Il PNRR e gli avvisi di Pa digitale 2026 erano nati originariamente con il presupposto di essere performance based, quindi centrati sul raggiungimento di obiettivi tecnologici. Poi sono arrivate le linee guida di asseverazione e il focus si è spostato sui documenti da preparare (determina, contratti) per l’asseverazione.
A queste si sono aggiunte le necessità finanziarie e contabili delle ragionerie degli enti locali. Proviamo allora a ribilanciare un percorso che dal probabile eccesso di focalizzazione sulla tecnologia iniziale, si sta ora focalizzando troppo sui soli principi di procurement legali e amministrativi.
Gli ambiti principali degli avvisi di Pa digitale 2026
Come si è ben capito dall’introduzione, sono tre gli ambiti principali degli avvisi di Pa digitale 2026 da tenere sotto controllo, analizzando i progetti a livello macro: parte tecnologica (cosa fare), parte legale (compliant di procurement e normativa), parte economica (contabile e finanziaria).
Se all’inizio del percorso sembrava la seconda (legale) fosse ridotta all’osso, ad ottobre 2022, con la pubblicazione delle Linee Guida di Asseverazione per gli avvisi 1.2, 1.4.3, 1.4.4, la parte legal e contrattuale è ritornata al centro, offuscando quasi completamente la parte tecnica. Torniamo quindi a capire cosa fare e rimettere al centro (ovvero ridare il suo 33% sul progetto) anche alla parte tecnologica..
Le 5 fasi del PNRR per la transizione digitale
Il PNRR per la transizione digitale si può dividere, a nostro avviso, in 5 fasi.
- Fase 1: fare il necessario per raggiungere gli obiettivi degli avvisi. Se non si fa quanto richiesto dagli avvisi (che sia migrazione in cloud per 1.2 o attivazione di servizi su app IO per 1.4.3) non si ottengono i fondi.
- Fase 2: ad esempio per l’avviso 1.4.3 app IO, si possono ottenere i fondi semplicemente pubblicando i servizi in app. Questo è sufficiente per generare impatto? Ovviamente no, è giusto andare al sodo anche inviando messaggi.
- Fase 3: non dimenticarsi del contesto. Gli avvisi PNRR servono a finanziare parte della strategia della trasformazione digitale della PA, rappresentata dal Piano Triennale dell’Informatica della PA, governata dagli RTD. Questi ultimi e il Piano Triennale c’erano prima e ci saranno dopo il PNRR. Quindi inquadriamo l’agire all’interno di questo contesto.
- Fase 4: innovare. Anche se facessimo tutto quanto indicato nelle prime 3 fasi, probabilmente non staremmo considerando l’enorme opportunità che ci dà il PNRR: abbiamo fondi per provare ad innovare. Quindi utilizziamo una parte selezionata dei fondi che ci rimarranno una volta completata la Fase 1, per provare a rendere la PA migliore, al di là di quanto richiesto dagli avvisi. Non si tratta infatti solo di fare “un compito” ma di generare impatto.
- Fase 5: con l’avanzo dopo le fasi 1-4, se anche ci “scappa dentro” qualche pc non succede niente. Sono anche quelli strumenti per la digitalizzazione. Ricordiamoci comunque che l’obiettivo primario del PNRR digitale non è quello di cambiare tutti i pc dell’ente. E nemmeno di asseverare questa parte, ma farlo con i fondi in avanzo e con una piccola percentuale di questi.
Cosa fare, avviso per avviso
Assodate queste 5 macro fasi di ragionamento, cosa possiamo fare di pratico per andare in questa direzione? Vediamolo avviso per avviso.
1.4.4 Adozione Identità Digitale
Fase 1: dalle prossime settimane sarà possibile iniziare ad attivare CIE con OpenID Connect sia come singolo ente che come aggregatore. Quindi l’obiettivo minimo è attivare un servizio “Entra con CIE” con OpenIDConnect (secondo gli ultimi aggiornamenti del dipartimento può bastare anche solo quello, senza fare l’attività su SPID, per avere l’erogazione del fondo).
Fase 2,3,4: elencare i portali e servizi che l’ente eroga online, quindi attivare l’accesso con SPID e CIE su tutti con OpenID Connect. Attivare su tutti anche l’accesso con eIDAS.
1.4.4 Adozione app IO
Fase 1: attivare sul portale developer di IO tutti i servizi messi in candidatura.- (oppure acquistare l’attività dal fornitore).
Fase 2,3,4: attivare l’effettivo invio dei messaggi. Elencare eventuali messaggi utili per ogni servizio che eroga l’ente e attivare l’invio dei messaggi (es. invio messaggio per sanzione codice della strada, invio messaggio per azzeramento ricarica mensa, invio messaggio per scadenza cie). I messaggi possono essere sia informativi (es. scadenza cie) che di pagamento (es. ricarica mensa).
1.4.3 Adozione pagoPA
Fase 1: attivare sul portale ente tutti i servizi pagoPA messi in candidatura con 1 pagamento reale con eventuale importo fittizio.
Fase 2,3,4: portare su pagoPA i pagamenti più importanti (dal punto di vista economico o di diffusione) dell’ente ovvero: TARI, Multe, servizi a domanda individuale, luci votive, oneri urbanistici, oneri cimiteriali.
1.4.3 Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud
Fase 1: migrare presso fornitore certificato i servizi messi in candidatura.
Fase 2,3,4: se possibile spingersi ad eliminare il server. Questo si può fare elencando i carichi o basi dati presenti sul server e quindi capendo come e dove migrarli. Tipicamente i carichi possono essere: software anagrafe, software finanziaria, software cimiteri, software mensa … Tutti questi vanno elencati e migrati. Poi ci sono le basi di dati, che possono essere il fileserver (da migrare su un ambiente di collaboration come google workspaces o Microsoft 365), basi dati obsolete (da archiviare una tantum o migrare nei nuovi software). Rimangono quindi i servizi di rete: l’antivirus ormai può andare in cloud, il backup anche, l’autenticazione windows pure (con azure active directory o autenticazione su directory di google). Alla fine del lavoro qualche servizio potrebbe rimane sul server dell’ente, ma diventano servizi di rete a basso impatto cybersecurity (dns, dhcp, stampanti) Il tutto con lo scopo di ridurre gli 11.000 datacenter della PA censiti nel 20219 da Agid.
1.4.1 Esperienza del cittadino nei servizi Pubblici
Fase 1: effettuare la migrazione del sito ai nuovi template e dei servizi secondo candidatura, con particolare attenzione alle integrazioni con gli altri applicativi in modo da dare un’esperienza al cittadino sulla parte servizi che si avvicini molto al “cassetto comunale del cittadino”, ovvero un angolo virtuale dove ogni cittadino può vedere: posizione multe, posizione tari, dati anagrafi, dati famigliari, dati immobili nel comune, scadenze, stato delle ricariche mensa … Un domani grazie a PDND magari potrà vedere anche la sua posizione INPS, Agenzia Entrate etc etc e chissà che non si passi dal cassetto del cittadino comunale, al cassetto del cittadino “nazionale”.
Fase 2,3,4: attivazione di tutti e 26 i servizi dell’avviso e integrazione massima (se non già richiesta in fase 1) con tutti gli applicativi dell’ente in modo da popolare al meglio il “cassetto comunale del cittadino”. Si può anche non limitarsi ai 26 servizi, andando oltre e attivando online tutti i servizi utili a cittadini e imprese.
1.4.5 Digitalizzazione degli avvisi pubblici
Fase 1: in prima fase questo avviso pare tradursi nell’acquisto di integrazione a Piattaforma Notifiche dai fornitori.
Fase 2,3,4: solo il tempo ci dirà se e come questa piattaforma, appena nata, potrà portare innovazione. Di per sé avrà un grosso impatto anche nelle integrazioni, se correttamente governata, perché permetterà di integrare software gestionali, pt pagoPA, pt Piattaforma Notifiche e di creare un ecosistema pagamenti-gestione-notifiche non banale.
E’ poi probabile uno slittamento della scadenza del 03.04 di 2 mesi ad opera del DTD.
1.4.5 Piattaforma Digitale Nazionale Dati
Al momento questo avviso è ancora in esplorazione. Vero che è disponibile la piattaforma (sia in ambiente di collaudo che produzione), vero che sono stati pubblicati 5 possibili casi d’uso, ma al momento non sono ancora chiari gli sviluppi di breve e la standardizzazione necessaria di lungo per rendere i comuni erogatori/fruitori.
Visto il modo di ragionare per avviso, un altro modo di passare dalla Fase 1 (mero raggiungimento degli obiettivi) alle fasi 2,3,4 è quello di pensare: cosa vorrei aver digitalizzato alla fine del PNRR perché ritengo sia quello che può migliorare vita di cittadini e imprese e del mio ente? Diamo alcuni spunti.
- Sanzioni Codice della Strada: il gestionale multe parlerà con il sistema pagoPA generando avvisi pagoPA, parlerà con la piattaforma notifiche per l’invio digitale delle notifiche, invierà messaggi sull’app IO. Il tutto rientrerà nel cassetto comunale del cittadino che avrà la scheda “sanzioni cds”
- Tari: la Tari verrà attivata in tutte le sue fasi (rata unica, più rate, sollecito …) con pagoPA. Verrà inviato un messaggio su IO per sottolineare l’emissione e la possibilità di pagare. l tutto rientrerà nel cassetto comunale del cittadino che avrà la scheda “sanzioni cds”.
- Servizi a domanda individuale: i servizi a domanda individuale saranno inseriti per la parte pagamenti nel sistema pagoPA. Verrà inviato un messaggio su IO per ogni stato di ogni servizio Il tutto rientrerà nel cassetto comunale del cittadino che avrà la scheda “sanzioni cds”.
Capito il meccanismo che si può estendere a tutti i servizi di ampio peso economico o di grande diffusione presso i cittadini o imprese, proviamo ad aggiungere elementi.
Tutte le basi dati dell’ente saranno posizionate in cloud (probabilmente più cloud, ovvero più fornitori). Queste basi dati saranno quindi governate con dei software (ogni software è solo un modo di leggere dati da una base dato) che saranno sempre aggiornati (dal fornitore saas), difesi ciberneticamente e messi sia sotto sistema di backup che di disaster recovery. Se possibile sarà rimosso il server dall’ente.
Sul nuovo sito l’area servizi diventerà il vero cuore dell’interazione con i cittadini, in particolare grazie al cassetto del cittadino che deve essere popolato al meglio, sia che il software di frontend e backend siano della stessa software, che siano di software house diverse mediante integrazioni specifiche.
Tutte le notifiche saranno inviate tramite Piattaforma Notifiche. Tutti i pagamenti possibili convogliati su pagoPA.
Un’attenzione particolare va portata al PNRR-lock-in. Il PNRR sta infatti generando un effetto opposto ad alcuni trend precedenti: la necessità di integrare massicciamente sistemi (pagopa, piattaforma notifiche…), la parziale chiusura alle integrazioni con terzi per necessità di velocità di esecuzione (“se fai con me hai tutto integrato, altrimenti ci penseremo più avanti”) sta portando gli enti verso il lock-in globale ovvero un fornitore che fornisce tutti gli applicativi che l’ente utilizza. Questo a livello di standardizzazione è molto comodo, di integrazione anche, di “indipendenza digitale” un po’ meno, perché il “sistema operativo del comune” diventa di una sola software house, dal rapporto con la quale dipende il tempo “digitale” all’interno del comune.
Conclusioni
Infine, sebbene un collatore degli aspetti tecnologici ma che è giusto dire, un occhio di riguardo nelle scelte va posto anche ai canoni degli anni successivi, soprattutto post PNRR. Se da un lato si consiglia al massimo di aggiungere un anno di canone ai contratti e solo per cloud ed eventualmente servizi, dall’altro è importante non acquistare qualsiasi cosa perché si hanno i soldi dimenticando che questi diventeranno canoni da pagare negli anni a venire.
Tutti quelli indicati, sono ovviamente solo spunti non esaustivi, ma si spera possano aiutare a ritornare a focalizzarsi anche sul “what” (cosa fare) dal punto di vista digitale e tecnologico per gli avvisi padigitale2026, senza spingersi necessariamente in cose fantascientifiche (se non si è scritto AI chatbot metaverso nell’articolo c’è un motivo), ma facendo per bene quanto può generare impatto. E questo senza trascurare parte legal e parte contabile, ma solo dando loro il giusto peso a tutte e 3.
Perché solo con un buon bilanciamento delle tre, potremo davvero fare un percorso consistente e poter dire tra 3-4 anni che abbiamo generato cambiamento per il nostro ente, per i nostri cittadini e imprese e per il nostro Paese.