L’azione “CO-città” presentata da LUISS LabGov – LABoratorio per la GOVernance dei beni comuni promuove la collaborazione (principio ispiratore, nonché terzo pilastro del governo “Open”), come tecnologia che usa “incentive prizes, crowdsourcing, and citizen science to advance national priorities, collaborating with civil societies including companies, universities, foundations, non-profits, and the public” e trova fondamento nel nostro ordinamento che riconosce il principio generale di collaborazione civica, come enucleato dalla Corte Costituzionale (sent. n. 89/1970).
L’approccio CO-città porta con sé un processo, una metodologia, una cultura, per sviluppare un’amministrazione collaborativa, cioè abilitante l’azione collettiva: non solo quella volontaristica, individuale o associata, presupposta dal 118, c. 4 Cost., bensì anche quella solidale dell’art. 2 o quella imprenditoriale delle comunità di lavoratori e utenti nella gestione di imprese e servizi di interesse generale di cui al 43 Cost.).
L’obiettivo di tale approccio è la trasformazione delle città in “CO-città”, ossia in città collaborative, attraverso l’implementazione dei principi di design della governance dei beni comuni enucleati dal premio Nobel per l’Economia Elinor Ostrom, adattandoli al contesto urbano.
La strategia che porta verso una CO-città prevede la costruzione di un ecosistema istituzionale a quintupla elica (un concetto oggi consacrato nel Patto di Amsterdam, che definisce la nuova Agenda Urbana per l’UE, approvata ad Amsterdam il 30 maggio del 2016), che stimola la costruzione di partenariati pubblico-privato-comunità, che coinvolgono cinque attori: il civico (innovatori sociali e cittadini attivi), il sociale (organizzazioni del terzo settore), il cognitivo (istituzioni culturali, scuole e università), il pubblico (istituzioni pubbliche) e il privato, composto da imprese e industrie che costruiscono su vocazioni locali.
Elemento chiave è l’adozione del protocollo metodologico, che si sviluppa secondo le seguenti fasi fondamentali:
- costituzione di un’unità di collaborazione civica composta da esperti nelle diverse aree di competenza,in grado di interagire con la pubblica amministrazione e di fornire supporto e accompagnamento al processo;
- mappatura e semina dell’innovazione sociale, della collaborazione civica e dell’economia collaborativa, attraverso strumenti di coinvolgimento e lettura del territorio;
- costruzione di percorsi di co-design, in cui i soggetti o i progetti emersi attraverso la fase di mappatura/semina vengono coltivati e aiutati a creare sinergie tra loro e con la città.
- nella fase di prototipazione si elaboreranno i dispositivi di governance collaborativa e policentrica più adatti al contesto specifico.
- monitoraggio e valutazione degli strumenti di governance prototipati, anche attraverso forme di consultazione pubblica.
Come esempi dell’applicazione del protocollo metodologico, con le differenziazioni per l’adattamento al contesto locale, si vedano le esperienze di www.co-roma.it., www.co-bologna.it , www.co-battipaglia.it, www.co-mantova.it.)
Caratteristiche di questo processo sono lo sperimentalismo, cioè praticare prima di costruire politiche pubbliche, l’adattività – principio di differenziazione, l‘iteratività le politiche pubbliche collaborative subiscono diversi stadi di evoluzione, l’esperienzialità i cinque attori devono vivere un’esperienza concreta che porta a introiettare nel proprio patrimonio culturale e cognitivo i principi di design e gli strumenti della governance dei beni comuni.
Parte integrante del progetto è la previsione di una piattaforma che potrà operare una sintesi tra idee e progetti provenienti dai cinque attori.