Open data, il database dei notai per raccontare gli italiani

Il CAD ha introdotto il concetto della disponibilità degli Open data: un sottoinsieme dei Big data ma diversi per finalità e utilizzi. Il notariato è un grande fornitore di dati e il suo database può raccontare le storie degli italiani attraverso acquisti, mutui, donazioni, imprese e transazioni che passano dai loro studi

Pubblicato il 29 Nov 2017

Gea Arcella

Notaio, Assessore al Comune Udine alla smart city ed innovazione digitale

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Consapevolmente o meno, continuamente cediamo pezzi della nostra personalità consentendo alle aziende di capire le nostre tendenze, i nostri gusti semplicemente navigando in internet o utilizzando gli strumenti social.

La pervasività di queste analisi ha portato il 30 maggio 2017 l’AGCOM, l’Antitrust e il Garante privacy a dare il via a un’indagine congiunta sui Big Data.

Concorrenza, libertà di informazione e protezione della vita privata sono i grandi temi sotto la lente delle tre autorità di garanzia.

Eppure come singoli spesso viviamo dei paradossi: il miraggio di qualcosa di gratuito ci porta a consentire continue invasioni nella nostra sfera privata, mentre siamo talvolta insofferenti verso l’informazione pubblica, intesa come quel complesso di informazioni presenti nei registri di pubblicità legale.

LA SCHEDA: OPEN DATA E BIG DATA, L’IMPORTANZA PER LA PA

Recentemente la Corte di giustizia dell’Unione europea, con la sentenza del 9 marzo 2017 – relativa alla causa C-398/15 – ha ribadito il valore dell’informazione pubblica in relazione alla richiesta di un soggetto che chiedeva l’oscuramento di alcuni suoi dati personali collegati al fallimento di una società (tecnicamente chiedeva il diritto all’oblio) affermando che:

  • la pubblicità del Registro delle imprese ricopre una funzione pubblica essenziale, in quanto garantisce la certezza del diritto nelle relazioni tra le società e i terzi e tutela gli interessi di questi ultimi rispetto alle società di capitali, dal momento che queste offrono come unica garanzia per i terzi il proprio patrimonio sociale; per garantire il soddisfacimento di tali finalità,
  • la pubblicità legale deve consentire ai terzi di conoscere gli atti essenziali della società interessata, determinate informazioni che la concernono e in particolare le generalità delle persone che hanno il potere di obbligarla.

Il principio di diritto espresso dalla Corte europea è particolarmente importante per la salvaguardia della completezza ed esaustività dei pubblici registri: l’aver ribadito che esistono delle esigenze superiori rispetto agli interessi dei singoli, che permangono nonostante il decorso del tempo, significa che la pubblica fede, connessa a prerogative statuali, è riconosciuta come un valore, così come un valore è il dato pubblico per la collettività nel suo insieme. Questa sentenza costituisce un argine anche a tutte quelle richieste, rivolte al Garante italiano, finalizzate all’oscuramento di taluni dati nei registri immobiliari solo perché connessi a trascrizioni pregiudizievoli, poi cancellate, in quanto ribadisce la netta differenza tra il trattamento dei dati effettuato in ambito pubblico (per l’esattezza dal Registro del Imprese) e non a quello effettuato in ambito commerciale, tenendo nettamente distinto il ruolo del registro pubblico da quello dell’operatore privato.

I dati statistici del notariato italiano

Il valore dell’informazione pubblica è legato strettamente ai soggetti che possono fornirla ed elaborala. Lo stesso concetto di registro pubblico richiama la necessità che l’immissione del dato sia appannaggio di soggetti qualificati che assumono la responsabilità della loro consistenza e veridicità.

Nei sistemi di civil law, come il nostro, questo ruolo è affidato prevalentemente ai notai ed ai giudici e l’atto autentico, come la sentenza, sono il veicolo privilegiato per l’immissione dei dati nel registro.

Il notariato è quindi un grandissimo fornitore di Open data: tutti i principali registri pubblici che riguardano le attività private sono alimentati dagli atti notarili: da quelli immobiliari a quelli delle imprese, dal registro delle successioni al registro generale testamenti, da quelli anagrafici a quelli dello stato civile. Fino ad ora, però, il notariato non ha mai interrogato sé stesso né ha usato questi dati per conoscersi e far conoscere meglio chi utilizza il ministero notarile.

Dal 2016 per la prima volta, a partire dalle informazioni che quotidianamente forniamo alla PA, in formato strutturato ed aperto (xml) abbiamo costruito un database per raccontarci e raccontare le storie degli italiani rispettoso della privacy dei notai e dei cittadini perché totalmente anonimo: l’acquisto della casa, i mutui, le donazioni, l’impresa individuale e collettiva, i valori economici delle transazioni che passano nei nostri studi.

Il rapporto dei Dati Statistici Notarili è quindi una fotografia originale che parte dalle transazioni dei privati per descrivere il paese non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociologico, con correttezza e veridicità…insomma da notai.

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