La frontiera

Oltre il fintech: blockchain e IoT nel caso Helium

Un network wireless in cui i dispositivi IoT ospitano gli hotspot e generano criptovalute attraverso un algoritmo a ridotto impatto ambientale: Helium è l’esempio della blockchain oltre la finanza. Come funziona, quando è nata, le altre applicazioni di blockchain e IoT

Pubblicato il 08 Apr 2022

Gianluca Albè

A&A – Albè & Associati Studio Legale

Federica Bottini

A&A – Albè & Associati Studio Legale

blockchain - DAS - blochchain IoT

Gli NFT hanno contribuito a scalfire il binomio finanza-criptovalute, ma il FinTech è ancora il principale campo di applicazione di criptovalute e blockchain.

Nel campo della finanza, si è visto come la blockchain si presti a plurimi impieghi, grazie all’automaticità delle transazioni, alla tracciabilità ed all’immodificabilità dei dati immagazzinati al suo interno.

La maggior parte delle risorse globali è quindi ancora fortemente dedicata al settore finanziario, dove risulta preminente l’esigenza di inquadrare giuridicamente il fenomeno e tutelare in modo adeguato tutti gli attori del sistema, a partire dagli investitori, attraverso una disciplina ad hoc.

Criptovalute e blockchain: serve accelerare la regolamentazione

È nata la De-Fi, la finanza decentralizzata che si serve della blockchain per garantire automaticità e rapidità di esecuzione alle transazioni finanziarie, grazie agli “smart contract” o “contratti intelligenti”.

Si fanno largo obiettivi ambiziosi, come la proposta di emissione di valute virtuali a livello centrale emersa nel corso dell’incontro del G7 tenutosi a Washington nell’ottobre 2021.

Eppure, l’esperienza più recente dimostra che progetti di successo con le criptovalute si possano individuare anche in settori totalmente estranei all’ambito finanziario e molto più vicini al quotidiano di quanto si pensi, avvalendosi della rete internet e dell’Internet of Things.

Ne è un esempio il progetto Helium.

Blockchain e IoT: come funziona Helium

Helium è una blockchain nata del 2013 per incentivare lo sviluppo della prima rete wireless peer-to-peer, ovvero decentralizzata, al mondo.

Il network è composto da dispositivi IoT che ospitano gli hotspot e offrono copertura: gli hotspot producono e sono compensati in HNT, la criptovaluta nativa della blockchain Helium.

Helium si pone obiettivi diversi dalla speculazione finanziaria, con soluzioni anche a vantaggio della collettività.

Tra le caratteristiche:

  • Il Long-Fi, che permette la trasmissione dati in radiofrequenza su distanze difficilmente raggiungibili con la tradizionale rete Wi-Fi;
  • Il “Mining” a casa propria, cioè la possibilità di estrarre e generare criptovalute semplicemente collegando il proprio dispositivo alla rete;
  • Il guadagno in criptovalute, cioè la ricompensa finanziaria per stimolare l’accesso al sistema e ampliare la copertura wireless.

È ovviamente necessario essere in possesso di dispositivi supportati per fornire copertura alla rete e dotati di quanto necessario per il mining.

Il sistema di Helium sembrerebbe aver fatto i conti con una delle maggiori criticità delle blockchain: l’impatto ambientale.

Per poter funzionare, la tecnologia blockchain richiede infatti un notevole dispendio di energia elettrica, che dai dati raccolti a livello globale può essere paragonabile al fabbisogno energetico di un intero Paese come l’Argentina.

Le transazioni automatiche e senza intermediario hanno quindi bisogno di dispositivi con potenti processori e ad alti consumi che le validino e risolvano i quesiti che permettano di estrarre le criptovalute.

In Helium la blockchain funziona con un diverso algoritmo, il Proof of Coverage (PoC), che permetterebbe di consumare una minor quantità di energia.

Il PoC verifica, su base continua, che i dispositivi IoT siano effettivamente dove vengono dichiarati e realmente creino la copertura di rete per lo scopo che ci è prefissati.

Criptovalute e IoT: le altre esperienze

Helium non è però l’unico esempio di applicazioni blockchain e criptovalute all’Internet of Things, che abbraccia ormai contesti molto variegati tra loro.

La blockchain può infatti assicurare non solo la connessione tra i dispositivi a livello decentralizzato, con maggiore garanzia e sicurezza a livello informatico, ma anche una maggiore riservatezza e tutela dei dati che vi sono immagazzinati.

Sono stati messi a punto dei sistemi in grado di offrire alle aziende innovativi sistemi di cybersecurity o di gestione dei processi aziendali, come Xage o Vechain.

Non si serve invece di blockchain ma si basa sempre sull’IoT la criptovaluta IOTA, la cui principale caratteristica consiste nel permettere l’esecuzione di transazioni senza commissioni e senza il ricorso ai miners. L’automaticità è in tal caso garantita dalla tecnologia Tangle.

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