto, in una logica di accompagnamento all’evoluzione del mercato e dei paradigmi produttivi, deve essere inteso anche strumento di contrasto della crisi in atto.
Le aree prioritarie di intervento dell’Agenda sono sei:
- la riduzione del digital divide, infrastrutturale e culturale,
- lo sviluppo di servizi digitali inclusivi, personalizzati e multipiattaforma,
- la promozione dell’interoperabilità tra i prodotti e i servizi delle tecnologie dell’informazione non solo delle PA ma anche dei soggetti privati,
- la valorizzazione del patrimonio informativo detenuto dalla P.A. ,
- la promozione della cittadinanza digitale anche attraverso il crowdsourcing,
- la ricerca e l’innovazione nell’ICT.
“Annualmente – precisa Mora – viene definito il programma di interventi riconducibili alle sei aree prioritarie di intervento. Gli interventi non sono definiti e attuati in via esclusiva da Regione e dalla filiera pubblica, come succedeva in passato con i vari piani di eGov, ma sono “costruiti” attraverso il coinvolgimento e la partecipazione attiva di cittadini, imprese, università e centri di ricerca, enti locali, camere di commercio, scuole, rappresentanze dei settori produttivi, terzo settore“.
Gli interventi avviati sono molti e partono dal cospicuo investimento pubblico che Regione Lombardia sta attuando sul fronte delle infrastrutture, con la diffusione di tecnologie a Banda Larga e la sperimentazione di servizi a Banda Ultra Larga per realizzare gli obiettivi dell’Agenda digitale europea: azzerare il digital divide e portare la banda ultra larga al 50% della popolazione. “Grazie al terzo ed ultimo bando finanziato da Regione Lombardia proprio l’anno scorso – prosegue il direttore – si prevede di completare la connessione a Internet in banda larga per tutti cittadini lombardi entro il luglio del 2013. L’operazione, pienamente in corso, riguarda 707 Comuni lombardi fino a oggi affetti da digital divide e prevede l’adeguamento di 917 sedi di commutazione sul territorio per un impegno complessivo di 8.500 Km di cavo di cui 3.000 in fibra ottica”.
Il contrasto al digital divide non riguarda solo infrastrutture e accesso alla tecnologia: “Una parte significativa è giocata dal quanto e, soprattutto, come la tecnologia digitale viene utilizzata. La vera discriminante, in questo senso, è tra quelli che sanno e coloro che non sanno come utilizzarla. Una particolare attenzione è rivolta quindi alle scuole, per favorire l’acquisizione di competenze digitali elevate da parte degli studenti e accrescere così il valore del loro capitale umano”. Fra i progetti che rientrano in questo contesto rientra “Generazione web Lombardia”: Fonanziata per 4,7 milioni di euro dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e per ulteriori 8 da Regione Lombardia, l’iniziativa – prima del genere in Italia su base regionale – è finalizzata a promuovere la trasformazione delle didattica tradizionale con gli strumenti digitali ed ha visto l’adesione (finanziata) ad oggi di oltre 500 istituti scolastici.
“La Lombardia è stata anche una delle prime Regioni a credere nell’Open Data quale strumento e risorsa per l’innovazione e la crescita, tanto sociale quanto economica”, prosegue Mora: “Abbiamo preso a modello le migliori esperienze statunitensi e questo ci ha consentito di realizzare – rapidamente e a costi molto contenuti – dati.lombardia.it, un portale open data all’avanguardia, ma soprattutto di facile utilizzo. Lo abbiamo pensato soprattutto come un servizio utile ai cittadini e come una grande occasione per le imprese e per gli sviluppatori, che possono creare nuove applicazioni e nuovi servizi”. Attualmente, il portale conta ben 240 dataset (collocandosi al primo posto in Italia dopo quello di Istat) e si mostra ampiamente utilizzato: è di 20.037 il numero totale dei download dei primi dieci dataset dal 23 marzo scorso ad oggi. “Proprio con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio informativo pubblico messo a disposizione, nel giugno scorso è stato lanciato il concorso OpenApp Lombardia. Si tratta di un’iniziativa di crowdsourcing, rivolta ai giovani under 35, che ha registrato un successo davvero molto significativo, con 111 app in gara, che superano addirittura le 96 presentate per la terza edizione (2011) dell’analogo concorso bandito dalla città di New York.Segno della ricchezza diffusa rappresentata nel nostro paese da giovani competenti, creativi, capaci di sviluppare software utilizzabili anche a fini informativi o commerciali”.
Sul fronte dello sviluppo di nuovi servizi digitali, facilitato dalla disponibilità di infrastrutture abilitanti a livello regionale, diversi sono stati gli ambiti di intervento: da sottolineare l’avvio di iniziative per favorire la diffusione delle infrastrutture digitali nella scuola anche al di fuori della didattica, utilizzando la piattaforma regionale di identificazione online dei cittadini, il servizio Idpc (Identity provider del Cittadini) e la relativa Carta Regionale dei Servizi. Una di queste iniziative prevede, attraverso un bando, l’erogazione di un finanziamento a 65 Istituti scolastici e 15 società produttrici di software per integrare il servizio di Idpc nei portali scuola-famiglia, che diventano così un tramite sicuro e tecnologico per favorire le comunicazioni tra la scuola e le famiglie, veicolando anche informazioni riservate quali assenze e voti conseguiti.
La Lombardia ha inoltre avviato una politica di promozione della domanda pubblica di innovazione con l’intento di ottimizzare la spesa pubblica, innalzare qualità e sostenibilità dei servizi pubblici e, al contempo, promuovere gli investimenti addizionali in innovazione da parte del settore privato. “Intendiamo così interpretare il ruolo non più di mero “finanziatore” di innovazione, ma di “cliente intelligente” e di “co-innovatore” – sottolinea Mora – capace di incidere sui piani di ricerca e sviluppo delle imprese in modo da orientarli verso il soddisfacimento del reale interesse pubblico”. In Regione è in corso la sperimentazione di appalti pubblici pre-commerciali in ambito sanitario rispetto ai tre fabbisogni tecnologici di innovazione individuati come prioritari:
- Sistemi robotici automatizzati per il prelievo venoso
- Dispositivi di interfaccia universale per apparecchiature medicali domiciliari
- Dispositivi automatizzati per il traino di letti e barelle
In tal modo le Aziende Ospedaliere saranno messe nelle condizioni di sperimentare soluzioni alternative e di valutarne vantaggi, svantaggi e costi prima di impegnarsi nell’acquisto di una fornitura su larga scala, ma permetterà anche alle imprese di sviluppare prodotti migliori in virtù di una maggiore comprensione della domanda e, quindi, di ridurre i tempi di ingresso sul mercato. “Rispetto al progetto pilota in corso, a seguito del dialogo tecnico lanciato lo scorso 23 aprile 2012 assieme all’A.O. Niguarda, Regione Lombardia tramite la Struttura Università e Ricerca sta per lanciare l’appalto pre-commerciale sul fabbisogno tecnologico selezionato. In un altro settore, quello dell’attrattività turistica e della gestione integrata dei flussi di clientela nei centri commerciali naturali (cioè nei centri storici delle realtà urbane), si sta sperimentando una gara d’appalto di innovazione che dovrebbe concludersi entro gennaio”.
Una serie di iniziative, infine, riguarda il sostegno alle start up (bando comunicazione digitale, supporto alle start-up tramite bando Net Generation, Voucher per la ricerca nel digitale) ai processi di innovazione delle PMI. “Il bando a valutazione “impresa digitale” appena chiuso, in particolare, ha previsto uno stanziamento di risorse per più di 4 milioni di euro con il duplice obiettivo di sostenereda un lato la domanda di servizi e prodotti ICT per incrementare la competitività aziendale, dall’altro l’offerta di prodotti/servizi ICT – dichiara Mora – supportando le imprese operanti nel settore delle nuove tecnologie digitali.Un’iniziativa importante, realizzata grazie alla sinergia con le Camere di Commercio lombarde e con alcuni Enti Locali, che ha riscosso un successo rilevantissimo di adesioni. Le valutazioni saranno concluse entro la fine del mese di dicembre per consentire la celere assegnazione dei contributi”.
Nel suo complesso, l’Agenda Digitale Lombarda si pone quale articolazione territoriale dell’Agenda europea finalizzata a valorizzare le specificità del territorio lombardo ed è stata promotrice dell’azione a livello di sistema interregionale, favorendo l’adozione di una visione unitaria di sistema tra le Regioni e assumendone il coordinamento attraverso una specifica Cabina di regia interregionale per l’Agenda Digitale: “Oltre ad esprimere il rappresentante delle Regioni al tavolo nazionale, il sistema interregionale ha ricercato una partecipazione ai tavoli tematici dell’ADI in maniera proattiva e qualificata, a livello tecnico innanzitutto, attraverso la sede interregionale del CISIS (Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici che è presieduta proprio dalla Lombardia) oltre che tramite la segreteria tecnica delle diverse Commissioni interessate della Conferenza delle Regioni, fornendo un contributo alla redazione dell’Agenda con l’obiettivo di identificare congiuntamente azioni coordinate compatibili con i contesti funzionali e finanziari territoriali e realmente efficaci”.
In questo percorso inter-istituzionale, Regioni e Province Autonome hanno contribuito all’identificazione dei processi principali da attivare, sul piano sia legislativo e di indirizzo sia operativo, proponendo le proprie priorità settoriali, ritenute utili all’intero sistema Paese: interventi infrastrutturali che accelerino il processo della fruizione dei servizi on line e delle banche dati pubbliche per i cittadini e le imprese, identificazione certa degli utenti e delle loro prerogative digitali, abilitazione ai pagamenti on line per un processo sistemico di digitalizzazione del rapporto tra PA e società civile. Il percorso effettuato ha portato alla definizione di un documento unitario, il“Contributo delle Regioni all’Agenda digitale italiana (Adi)”, approvato il 6 giugno scorso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Il documento evidenzia cinque iniziative strategiche, su cui le Regioni e lo Stato hanno già investito molto, in termini finanziari e non, e sulle quali l’impianto normativo è consolidato, per cui se ne deve solo dare piena e fattiva attuazione.
Le cinque iniziative riguardano
- interoperabilità e cooperazione applicativa
- Carta Nazionale Servizi
- circolarità anagrafica
- amministrazione digitale senza carta
- geo-referenziazione (Infrastruttura dati territoriali o Catasto Territorio)
“L’interoperabilità – osserva Paolo Mora – è una delle priorità dichiarate dell’Agenda Digitale Lombarda, sulla quale stiamo investendo non solo sul piano tecnologico, ma anche e soprattutto sul piano organizzativo e strategico. Sul fronte dell’interoperabilità tra amministrazioni pubbliche, bisogna accelerare ed estendere un percorso già avviato da Regione Lombardia con alcune realtà locali, basato sulla condivisione di regole tecniche, formati e infrastrutture, già in parte realizzate, coinvolgendo le imprese ICT che forniscono servizi e soluzioni agli enti pubblici, all’interno del contesto organizzativo e regolatorio definito a livello nazionale con il Sistema Pubblico di Connettività e di Cooperazione Applicativa e dal Codice dell’Amministrazione Digitale”.
A tale scopo sono stati promossi tredici Accordi di Collaborazione Interistituzionale (A.C.I.), accordi di co-finanziamento tra Regione Lombardia e province, grandi comuni o aggregazioni di enti lombardi, per la realizzazione di progetti per la reingegnerizzazione, la digitalizzazione e la standardizzazione di processi e procedure allo scopo di favorire azioni di semplificazione e migliorare l’accesso e della fruizione ai servizi pubblici da parte dei cittadini. “Con gli A.C.I. Regione Lombardia ha dato inizio, stanziando oltre due milioni di euro, ad un percorso con il quale intende realizzare un sistema di pubbliche amministrazioni integrato, nel quale le attività di back-office sono pienamente collegate a quelle di front –office, e accelerare la convergenza verso standard di interoperabilità e cooperazione applicativa”.
La costruzione di contesti infrastrutturali abilitanti all’innovazione nella pubblica amministrazione locale è un altro obiettivo in cui Regione Lombardia è impegnata insieme alle altre Regioni. Una fase importante è costituita dal progetto interregionale ICAR, che ha consentito un approccio collaborativo alla definizione degli standard dell’infrastruttura di interoperabilità e cooperazione applicativa, costruendo una infrastruttura digitale a disposizione di tutte le Amministrazioni.
Uno degli ambiti in cui i processi di dematerializzazione e digitalizzazione si sono dispiegati con maggiore estensione nella pubblica amministrazione locale è l’e-procurement. “Anche in questo caso – puntualizza Mora – la Lombardia è stata apripista: la Centrale Acquisti lombarda, operativa dal 2007 e recentemente divenuta Agenzia Regionale Centrale Acquisti (ARCA),serve il 30% della Pubblica Amministrazione lombarda,ha gestito dal 2008 ad oggi 4.753 gare con l’apposita piattaforma digitale Sintelper un valore complessivo di 3,6 miliardi di euro. Questo ha generato vantaggi in termini di competitività territoriale e di rafforzamento del sistema di impresa locale, che può accedere più facilmente e in maniera trasparente al mercato del procurement pubblico”.
Per quanto riguarda uno dei servizi rivolti a tutti i cittadini, il Fascicolo Sanitario Elettronico, la Lombardia presenta risultati di rilievo: “Il FSE comprende i referti di laboratorio, le lettere di dimissione da day hospital e da ricovero, i referti ambulatoriali, i verbali di pronto soccorso, ha raggiunto il 60% (6 milioni) dei cittadini ed è accessibile sia da parte degli operatori sanitari accreditati, sia dal cittadino che può “ritirare” il referto on-line tramite Carta Regionale dei Servizi. È in corso una sperimentazione che prevede la possibilità per il cittadino di consultare il FSE anche attraverso dispositivi mobili, tramite password e codice “usa e getta” (OneTimePassword) e di annotare sul proprio Fascicolo tutte le informazioni utili a renderlo un taccuino utile e completo (dal regime di vita ai comportamenti alimentari, dalle attività sportive svolte agli esiti di verifiche fatte in autonomia sul proprio stato di salute)”.
“Va sottolineato il fatto che – conclude Mora – per coinvolgere il sistema lombardo nell’adozione di un insieme di regole e standard comuni per l’interoperabilità, è necessario realizzare in via sperimentale e dimostrativa alcuni servizi relativi a determinati contesti territoriali, che siano fruibili in modo integrato sul web”. Un’iniziativa strategica è in corso a Cremona, dove, dopo una serie di sperimentazioni di servizi innovativi, resi possibili dalla disponibilità di banda ultra larga e che hanno coinvolto in un lavoro sinergico pubblica amministrazione e aziende, è in fase di avvio il Progetto Open Services sul territorio lombardo, che prevede lo sviluppo di una piattaforma applicativa a supporto dello sviluppo di smart communities.
In quest’ottica, Expo 2015 sarà l’occasione per attivare ecosistemi interoperabili in diversi ambiti tematici (infomobilità, commercio, eccellenze alimentari, turismo e accoglienza, cultura e spettacolo) da integrare progressivamente tra loro per facilitare la fruizione e la condivisione dell’esperienza proposta e massimizzare il numero di utenti ed il loro livello di soddisfazione.
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