l'applicativo

Open source in Regione Lombardia: il progetto Open 2.0 e l’innovazione nel riuso

Open 2.0 è il primo ambiente open source che un’istituzione offre a cittadini, stakeholders dell’innovazione, PA e società sia profit, sia non profit. Così Regione Lombardia ribalta il paradigma delle relazioni col territorio mettendo al centro le persone

Pubblicato il 10 Lug 2018

Fabrizio Sala

vicepresidente e assessore per la Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia

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Più di 200 download in pochi mesi e l’adozione da parte di Regione Campania, dell’Associazione ManagerItalia, di Anci Lombardia, mentre il Cluster Tecnologico Lombardo per il manifatturiero avanzato lo ha scelto per gestire la comunicazione con la propria base associativa e AgID, organo della Presidenza del Consiglio italiano, lo ha inserito nel catalogo nazionale del riuso.

Ecco i numeri del crescente successo di Open 2.0, l’applicativo open source che Regione Lombardia mette a disposizione gratuitamente per la creazione di strumenti collaborativi digitali. Un’innovazione che voglio presentare qui perché può vantare diversi primati.

Cos’è Open 2.0

È infatti il primo ambiente open source che un’istituzione offre a cittadini, stakeholders dell’innovazione, società sia profit – filiere, reti di imprese, organizzazioni territoriali – sia non profit associazioni, federazionisenza dimenticare le Pubbliche Amministrazioni. Una scelta precisa, quella fatta da Regione Lombardia, che punta a valorizzare tutte le potenzialità dell’innovazione aperta in un campo rimasto, finora, quasi inesplorato. Se l’open innovation è infatti ormai una parola d’ordine per le imprese, specie se di grandi dimensioni, deve ancora affermarsi pienamente nel settore pubblico. O in enti e associazioni, che pure hanno dimostrato la propria volontà di fare innovazione.

Proprio per questo, Open 2.0 rappresenta una indubbia novità, per le istituzioni e non solo. Ed è facile capire come possa fare la differenza.  Open 2.0 è progettata per rispondere alle specificità organizzative e gestionali della Pubblica Amministrazione e delle organizzazioni complesse, in modo particolare per favorire lo sviluppo di progetti e l’incontro tra proposte collaborative: in una parola, crea community. È scalabile, interoperabile, riusabile, multilingua e questo significa che può diventare la base per piattaforme personalizzabili, adattabili alle esigenze della singola associazione, istituzione, impresa. Per fare un esempio, ManagerItalia ne ha fatto uno spazio di incontro virtuale in cui svolgere la sua ultima assemblea nazionale: Open 2.0 ha permesso una modalità di confronto innovativa, con un numero maggiore di interventi degli associati in un minor lasso di tempo e la netta riduzione dei costi legati ai loro spostamenti.

Open 2.0 è l’evoluzione della piattaforma Open Innovation, che Regione Lombardia ha avviato già tre anni fa per coinvolgere in prima persona tutti gli attori dell’innovazione sul territorio: imprese produttive e di servizio, università e centri di ricerca, cluster, enti pubblici, agenzie e centri di sviluppo territoriale hanno trovato qui uno spazio per condividere idee, lanciare proposte di collaborazione e sottoporre all’attenzione di un pubblico più ampio i risultati ottenuti.

Le persone al centro

Si tratta di una impostazione che ribalta il paradigma delle relazioni tra Regione e territorio: mette al centro le persone e costruisce le politiche prendendo le mosse dai loro bisogni, dalle loro aspettative e dalle loro proposte. Perché se la nostra forza sono le idee, metterle in rete e supportarle anche attraverso ecosistemi sempre più all’avanguardia diventa indispensabile per vincere le sfide del futuro. In questo senso l’applicativo open source Open 2.0 di Regione Lombardia rappresenta un modello di eccellenza e di efficacia, fondamentale per favorire la competitività del territorio.

Fare innovazione aperta significa allora favorire in modo concreto il dialogo e la partecipazione, sfruttando le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione che costituiscono un formidabile fattore abilitante, poiché permettono un dialogo interattivo e personalizzato con il singolo cittadino, rendono effettiva la sua partecipazione e collaborazione e garantiscono l’accesso a dati e servizi (anche in mobilità). Open Innovation e Open 2.0 rappresentano quindi uno strumento fondamentale anche per la trasparenza della pubblica amministrazione.

Open 2.o, un applicativo in continua evoluzione

Ricordo infine che Open 2.0 è ‘in continua evoluzione’, in un cammino di sviluppo guidato dal rapporto con gli stakeholders. E’ oggi uno dei pochi applicativi italiani dedicati espressamente alla social business collaboration, e dunque può rappresentare anche un driver di sviluppo strategico per l’aumento di produttività di un territorio.

Per tutti questi motivi, a dicembre 2017 Open 2.0 è stata inserita nel catalogo dei software riutilizzabili dell’AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale deputata a garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana e contribuire alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il riuso è stato effettuato anche all’interno di Regione Lombardia, nel processo aggiornamento dei servizi del progetto E015, l’ecosistema digitale cooperativo nato in occasione di Expo 2015.

Ecosistema digitale E015, cos’è e come si sviluppa con Regione Lombardia

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