Un governo aperto – open government – è un governo che si poggia su tre pilastri che sono quelli della trasparenza, della partecipazione e di quella che chiamiamo accountability, ossia la possibilità di effettuare un controllo sociale delle politiche che la Pubblica Amministrazione mette in campo.
Il nostro Paese sin dal 2011 ha aderito all’Open Government Partnership, una iniziativa internazionale che raggruppa svariati Paesi nel mondo e che ha come obiettivo quello di sostenere lo sviluppo dell’Open Government. Ridurre cioè la distanza tra cittadini e Stato migliorandone l’interazione attraverso l’innovazione nella Pubblica Amministrazione ma soprattutto responsabilizzare i cittadini ad essere parte attiva nelle politiche che i governi mettono in campo. Il mezzo per fare tutto ciò all’interno di OGP sono una serie di iniziative specifiche contenute nei “piani d’azione”.
La settimana dell’amministrazione aperta 2019
In questo scenario, si è conclusa di recente la “Settimana dell’Amministrazione Aperta (SAA)”. Sono stati registrati più di 350 eventi in tutta Italia su temi come trasparenza, partecipazione, cittadinanza digitale, competenze digitali, accountability e dati aperti. E se pensiamo che negli altri Paesi le iniziative proposte si contano sulle dita di una mano e in qualche raro caso due mani, possiamo avere una idea dell’attenzione che c’è in Italia su queste tematiche. E’ stato un modo per mantenere alta l’attenzione della PA e della società civile sui temi che caratterizzano l’open government, ma anche l’occasione per rilasciare in consultazione il quarto piano d’azione su OGP.
Ricordiamo che il piano d’azione nazionale su Open Government “definisce le azioni strategiche in materia di governo aperto” e consiste in una serie di azioni che le pubbliche amministrazioni si impegnano a mettere in campo e ovviamente a portare a termine nell’arco di un tempo definito nel biennio 2019-2021.
Il quarto piano d’azione
Possiamo sicuramente dire che l’approccio utilizzato per questo quarto piano d’azione è decisamente migliorato rispetto all’impostazione data al piano precedente. E questo sia nella forma che nella sostanza.
Il quarto piano d’azione si sviluppa infatti in dieci “azioni” e cioè:
- Open Data,
- Trasparenza,
- Supporto alla partecipazione,
- Cultura dell’amministrazione aperta,
- Prevenzione della corruzione,
- Semplificazione,
- performance e pari opportunità,
- Servizi digitali e
- Cittadinanza e competenze digitali.
A questi che sono temi tradizionalmente presenti quando si parla di governo aperto, si vanno ad aggiungere il Registro dei titolari effettivi (ai fini della lotta al riciclaggio di denaro e al terrorismo internazionale) e la Regolamentazione dei portatori di interesse (ai fini di migliorare la trasparenza delle relazioni tra decisori pubblici e portatori di interesse).
Ognuna di queste azioni si sviluppa in una serie di impegni specifici assegnati ad una PA referente ognuno dei quali ha una data indicativa entro la quale dovrà essere portata a termine.
Credo che questo tipo di approccio vada sicuramente a superare una serie di criticità che erano presenti e che hanno depotenziato l’efficacia del precedente piano d’azione. Criticità che non abbiamo mai mancato di evidenziare più volte e in più circostanze.
Lo abbiamo fatto sia come associazioni della società civile sia come esperti di dominio. Nel terzo piano d’azione ho avuto infatti modo di rappresentare e portare il punto di vista dell’associazione onData (in precedenza ho avuto modo di contribuire ai lavori di OGP in qualità di coordinatore della Task Force Open Data dell’Istituto Nazionale di Statistica).
Dato aperto e dato utile
Ci sarebbero varie considerazioni da fare su ogni singola azione, e mi sento di dire che molte possono essere considerazioni sicuramente positive. Ad esempio nella prima azione, quella che riguarda i dati aperti, si parla di “dato utile”. Anche se detto così resta un concetto astratto e che va ulteriormente specificato, è un aspetto che ho avuto modo di sottolineare proprio di recente, evidenziando come sui dati aperti si stia al momento curando più la forma che la sostanza. C’è anche un esplicito riferimento alla necessità di incrociare domanda e offerta di dati. Questo è un punto che deve finalmente diventare centrale. L’essenza dei dati aperti, non mi stancherò mai di ricordarlo, sta infatti tutta nel loro riuso. Trovarlo nel piano d’azione è un segno che l’approccio nei confronti dei dati aperti sta maturando.
In definitiva un piano d’azione a tratti ambizioso, a volte troppo poco ambizioso ma complessivamente concreto. Mi auguro che gli impegni specifici vengano non solo onorati dalle PA coinvolte ma anche monitorati in modo adeguato.
Completano il quarto piano d’azione due appendici. La prima riguarda l’elenco dei servizi digitali da pubblicare nel biennio 2019-2021 mentre la seconda è relativa all’organizzazione e al funzionamento complessivo dell’Open Government Forum.
Faccio una breve considerazione solo sul primo punto. Non dobbiamo dimenticare che dovremmo tutti pensare sul serio a “la Pubblica Amministrazione” come ad un unico soggetto. Un soggetto in cui i circa 10.000 enti pubblici si “sciolgono” all’interno proprio attraverso i servizi digitali. Dando vita a quella Pubblica Amministrazione integrata di cui cittadini e imprese hanno urgentemente bisogno.