Misericordia: “Ricetta elettronica troppo complessa, da rivedere”

Il responsabile del Centro Studi della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale: “Troppe lungaggini burocratiche e complicazioni per i professionisti. Se si vuole davvero fare la sanità digitale è necessario rivedere tutto l’impianto”. A febbraio la piattaforma cloud Xml di Fimmg

Pubblicato il 28 Gen 2013

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“Riscrivere” la ricetta elettronica. Rivedendone modalità gestionali e tempistiche di attuazione affinché si possa garantire ai cittadini un servizio adeguato, sgravando al contempo i medici di base da lungaggini burocratiche che niente hanno a che fare con le prestazioni sanitarie. E mettere a segno una volta per tutte gli obiettivi prefigurati dal piano per la sanità elettronica inaugurato a suo tempo dal ministro Renato Brunetta e in parte recepito nell’Agenda digitale del governo Monti. Questo l’auspicio per il 2013 della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale che rappresenta oltre la metà dei professionisti operativi in Italia (circa 27mila medici di base su un totale di oltre 40mila).

Entro il 2012 in tutte le regioni sarebbe dovuta iniziare la trasmissione telematica delle ricette, ossia l’avvio della fase di transizione che, in un tempo stimato fra gli 8 ed i 12 mesi, avrebbe dovuto sortire la migrazione totale alla gestione digitale delle ricette. Ma la roadmap marcia al ralenti: “Sono pochissime le Regioni dotate di sistemi informatici adeguati, i cosiddetti Sar (Sistemi di accoglienza regionale) che hanno permesso di arrivare alle scadenze previste con le carte in regola per gestire il processo di migrazione dal cartaceo al digitale”, spiega Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi della Fimmg. Fra queste ci sono l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige e la Lombardia, “ma molte Regioni hanno dovuto fare ricorso al Sac, il Sistema di accoglienza centrale basato su un impianto gestionale farraginoso e su un regolamento che non è stato condiviso con le rappresentanze della professione e che fa acqua da tutte le parti”.

Il sistema prevede – nella fase di transizione – che ad ogni ricetta cartacea sia associato un codice generato dal contatore elettronico messo a punto da Sogei: “Una procedura più complicata non la si poteva immaginare: i medici devono di volta in volta generare il codice, anche nel caso di ricette da rifare. Ciò comporta – spiega Misericordia – una perdita di tempo che impatta inevitabilmente sulla qualità del servizio ai cittadini . Al posto di sburocratizzare la macchina si sono aggiunte inutili operazioni che si traducono in tempi di attesa più lunghi per i cittadini. Altro che snellimento delle code!”.

Secondo la Fimmg è inoltre indispensabile ampliare il raggio d’azione della macchina digitale. “La ricetta elettronica è un tassello della rivoluzione. I medici di base potrebbero fornire ad esempio servizi di teleassistenza e telemedicina venendo incontro alle esigenze di molti pazienti ed evitando soprattutto quelli più in difficoltà di doversi recare ogni volta presso gli studi”, spiega Misericordia. Ma per l’attivazione dei servizi da remoto è indispensabile poter contare su infrastrutture adeguate: “I medici di base sono tutti informatizzati ma senza una rete a banda larga è impensabile poter fare un reale salto di qualità. Ancora oggi poi sono molti gli studi, soprattutto quelli localizzati in aree remote, dove non è possibile contare su connessioni Adsl. Inoltre c’è da sanare quel gap digitale che riguarda la mancata interoperabilità fra le singole piattaforme gestionali in uso e che non consente quindi ai professionisti di condividere i dati”.

Di qui l’idea della Fimmg di dotarsi di una piattaforma cloud basata su linguaggio Xml – sviluppata dalla società in house Net Medica Italia e completamente autofinanziata dalla Federazione – accessibile da qualsiasi postazione da parte dei medici titolati e in grado di garantire la disponibilità in tempo reale di dati sanitari e assistenziali. “Il progetto è a buon punto ed entro febbraio contiamo di poter rendere disponibili le prime utilities”, annuncia il responsabile del Centro Studi e fra i promotori del progetto cloud.

Allo studio anche una sorta di “patient summary” un “diario” personale che consentirà a ciascun paziente di accedere alla propria area riservata per decidere se autorizzare la lettura e la condivisione dei dati in nome della tutela della privacy. “La gestione di dati sensibili, come appunto quelli sanitari, è un aspetto chiave che non è stato adeguatamente considerato quando si è affrontato il tema della cartella clinica elettronica”, puntualizza Misericordia. Per cercare di uscire dall’impasse è stato attivato un tavolo al Mef: “Si sta ragionando sulle azioni da intraprendere affinché si possa velocizzare la digitalizzazione della sanità tenendo conto delle basi già poste e ascoltando i rappresentanti di categoria. Abbiamo presentato alcune proposte per rendere più agevole il sistema della ricetta elettronica – conclude Misericordia – e ci auguriamo che si proceda sulla giusta strada”.

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