Obiettivo strategico della PA è la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico per garantire la creazione di servizi digitali a valore aggiunto e fornire strumenti di supporto alle decisioni dei vertici amministrativi basati su informazioni affidabili e indipendenti o, come spesso vengono definiti, data-driven.
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Valorizzazione del patrimonio informativo pubblico per servizi digitali avanzati
Il patrimonio informativo pubblico, potenzialmente tra i più vasti ed articolati, se correttamente organizzato può essere pertanto la base per applicazioni diverse, tra cui in primis l’intelligenza artificiale, che di dati provenienti da fonti affidabili e verificate ha estremamente bisogno per il suo corretto sviluppo.
In questo ultimo scorcio di anni l’UE, attraverso la Strategia europea dei dati, l’emanazione del Regolamento UE 2022/868, Data Governance Act, seguito dal Regolamento 2023/854, Data Act, ha posto le basi per costruire un’economia dei dati fondata sulla creazione di spazi in cui condividere i dati interoperabili di provenienza verificata, allo scopo dichiarato di superare le barriere legali e tecniche che ne impediscono lo scambio e il riutilizzo.
La normativa italiana sugli open data e categorie di dati ad elevato valore
L’Italia con il Decreto legislativo n. 200/2021[1] ha recepito la Direttiva UE 2019/1024, Direttiva Open Data e con le Linee guida sui dati aperti, adottate con la Determinazione n. 183/2023[2], Agid ha avviato un processo concreto di supporto e indirizzo delle PA per consentire l’apertura e la pubblicazione dei dati di rispettiva competenza[3] .
Il Regolamento di esecuzione (UE) 2023/138 ha identificato sei categorie di dati particolarmente importanti per il loro potenziale di riutilizzo:
- Dati geospaziali (es. mappe, immagini satellitari)
- Dati relativi all’osservazione della Terra e all’ambiente (es. dati sul clima, la qualità dell’aria)
Dati meteorologici (es. previsioni del tempo, dati sulle precipitazioni) - Dati statistici (es. dati demografici, economici, sociali)
- Dati relativi alle imprese e alla proprietà delle imprese (es. registri delle imprese, dati sui bilanci)
- Dati relativi alla mobilità (es. dati sul traffico, trasporti pubblici)
PA e gestione dei dati: la guida operativa Agid
Per supportare le pubbliche amministrazioni nella gestione di questi dati, AGID ha pubblicato una specifica Guida operativa. In generale per la consultazione e la messa a disposizione degli open data nazionali è stato istituito il portale dati.gov.it/. A loro volta i metadati raccolti ed esposti dal catalogo nazionale dati.gov.it confluiscono poi nel Portale europeo dei dati aperti, andando concretamente a costruire quello spazio di condivisione ed interscambio fulcro della strategia europea sui dati.
Esperienze regionali: il modello Friuli-Venezia Giulia per gli open data
Nell’ambito della struttura che abbiamo delineato, all’interno del catalogo nazionale, vi possono essere enti intermedi – come le Regioni – che nei loro cataloghi “locali” , oltre ai loro dati, possono contenere, in un’azione di sussidiarietà, anche i metadati di altre pubbliche amministrazioni fungendo in questo modo da intermediari per il catalogo nazionale, senza che ciò richieda interventi manuali e senza cambiare la titolarità del Dataset che rimane sempre in capo alla PA produttrice iniziale.
Fatta tale premessa, dal punto di vista organizzativo la Regione Friuli Venezia Giulia ha istituito una piattaforma web che funge da punto unico per la ricerca e consultazione dei dati pubblici regionali, gli stessi dati vengono poi riversati, come abbiamo visto, nel catalogo nazionale ed in quello europeo.
Questa piattaforma ospita oltre 250 temi d’interesse, offrendo accesso a dati classificati per aree tematiche, scaricabili in vari formati, consentendo il loro riutilizzo da parte di cittadini, imprese e enti locali; si è dotata di un organismo di Coordinamento Open Data, istituito con la DGR 2626/2014, che gestisce e promuove gli Open Data della Regione, esso è composto dal Servizio ICT ed è supportato dalla società Insiel S.p.A., che assiste gli enti locali nel processo di individuazione, modellazione, metadatazione e pubblicazione dei dati; dal febbraio 2016, inoltre, è Open Data anche il patrimonio informativo dell’infrastruttura regionale di dati ambientali e territoriali IRDAT FVG, il cui Catalogo online espone oltre 700 Dataset di carattere geografico.
Benefici degli open data per cittadini, imprese e pubblica amministrazione
L’obiettivo principale è creare una comunità regionale che valorizzi le informazioni pubbliche aperte, migliorando la trasparenza amministrativa, favorendo un maggiore coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e stimolando progetti innovativi sul territorio.
L’ambizione è anche quella di favorire l’iniziativa economica privata mediante la creazione di imprese che possano sviluppare nuovi servizi digitali che migliorano la qualità della vita dei cittadini, come ad esempio applicazioni turistiche o di mobilità sostenibile, basati sul riutilizzo dei dati pubblici .
I vantaggi organizzativi per le PA
Indubbi anche i vantaggi organizzativi degli open data per le PA: l’utilizzo dei dati aperti riduce i costi derivanti dalla duplicazione dei dati e migliora l’organizzazione interna degli enti pubblici grazie alla condivisione delle informazioni, promuove un processo di omogeneizzazione che porta a informazioni aggiornate e complete, migliorate ulteriormente con le segnalazioni degli utenti.
Sfide nella gestione degli open data a livello comunale e strategie operative
L’attuazione di questo ambizioso processo spesso si scontra con ostacoli organizzativi e culturali: ad esempio la gestione interna delle strutture amministrative può essere complessa e può richiedere un adeguamento delle procedure interne per supportare l’apertura dei dati; inoltre è imprescindibile convincere l’intera struttura dell’importanza della trasparenza e della messa a disposizione delle informazioni, talvolta attuando azioni formative mirate.
Garantire la qualità e l’aggiornamento costante dei dati è fondamentale ma può essere difficile da mantenere nel tempo; dal punto di vista tecnico la diffusione degli Open Data è strettamente legata alla presenza di infrastrutture digitali adeguate, non sempre uniformemente disponibili su tutto il territorio.
Rivolgendo lo sguardo all’ente comunale per attuare tale efficacemente questo processo, è necessario definire una chiara data governance interna, con l’individuazione di ruoli e responsabilità.
L’importanza del Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD)
Determinante è l’azione svolta dal Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD), che può costituire un apposito Gruppo di lavoro coinvolgendo l’ufficio statistico del Comune.
L’attività di apertura e pubblicazione dei dati può essere tracciata;
Mentre per rendere operativi i processi di data governance e di messa a disposizione dei dati si può prevedere un percorso di definizione delle modalità di pubblicazione, attraverso le piattaforme regionali e poi nazionali ed europee .
Questa è la strada intrapresa in particolare dal Comune di Udine che contribuisce con i sui data set al sistema generale degli open data (gli ultimi pubblicati si riferiscono al Corpo Elettorale, Commercio su aree pubbliche, Commercio in Sede Fissa, Centri e Complessi Commerciali, Rendiconto Spese e Rendiconto Entrate sino al 2023 ) nella consapevolezza che ciascun ente può e deve fare la sua parte nel governo dei dati e nella sua messa a disposizione della comunità.
Note
[1]Decreto che ha a sua volta modificato il previgente Decreto legislativo n. 36/2006.
[2]Le Linee guida Open Data forniscono elementi utili di data governance, anche in relazione all’interoperabilità, e propongono uno schema per il processo di formazione e pubblicazione dei dati, che include le fasi di identificazione, analisi, arricchimento, modellazione e documentazione, validazione e pubblicazione. Tenuto conto che sono necessari momenti di confronto su esperienze, buone pratiche, nuove soluzioni tecnologiche, procedure organizzative e servizi innovativi intorno al tema degli open data, il piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione aggiornato l 2025 indica che potrebbe essere promossa come una Conferenza nazionale con cadenza annuale annuale in cui coinvolgere PA, imprese, pubbliche e private, accademia, utenti, comunità, sviluppatori per fare sintesi sul livello di maturità dei dati in Italia. Entro fine 2025, è prevista la realizzazione di un assistente virtuale (chatbot) che sfrutti l’Intelligenza Artificiale per migliorare l’esperienza dell’utente nella ricerca e nell’utilizzo di dati disponibili sul Catalogo Nazionale dei Dati Aperti.
[3]In Italia, ci sono diversi progetti innovativi basati sugli Open Data, come ad esempio: Open Coesione: questo progetto promuove l’efficacia delle politiche di coesione in Italia attraverso la pubblicazione dei dati sui progetti finanziati e una diffusa partecipazione civica, offre strumenti per monitorare lo stato di avanzamento dei fondi europei destinati allo sviluppo territoriale: OpenBilanci: rende disponibili i bilanci di tutti i comuni italiani, permettendo ai cittadini di accedere facilmente a informazioni finanziarie dettagliate e confrontabili; Monithon: Un’iniziativa che coinvolge i cittadini nella valutazione dell’impatto degli interventi pubblici finanziati con fondi europei, utilizzando gli Open Data per migliorare la partecipazione civica; Sistemi Informativi Territoriali (SIT): utilizzano Open Data per supportare processi pianificatori e decisionali degli enti locali, consentendo anche lo sviluppo di applicazioni innovative in ambiente Open GIS. Queste iniziative dimostrano come gli Open Data possano essere utilizzati per migliorare la trasparenza amministrativa, favorire l’innovazione tecnologica e aumentare la partecipazione civica nel Paese.