C’è una caratteristica in particolare che distingue il nuovo piano triennale per l’informatica nella PA, 2019-2021, dal precedente: mi sembra maggiormente “prescrittivo” .
Le indicazioni nel cap.13 sono in effetti esposte, anche nella scelta del verbo al presente indicativo, come “norme” a cui le amministrazioni devono adeguarsi con precise scadenze.
Sin qui tutto bene, anzi era auspicabile una maggiore presa di responsabilità da parte della struttura centrale. Il problema è che a queste indicazioni non sta facendo seguito un sufficiente programma di accompagnamento e che, nell’audizione alla Commissione parlamentare, la stessa DG Alvaro abbia parlato dello stato di AgID come di una situazione drammatica per la carenza di risorse.
Non molto diversa la notazione, sempre in Commissione, fatta dal Commissario straordinario, quando ricorda che loro non possono fare tutto: “siamo una trentina, forse quaranta”.
Insomma è l’eterno problema: se facciamo le norme dobbiamo sapere che sono solo l’inizio del lavoro e che senza accompagnamento finiranno o disattese o, peggio, considerate come un adempimento e quindi eseguite solo fino al punto di “non punibilità” che in questo paese è veramente molto basso. Così arriveranno piani “tampone”, richieste di pareri per prendere tempo, descrizioni di attività tutte ancora da fare…