Se gli open data sono nati per offrire maggiore trasparenza e condivisione delle informazioni della PA verso i cittadini e le imprese, questo non rappresenta più una condizione sufficiente. È opportuno avere informazioni sempre più “fresche” e aggiornate con strumenti più semplici rispetto ad uno scarico massivo di informazioni, con API che permettono l’interrogazione di intere banche dati che l’utente deve sapere leggere e interpretare, quindi si devono immaginare nuove API che possano restituire informazioni più puntuali e sintetiche con la possibilità di essere fruite da persone che non hanno elevate conoscenze tecniche, semplicemente richiedendo ciò di cui ha bisogno.
Cos’è un’API
API è l’acronimo di Application Programming Interface, un sistema sviluppato per fornire un set di istruzioni e standard per l’utilizzo di un servizio specifico. Solitamente viene utilizzato per semplificare agli sviluppatori l’uso di un’applicazione o per rendere pubblici i servizi a chiunque voglia utilizzarli e rappresentano una modalità per un software di ottenere informazioni da un altro software, con uno scambio di messaggi generati per fare delle richieste e ottenere delle risposte.
Nel panorama nazionale e internazionale sono disponibili diverse API a pagamento o gratuite, rese disponibili da soggetti privati o dalla Pubblica Amministrazione. Sono utilizzate a scopo interno ad esempio per la propria gestione operativa o a scopo esterno per accedere a servizi o effettuare scambi di informazioni, di queste ultime si stimano ca 30.000 API a livello mondiale che contribuiscono a creare la cosiddetta API economy, una delle chiavi per la generazione di valore aggiunto nell’economia digitale.
Nell’ambito della PA nazionale il numero delle API è drasticamente ridotto, nonostante si facciano numerosi sforzi per incentivarne lo sviluppo e l’utilizzo.
Il catalogo delle API
La realizzazione del nuovo modello d’interoperabilità, asse portante del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione, permetterà la collaborazione tra le PA e tra le stesse e soggetti terzi, per mezzo di soluzioni tecnologiche che assicurano l’interazione e lo scambio di informazioni senza vincoli sulle implementazioni, evitando integrazioni ad hoc.
E’ stato realizzato un nuovo catalogo delle API dove sono presenti solo alcuni servizi della PA, nella speranza che i diversi servizi presenti nel territorio aderiscano a questa iniziativa, tra questi si riportano i seguenti:
- Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali
- Il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali è il catalogo nazionale dei metadati riguardanti i dati territoriali e i servizi ad essi relativi disponibili presso le Pubbliche Amministrazioni. Restituisce una serie di informazioni come ad esempio la cartografia catastale, la copertura geografica e i contatti dell’ente che pubblica le informazioni.
- Data & Analytics Framework CKAN API
- API per ricercare e visualizzare gli open data del Data & Analytics Framework, attualmente non è disponibile perché in fase di migrazione.
- SIOPE+ API
- SIOPE+ è l’infrastruttura che intermedia il colloquio tra le pubbliche amministrazioni e le banche tesoriere con l’obiettivo di migliorare la qualità dei dati per il monitoraggio della spesa pubblica, rilevare i tempi di pagamento dei debiti commerciali e aumentare l’efficienza del sistema dei pagamenti pubblici, sviluppato dalla Banca d’Italia in collaborazione con la Ragioneria Generale di Stato e l’AGID.
- Muoversi in Lombardia
- Il servizio mette a disposizione informazioni georeferenziate relative agli orari del Trasporto Pubblico Locale in Regione Lombardia, restituendo delle soluzioni di viaggio partenza/arrivo personalizzate sia per modalità di trasporto (bus, treno, metro etc.) che per numero e tempi di interscambio.
- INGV Earthquake event
- Il servizio restituisce le informazioni relative agli eventi sismici localizzati
- Aree Protette
- Il servizio fornisce informazioni sui Parchi, riserve naturali e monumenti naturali della Regione Lombardia censiti tramite il servizio Parchi e Riserve.
- ANPR Dashboard API
- Il servizio API permette di recuperare le informazioni aggiornate su base periodica relative allo stato della migrazione dei comuni italiani.
Dagli opendata alle API
Avere a disposizione nuove API che possano restituire informazioni più puntuali e sintetiche consentirebbe di raggiungere uno degli obiettivi del Piano Triennale dell’Informatica della PA, ovvero quello di favorire la creazione di un nuovo mercato per le imprese con la possibilità di accedere a informazioni che sono considerate “riservate” in un modello “API first”, non immaginato solo come semplificazione delle procedure di scambio di dati e servizi tra PA o tra PA e privati. Oggi le imprese hanno sete di dati della PA, per migliorare le proprie strategie di business, aumentare il proprio fatturato, focalizzare maggiormente i propri investimenti, quali azioni di marketing adottare, in linea anche con le nuove disposizioni della Direttiva 1024/2019 della Commissione Europea, che sancisce definitivamente l’importanza del riuso dell’informazione e il dato per la creazione di valore, anche commerciale.
Anche la stessa Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), l’evoluzione del Data & Analytics Framework (DAF), potrebbe essere utile non solo per valorizzare il patrimonio informativo pubblico nazionale tra gli addetti ai lavori della PA, ma anche in un’ottica di restituzione dei servizi di analisi ai privati.
Quindi dietro un API c’è sempre un dato e si potrebbero riportare infiniti esempi di informazioni che potrebbero essere utili al mondo delle imprese come ad esempio le informazioni del registro delle imprese, i dati ISTAT e quelli dell’ecosistema della Finanza pubblica in correlazione con i dati delle università, delle banche, delle associazioni imprenditoriali. In particolare, ogni soggetto appartenente ad ogni ecosistema individuato nel Piano Triennale deve esporre i propri servizi tramite le API, smarcate le problematiche di titolarità e privacy delle informazioni. Per accelerare e agevolare l’erogazione dei servizi API da parte degli ecosistemi, si potrebbe adottare lo stesso principio del Cloud API dove anziché allocare risorse di elaborazione, archiviazione e rete per applicazioni o servizi cloud richiesti, deve avere una funzione di gateway centrale di rilascio dei servizi e dati della PA, come è stato fatto ad esempio per il progetto dell’app IO che permette alle diverse Pubbliche Amministrazioni, locali o nazionali, di raccogliere tutti i servizi, le comunicazioni e i documenti in un unico luogo e di interfacciarsi in modo semplice, rapido e sicuro con i cittadini.
Tutto ciò consentirebbe di creare un modello virtuoso tra imprese e PA, come una “economia circolare dei dati”.
Ma non solo, proviamo ad immaginare anche un mondo in cui data scientist, ricercatori, liberi professionisti necessitano per varie ragioni di accedere a informazioni tramite l’ausilio di Sandbox API che rappresentano solo dei campioni finalizzati solo a delle analisi per un determinato periodo di tempo, questo potrebbe generare nuova conoscenza e risultati da riutilizzare nella Pubblica Amministrazione.