L’Italia ha un nuovo Governo e una prima considerazione – che molti esperti e addetti ai lavori stanno facendo in queste ore – è che nella lista dei ministri non ci sono al momento figure politiche dedicate al digitale. C’è un vacuum che speriamo – confidiamo – sarà colmato nei prossimi giorni.
Ma vogliamo andare oltre questa prima considerazione. E vogliamo ribadire che l’Italia, e quindi in primis il nuovo Governo, deve avere il coraggio di innovare veramente. Anzi deve dimostrare un triplice coraggio per accelerare la svolta necessaria.
Il coraggio di sposare la politica del digitale
Il primo è il coraggio di cavalcare politicamente e mediaticamente un tema che non è di massa, non è populistico: quello di trasformare il Paese facendo leva sulla digitalizzazione. Economisti di tutto il mondo concordano su una banale ma potente verità: se si investe in digitale si generano risorse finanziarie preziose da dedicare ad altri temi. Qui compresi i punti del contratto del Governo. La flat tax, il welfare.
È possibile perché il digitale efficienta la macchina pubblica, il suo modo di funzionare e spendere soldi pubblici. Ed è possibile perché l’innovazione rende più competitive le nostre aziende, quindi favorisce la crescita economica, che si traduce in nuove risorse per lo Stato. Per tutti. Questo è il punto cruciale, ripetiamolo: l’uso intelligente del digitale può liberare e generare risorse finanziarie, utilizzabili per perseguire altri obiettivi politici.
Il coraggio di dare reale priorità al digitale
E poi c’è anche il coraggio di dare reale priorità al digitale nell’agenda politica. Adesso non c’è un ministro del digitale. Si spera di avere un sottosegretario o un vice ministro. Priorità vuol dire infatti per prima cosa chiarire la governance politica. E poi significa anche stanziarci risorse economiche. Questo lo vedremo con la prossima finanziaria. Si tratta per esempio di defiscalizzare gli investimenti innovativi, investire sulle infrastrutture, sulla digitalizzazione della PA, e sugli altri grandi temi fondamentali per la trasformazione del Paese. Il coraggio quindi di credere nei valori dell’innovazione e di metterli in pratica, con le giuste decisioni politiche. Ma poi c’è, infine, un terzo coraggio, che mi piace sottolineare.
Il coraggio dello switch off
Il coraggio dello switch off. Di forzare il cambiamento, quando serve. In Italia abbiamo avuto due esempi positivi. Il primo con il passaggio alla fatturazione elettronica obbligatoria (prima verso la PA soltanto, da gennaio 2019 anche tra imprese). Il secondo con l’obbligo di iscrizione online dei bambini a scuola. In entrambi i casi i benefici ottenuti in termini di riduzione costi e tempi sono stati significativi.
Vedremo quale approccio avrà al digitale questo Governo.
Intanto, Digital360 sta portando a compimento la campagna InnovationFirst, di discussione e indirizzo delle politiche sul digitale, condotta sulle nostre varie testate ed eventi di Gruppo. Questo culminerà nelle prossime settimane con la pubblicazione di un libro bianco, con proposte concrete che metteremo a disposizione del Governo, come annunciato al recente ForumPa 2018 di Roma (22-25 maggio).
Il nuovo Governo abbracci il digitale o fallirà in tutti i campi: ecco perché