Ogni tanto mi vibra il telefono, ma non è una telefonata né un messaggio WhatsApp: è una notifica dal mio Comune o dalla mia Regione. Nell’ultima settimana, l’avviso TARI, il pagamento del bollo auto e – purtroppo – anche una multa. Ora mi sembra normale, ma qualche anno fa sarebbe parsa fantascienza.
L’evoluzione della relazione tra cittadini e pubblica amministrazione
Negli ultimi dieci anni, la relazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione ha vissuto una vera e propria rivoluzione. Quello che una volta sembrava inimmaginabile – archiviare e gestire i documenti, fare pagamenti e conservarli con pochi clic, avere risposte attraverso un chatbot, prendere appuntamenti e monitorare in tempo reale lo stato della coda – oggi è diventata realtà.
Grazie alla trasformazione digitale avviata nel 2016 con la nomina del primo Commissario al Digitale e proseguita con i vari team succedutisi, sono nate piattaforme nazionali capaci di interconnettere enti e servizi, ponendo le basi per una PA moderna, accessibile ed efficiente. E finalmente parte del divario digitale che esisteva con le altre nazioni europee è decisamente diminuito.
L’esempio virtuoso dell’App IO
Tra i tanti strumenti, l’App IO rappresenta un esempio virtuoso di come il digitale possa concretamente semplificare la vita dei cittadini.
Mentre celebriamo questi risultati, è cruciale però riflettere sulle prossime sfide: come rendere questi servizi davvero universali e inclusivi? Come migliorare l’esperienza d’uso, facendo della tecnologia un ponte e non una barriera? E soprattutto, come garantire che tutti i cittadini siano in grado di utilizzare queste nuove modalità di interazione?
La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana deve avere una missione prioritaria: modernizzare una realtà percepita come rigida e distante, introducendo strumenti capaci di rispondere alle esigenze di ogni cittadino.
Gli altri progetti completati negli ultimi anni
Negli ultimi anni sono stati completati progetti fondamentali come SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta d’Identità Elettronica), PagoPA e ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente), solo per citarne alcuni, che hanno semplificato molte pratiche, rendendole più trasparenti, riducendo i tempi d’attesa e salvando i nervi di molti cittadini.
Lanciata nel 2020, l’App IO ha ulteriormente accelerato questa evoluzione. Con oltre 40 milioni di installazioni e 340 mila servizi disponibili, questa applicazione centralizza funzioni essenziali, dai pagamenti di tributi alle notifiche di scadenze e documenti. Oltre a semplificare le interazioni con la PA, offre un’esperienza sicura e intuitiva, abbattendo molte delle barriere tradizionali.
Un tempo gestire le scadenze significava destreggiarsi tra bollettini cartacei e code agli sportelli. Oggi, l’App IO ci invia notifiche per avvisi di pagamento o rinnovo, e le transazioni si completano con pochi clic. Inoltre, la possibilità di integrare documenti personali come la carta d’identità, la patente e la tessera sanitaria renderà l’App IO uno strumento modernissimo e indispensabile.
La necessità di un cruscotto personalizzato per le notifiche dalla PA
Immaginando come fare evolvere ulteriormente questo servizio, va considerato che una delle criticità principali oggi è la frammentazione delle notifiche. I cittadini ricevono avvisi da diversi enti in modalità non sempre coordinate. Per rendere la relazione con la PA davvero efficiente, sarebbe utile un sistema unico e centralizzato che agisca come un “cruscotto personalizzato” per le notifiche, che sia in grado di aggregare e organizzare i messaggi provenienti da Comuni, Regioni e altri enti pubblici. Questo approccio non solo ridurrebbe la confusione, ma migliorerebbe anche l’efficienza delle comunicazioni coi cittadini e la loro tempestività. Aumentando sensibilmente il riscontro necessario.
E’ stimolante immaginare – in un futuro prossimo – una Pubblica Amministrazione che dialoga con i cittadini in modo proattivo: notifiche personalizzate e suggerimenti mirati basati sulle esigenze specifiche della persona, grazie all’uso intelligente dei dati e delle informazioni in suo possesso (nel rispetto della privacy, ovviamente).
La sfida dell’inclusività della PA digitale
Nonostante i progressi, resta ancora una sfida cruciale: garantire che tutti possano accedere e utilizzare questi servizi. Il divario digitale, evidenziato dagli ultimi dati del DESI (Digital Economy and Society Index) e confermato anche dall’ ISTAT, è ancora un problema rilevante in Italia. Non solo riguarda le competenze tecniche di base dei cittadini, ma anche la possibilità di accesso alla tecnologia stessa.
Per colmare questa lacuna, è necessario un approccio sistemico. I cittadini devono essere messi in condizione di comprendere e utilizzare i servizi digitali. Questo implica un investimento strutturale in formazione digitale di base, articolata su più livelli:
- Corsi gratuiti organizzati a livello locale, con la collaborazione di pubbliche amministrazioni locali, terzo settore, scuole e aziende
- Campagne informative mirate, che abbiano portata nazionale e utilizzino media tradizionali e digitali per raggiungere anche le fasce meno connesse di popolazione e spiegare in modo semplice cosa e come fare.
- Assistenza diretta mettendo a disposizione sul territorio sportelli fisici e digitali, dove personale qualificato possa aiutare i cittadini a familiarizzare con gli strumenti, accompagnandoli nelle loro necessità
Progettare servizi digitali intuitivi e inclusivi è un obiettivo essenziale. Ogni nuova funzionalità deve essere testata con un’ampia gamma di utenti per garantire che sia facilmente accessibile anche a chi ha poca familiarità con la tecnologia. Parallelamente, è cruciale garantire la piena compatibilità con tecnologie assistive, per includere le persone con disabilità.
Superare le barriere esistenti
In conclusione, l’App IO e le piattaforme digitali hanno già trasformato radicalmente la Pubblica Amministrazione, ma il loro completo successo dipenderà dalla capacità di superare le barriere esistenti. Investire in formazione, semplificazione e accessibilità è fondamentale per rendere il digitale uno strumento di equità sociale e non un ulteriore fattore di esclusione. Solo creando un ecosistema integrato e centrato sui bisogni dei cittadini, potremo costruire una Pubblica Amministrazione che sia davvero al servizio di tutti.