Big Data

Dati PA, Napolitano: “Il Team Digitale può rimettere in moto raccolta e valorizzazione”

Il catalogo italiano degli open data dati.gov.it si presenta con un elenco di dati fermo da più di un anno. In questo periodo però molte amministrazioni sono andate avanti nell’operazione di apertura di dati. Riprendere da qui è uno dei primi punti di partenza

Pubblicato il 22 Feb 2017

È inutile nascondersi dietro ad un dito: l’iniziativa della creazione del Team Digitale ha portato una scossa non indifferente a chiunque operi direttamente o indirettamente nei processi di digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana.

L’articolo “Verso il nuovo ‘sistema operativo’ del Paese” di Diego Piacentini ha portato entusiasmo e molta curiosità.

L’atteggiamento del Team Digitale è stato da subito quello di mettersi in ascolto, creando un gruppo di discussione a cui hanno aderito velocemente diversi civic hackers.

La curiosità di chi guarda al Team è molta ed ognuno è pronto a rispondere ai vari stimoli.

Raffaele Lillo – Chief Data Officer  del Team – ha cominciato il suo debutto nei contatti con questa comunità con il post “Open Data Project” successivamente dettagliato nell’articolo “Data&Analytics Framework”.

La discussione che ne è scaturita, se da una parte ha portato al solito rumore di lamentio su politiche passate, dall’altro ha dato qualche contributo utile.

C’è chi ha portato alcuni casi di successo, o chi ha proposto qualche strumento già sviluppato o chi ha fatto una interessante analisi su quali, degli enti governativi centrali, operare per rendere il riuso dei dati più agevole.

Il mio contributo è stato quello di non pensare al passato e nemmeno a possibili azioni del presente, ma cercare di proporre soluzioni che – allo stato attuale – siano in grado di cominciare a fornire feedback sui dati aperti che le pubbliche amministrazioni stanno offrendo.

Il catalogo italiano degli open data dati.gov.it si presenta con un elenco di dati fermo da più di un anno. In questo periodo però molte amministrazioni sono andate avanti nell’operazione di apertura di dati. Riprendere da qui è uno dei primi punti di partenza.

A breve dati.gov.it tornerà ad essere popolato e avremmo un luogo dove accedere ai dati che le pubbliche amministrazioni mettono disponibili.

Il mettere disponibile è una condizione necessaria ma non sufficiente. La saggezza popolare ci dice che “[…] solo chi semina buon grano ha poi buon pane […]” che, nel caso dei dati, vuol dire offrire dati di qualità e aggiornanti. Questo aspetto è una condizione che si può misurare. Gli Stati Uniti hanno un sistema di monitoraggio e, replicarlo in Italia, è una operazione abbastanza semplice per persone con un background tecnico come quelli del Team Digitale.

Misurare lo stato di salute degli open data aiuta poi a capire quali strategie utilizzare nello sviluppo di politiche.

Una delle azioni che hanno ricevuto tutte le pubbliche amministrazioni italiane è quella di avere su ogni sito la sezione “Amministrazione Trasparente”.

Queste sezioni offrono una buona quantità di informazioni ed anche qualche dataset da scaricare.
Nella forma queste sezioni sono ben strutturate, ma, nei contenuti hanno bisogno di aiuto per essere capite. Su questo aspetto si può lavorare nel creare un sistema di visualizzazione che renda maggiormente comprensibili i dati ma anche nella definizione di queste strutture dati e molto altro ancora.

Tutto questo vale per quanto già presente.

Raffaele Lillo però racconta che si sta lavorando per rendere disponibili ulteriori dati.

Si parla dei dati personali creati nel rapporto fra PA e cittadino, della possibilità di averli in un unico spazio e di quello di poterli riusare in forma aggregata e anonimizzata.

Questo servizio è senza ombra di dubbio il presente-futuro dei servizi della pubblica amministrazione. “Presente” perché è un qualcosa di realizzabile con le tecnologie attuali, “futuro” invece perché richiede un gran lavoro di coordinamento fra chi raccoglie i dati per la creazione di un processo sostenibile.

Raffaele Lillo, fino ad ora, è intervenuto poco negli spazi online, ma ogni volta lo ha fatto in maniera precisa e concreta.

La percezione che dà di sé è di essere una persona molto competente e focalizzata, pronta al dialogo e costruttiva che lo costringe quindi a dover filtrare velocemente le polemiche e arrivare ad obiettivo preciso.

Il suo ruolo è di Chief Data Officer e sa benissimo che solo quando si hanno dei solidi processi di raccolta, pulizia, analisi e rappresentazione dei dati (= il buon grano) allora si possono avere risultati importanti ( = il buon pane).

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