La progressiva disaffezione che negli ultimi decenni ha caratterizzato l’affluenza al voto dei cittadini italiani ha posto come urgente al decisore politico la problematica di una maggiore partecipazione dei cittadini stessi alla vita amministrativa e politica delle istituzioni, locali e nazionali, e di come rendere accessibili ed inclusivi i processi decisionali.
Più open government contro la disaffezione dei cittadini
Un primo passo verso un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte polico-amministrative è venuto dall’adozione sempre più diffusa delle politiche di open government o di “governo aperto”.
Storicamente l’origine della dottrina viene fatta risalire ai concetti filosofici dell’Illuminismo, e in particolare alle teorie politiche di Montesquieu e Antonio Genovesi; in epoca decisamente più recente è stata l’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama nel dicembre 2009 che, con l’emanazione della Direttiva sull’Open government, ha dato un grande slancio propulsivo a tali politiche, ispirandosi ai principi di Trasparenza, Partecipazione e Collaborazione.
L’attuale definizione di “Governo aperto”, richiamata anche dal nostro Ministero per Pubblica Amministrazione è tratta dal Rapporto OCSE, “Open Government: The Global Context and the Way Forward” del 2016 ed è la seguente: è “una cultura della governance che promuove i principi di trasparenza, integrità, accountability e partecipazione dei portatori di interesse a sostegno della democrazia e della crescita inclusiva” .
I principi fondamentali dell’Open Government
Tre sono pertanto i principi fondamentali dell’Open Government:
- la Trasparenza, che favorisce e promuove la responsabilità fornendo ai cittadini le informazioni sulle attività dell’Amministrazione
- la Partecipazione, che aumenta l’efficacia dell’azione amministrativa e migliora la qualità delle decisioni dell’Amministrazione
- la Collaborazione, che coinvolge direttamente i cittadini nelle attività dell’Amministrazione.
In particolare la partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche consente di adottare processi decisionali inclusivi, attraverso i quali le amministrazioni hanno la possibilità di comprendere meglio i bisogni a cui dare una risposta e conseguentemente di compiere scelte migliori, proprio grazie al contributo dei destinatari finali di quelle decisioni.
Consultazione.gov.it e ParteciPA
Assodato che le politiche di governo aperto rappresentano uno dei modi più incisivi per modernizzare le amministrazioni pubbliche e migliorare la qualità dei servizi resi a cittadini e imprese, tassello fondamentale è consentire la partecipazione più ampia possibile ai processi decisionali pubblici[1]; la sfida diventa approntare degli strumenti, resi disponibili dalle istituzioni ai cittadini, che grazie alle nuove tecnologie (applicazioni fruibili via web ma anche tramite telefonia mobile) consentano una effettiva partecipazione politica alle scelte delle istituzioni in qualsiasi ambito e qualsiasi livello (locale, nazionale, sovranazionale).
Dal 2019, al fine di promuovere presso le PA italiane delle consultazioni pubbliche di qualità, il Dipartimento della Funzione Pubblica e il Dipartimento delle Riforme Istituzionali hanno realizzato le linee guida operative sulla consultazione pubblica; l’azione non si è limitata, però, a sollecitare l’adozione a di buone prassi da parte delle PA per le consultazioni, ma le medesime Istituzioni hanno messo a disposizione il portale Consultazione.gov.it, dove trovare, documenti, approfondimenti, notizie e tutte le consultazioni in corso, e la piattaforma ParteciPA.
Quest’ultima è uno vero strumento operativo per dare pratica attuazione ai processi di consultazione e partecipazione pubblica; la piattaforma è completamente open source e attraverso di essa il cittadino può partecipare on line alle consultazioni attive, prendendo parte a un dibattito, commentando, o inserendo proposte, rispondendo a un questionario, prendendo parte ad un incontro o ad altre attività; per le PA, locali o centrali, è invece possibile avviare tramite la piattaforma una consultazione pubblica, per raccogliere il punto di vista di tutti i soggetti potenzialmente interessati – singoli cittadini, imprese e/o loro organizzazioni – nell’elaborare politiche pubbliche.
In questo modo, attraverso il processo di consultazione[2], le amministrazioni interessate sollecitano i cittadini a fornire commenti, idee, osservazioni o altri tipi di informazioni per arricchire e migliorare la decisione da prendere o il provvedimento da adottare. Una volta acquisiti ed esaminati i contributi pervenuti, le amministrazioni rendicontano le osservazioni pervenute e quelle eventualmente accolte[3].
Strumenti digitali per la partecipazione
Se questo è lo strumento messo a disposizione da parte del Ministero per promuovere e favorire le consultazioni pubbliche non mancano altri applicativi e piattaforme che possono essere adottati per consentire la partecipazione dei cittadini, di seguito alcuni esempi.
Consul Democracy
Consul Democracy, piattaforma di democrazia digitale, utilizzata a livello internazionale, sviluppata in modo aperto e condiviso, volta a favorire la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche.
Decidim
Decidim, piattaforma adottata sia al livello locale che internazionale, basata su software libero ed dotata di numerose funzioni per favorire la partecipazione dei cittadini, realizzata e sviluppata anch’essa in maniera partecipata, è utilizzabile sia da piccoli che da grandi gruppi, nei contesti più diversi, associativi o aziendali, ma anche in ambito pubblico e amministrativo; è la piattaforma di riferimento di Partecipa.gov.it, messa a disposizione per i processi di consultazione e partecipazione pubblica
Liquid feedback
Liquid feedback, software open source studiato per supportare processi di democrazia deliberativa, suddiviso in un processo di formazione dell’opinione e uno di votazione, all’interno di una comunità.
Limesurvey
Limesurvey, applicativo open source per la realizzazione di questionari e sondaggi online.
Referendum e iniziative popolari
A questi strumenti si è recentemente affiancata la piattaforma del Ministero della Giustizia per gestire i referendum e le iniziative legislative popolari[4]
La sua adozione, volta a facilitare la partecipazione democratica, era molto attesa in quanto accedendo alla sua area privata con la propria identità digitale (Spid, Cie, Cns o eIDAS), cittadini e comitati promotori possono sia sostenere che gestire una o più proposte referendarie.
Per i cittadini, una volta completata l’autenticazione con la propria identità digitale, è possibile sostenere un’iniziativa tra quelle disponibili e, al termine delle operazioni, scaricare l’attestato di sottoscrizione, avendo quindi conferma di quanto eseguito per il tramite della piattaforma.
Ai promotori la piattaforma consente di promuovere un referendum abrogativo, costituzionale o una legge di iniziativa popolare, utilizzando una procedura guidata e di seguirne tutto l’iter con una serie di strumenti, tra i quali anche una funzione che permette di visualizzare il numero di firme raccolte a livello territoriale per la specifica iniziativa.
Alla scadenza della raccolta firme i medesimi promotori possono scaricare un attestato, emesso dal ministero della Giustizia, di messa a disposizione dei dati e delle sottoscrizioni del quesito direttamente all’Ufficio referendum della Corte di Cassazione.
Considerato il rilievo costituzionale delle attività relative alla partecipazione politica che si possono svolgere tramite questa piattaforma, il suo sviluppo e la sua attivazione ha posto il nostro Paese in una posizione avanzata nell’uso delle tecnologie digitali a supporto della democrazia, confermando l’importanza dell’uso di tali strumenti per ampliare la partecipazione pubblica e l’accessibilità a tutti i livelli decisionali.
Note
1) Nel 2011 l’Italia ha aderito a Open Government Partnership (OGP), un’iniziativa cui partecipano 78 Paesi che mira a ottenere impegni concreti dai Governi in termini di promozione della trasparenza, di sostegno alla partecipazione civica, di lotta alla corruzione e di diffusione delle nuove tecnologie a sostegno dell’innovazione dentro e fuori le amministrazioni. Il contesto teorico scelto nell’ambito della partecipazione da parte Open Government Partnership (OGP) ed adottato dal Governo Italiano è quello della “democrazia deliberativa”, un paradigma elaborato allo scopo di migliorare la democrazia attraverso il dialogo e il dibattito informato fra cittadini; il termine “deliberazione” (dal verbo inglese “to deliberate”) non significa “decisione”, ma “valutazione” approfondita attraverso la discussione e il confronto fra punti di vista diversi. ↑
2) La promozione di pratiche sostenibili anche dal punto di vista sociale, nelle politiche degli Stati membri, è anche una richiesta dell’Europa: nel Piano d’Azione per la democrazia europea, approvato dalla Commissione nel dicembre del 2020, si raccomanda infatti la democrazia deliberativa per l’attuazione del Next generation EU, ovvero per tutte le opere pubbliche che rientrano nel PNRR. ↑
3) Dal punto di vista operativo all’interno di ogni processo partecipativo presente sulla piattaforma si trovano: la presentazione della consultazione con obiettivi e durata; le fasi in cui è organizzato il processo; gli strumenti messi a disposizione in ogni fase. ↑
4) Il progetto è stato curato dal Dipartimento per l’innovazione tecnologica della giustizia tramite la Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero ed è stata attivato con il DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18 luglio 2024, Attestazione dell’operativita’ della Piattaforma per la raccolta delle firme espresse nell’ambito dei referendum, di cui all’articolo 1, commi 341 e seguenti, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.173 del 25-07-2024. ↑