nuova giunta

Marzano: “Entro il 2016 la prima Agenda digitale di Roma”

La prima azione è la stesura di un documento strategico – operativo, alla cui definizione saranno coinvolti tutti gli stakeholder del territorio: sarà un documento condiviso a cui si giungerà dopo una serie di consultazioni pubbliche. Le tappe di questo percorso di partecipazione sono serrate, la deadline infatti è fissata entro la fine del 2016

Pubblicato il 25 Lug 2016

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L’Agenda digitale di Roma Capitale ha le fattezze di un mito. Qualcuno ne parla, ma nessuno l’ha mai vista. Perché in realtà Roma una vera e propria Agenda non l’ha mai avuta. Qualche tempo fa su queste pagine abbiamo dato la notizia dei primi parziali tentativi di dare alla città, non una visione (sarebbe azzardato) ma uno status che la potesse avvicinare alle altre capitali europee in materia di digitalizzazione dei servizi, trasparenza, connettività, usabilità del portale istituzionale, efficientamento dei processi amministrativi. In questi ultimi anni infatti Roma non si è distinta per progettualità o processi innovativi nel panorama digital oriented italiano. I temi messi sul tavolo dalla giunta Marino, primi timidi tentativi, si sono arenati con la prematura fine del mandato.

Nuova tornata elettorale e nuova giunta. Da poco meno di venti giorni Flavia Marzano, da anni impegnata sui tavoli di concertazione delle principali amministrazioni pubbliche, è il nuovo Assessore alla Semplificazione con delega al progetto Smart City della Capitale. A lei l’arduo compito di dettare le tappe dell’Agenda digitale capitolina partendo praticamente da zero.

“La mancanza di una governance condivisa mostra i suoi effetti – dichiara ad agendadigitale.eu la Marzano – in un modello di innovazione tecnologia pensato a silos, ogni struttura ha i suoi applicativi mappati su flussi pre-esistenti che hanno, se vogliamo, anche complicato il lavoro invece di semplificarlo”.

Bisogna quindi prima di tutto lavorare su una governance del processo che non lasci alla volontà e all’iniziativa dei singoli uffici la progettazione. E’ tempo forse che Roma si doti di un documento programmatico che metta nero su bianco le attività che da qui ai prossimi mesi si intende realizzare. Ed quello che la Marzano promette essere la sua prima azione: “La stesura di un documento strategico – operativo L’Agenda digitale di Roma Capitale, alla cui definizione saranno coinvolti tutti gli stakeholder del territorio: sarà un documento condiviso a cui si giungerà dopo una serie di consultazioni pubbliche”. Un progetto da portare a termine entro il 2016.

Si inizia quindi da qui: da un’agenda partecipata, da una mappatura dei servizi disponibili e dal fare squadra, per creare un network interno di esperti e impiegati allo sviluppo informatico che lavorino secondo linee guida comuni. “Le competenze ci sono già negli uffici comunali, vanno valorizzate e messe in grado di lavorare in sinergia” ci spiega, a grande beneficio delle casse comunali. Un lavoro che intende procedere sia dall’interno, nel tentativo di rivedere flussi e processi senza aver paura di ripensare i ruoli dei diversi attori, sia dall’esterno dove “open” la fa da padrone. “Intendo lavorare sui dati aperti, mettendo on line le informazioni che interessano davvero la cittadinanza, lavorare sulla qualità del dato più che sulla quantità, vorrei “riusare” il progetto E015 di Regione Lombardia e – prosegue – pianificare il passaggio del Comune di Roma verso il software libero”.

A questi progetti si aggiunge il rinnovamento del sito di Roma Capitale. Conclusa la gara aperta sotto la giunta Marino, il nuovo portale deve ora vedere la luce e superare la frammentazione contrattuale esistente. “Abbiamo una riunione proprio martedì su questo” precisa la Marzano, decisa a ridisegnare in termini di usabilità e servizio il punto di accesso all’amministrazione di cittadini e imprese. Ma per farlo bene non vede altra strada se non la partecipazione di tutti gli uffici comunali nella definizione dei servizi da metter on line: “Chi meglio dell’ufficio anagrafe sa quali sono le informazioni che più di altre vengono ricercate dagli utenti”, un nuovo sito quindi più utile e “facile” nella navigazione e ricerca.

Ma c’è anche SPID da implementare e una volta fatto “bisogna pensare alla formazione, magari con dei punti di accesso assistito sul territorio, perché non per tutti i romani sarà automatico il passaggio, sono tanti quelli che non hanno accesso alla rete”. E da qui si giunge direttamente al nodo “connettività”. Non basta infatti DigitRoma, l’unificazione delle reti wi fi cittadine, che permette ai city users di navigare per 4 ore gratuitamente nelle aree della città servite dalla rete degli hot spot pubblici, se poi: “Ci sono zone completamente prive di accesso alla rete. Questo è campo di intervento del Governo, e il Piano banda ultra larga dà risposte in questo senso, ma anche il Comune dovrà fare la sua parte” ci spiega la Marzano.

Siamo ancora nella fase dei desiderata e sono tante le proposte messe sul piatto, ma senza (il promesso) documento programmatico che segni il percorso da seguire, il passaggio appare ancora lontano.

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