il caso

Open Data, il civic engagement nel modello Lazio

La comunità Open Data deve includere oltre alle amministrazioni anche i cittadini e tutti i portatori di interesse. La community è parte attiva nel processo di definizione delle politiche pubbliche territoriali

Pubblicato il 23 Apr 2015

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Cosa possono fare i dati pubblici liberati lo sappiamo bene, basta vedere la bella esperienza di Monithon e OpenCoesione, che hanno attivato il monitoraggio civico sulle opere finanziate con i fonti strutturali europei da parte di cittadini e associazioni con grande successo. Questa partnership tra un’amministrazione pubblica e un’associazione della società civile nel 2014 ha permesso all’Italia di classificarsi in 4a posizione, sui 33 paesi candidati all’Open Government Partnership Award.

Ed è proprio il civic engagement la chiave di volta su cui poggia il progetto Open Data Lazio, il programma di apertura del patrimonio informativo dell’amministrazione regionale e della amministrazioni del territorio. Attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini e la collaborazione di massa, si punta a creare una community che viva anche off line e che si impegni al miglioramento dei servizi pubblici. Le aziende lo hanno già capito quando promuovono al loro interno la così detta social organization, ovvero un ambiente in cui i talenti, la creatività e le competenze dei singoli vengono valorizzate rendendo l’organizzazione più produttiva ed efficiente. E’ tempo che lo capisca anche la PA.

L’engagement è lo spazio dove si incontrano le esigenze della cittadinanza e gli obiettivi dell’amministrazione, dove tanto più i risultati saranno visibili ed immediati, tanto più sarà alto il livello di coinvolgimento. E’ quindi con un sistema integrato di azioni di comunicazione, informazione, formazione e assistenza che la Regione Lazio ha dato il via ad un vero e proprio tour nelle cinque province laziali per coinvolgere amministrazioni locali, imprese, cittadini e centri di ricerca nell’operazione di apertura e riutilizzo dei dati pubblici: “Attraverso questi incontri si gettano le basi per la futura Comunità Open Data regionale, che deve includere oltre alle amministrazioni anche i cittadini e tutti i portatori di interesse. La community è parte attiva nel processo di definizione delle politiche pubbliche territoriali”. Così commenta Antonella Giulia Pizzaleo, responsabile Agenda Digitale e Internet Governance Regione Lazio, al margine della prima tappa a Formia (LT) del DataLab Lazio Tour.

Ovviamente tutto ciò richiede un cambio di rotta, un ripensamento del modello organizzativo che contraddistingue le nostre pubbliche amministrazioni per un sistema reticolare, fondato su delle community aperte e interconnesse che condividono vision, obiettivi e valori. A questo si deve aggiungere l’introduzione di sistemi di misurazione e monitoraggio dei lavori e di raggiungimento degli obiettivi stessi. Un segnale in questo senso la Regione Lazio lo aveva dato già lo scorso ottobre, quando nel Piano della performance 2014-2016 della Regione Lazio che definisce gli indicatori e i valori di riferimento (target) che saranno utilizzati ai fini della misurazione, della valutazione e della rendicontazione delle prestazioni della dirigenza regionale, aveva introdotto l’obiettivo “Open data: tutto fuori”. Per la prima volta tra gli obiettivi individuali del Dirigente (direzioni e agenzie regionali) si prevede la liberalizzazione dei dati in possesso dalla struttura di competenza.

Questa esperienza, ancora nella sua fase inziale, ma con un’ottima partenza come ci dimostrano gli oltre cento partecipanti alla sessione formativa gratuita, realizzata dall’amministrazione regionale in collaborazione con il Comune di Formia, che l’open goverment trascende il mondo virtuale e le tecnologie. E’ la molla che farà scattare nella realtà dinamiche di confronto e di monitoraggio da parte dei cittadini.

Gli Open Data saranno strumenti di trasparenza e sviluppo dei territori, come sottolinea Gianni Dominici, Direttore Generale di FORUM PA – partner del progetto insieme a Lait spa, Sinergis e Depp: “Solo se da una parte le amministrazioni li vedranno come una reale opportunità e non come un obbligo, come un mero adempimento normativo, e dall’altro lato la politica non li userà come un semplice slogan da sbandierare quando serve per poi abbandonarlo subito dopo”.

In sintesi, come ha scritto Alessandro Longo, smetteranno di essere la Cenerentola dell’Agenda Digitale.

C’è dunque un nuovo portale Open Data sullo scenario nazionale, è dati.lazio.it, un modello di liberazione del patrimonio informativo pubblico totalmente innovativo, volto andare oltre le tradizionali operazioni di trasparenza, per instaurare un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazioni nella gestione della cosa pubblica e dei beni comuni.

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