Quello della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e delle imprese è un tema all’ordine del giorno nell’agenda dell’attuale governo. Lo ha ribadito il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao e lo testimoniamo – tra le altre cose – i 35 milioni di euro del Decreto Sostegni destinati a colmare il digital divide nelle regioni del Mezzogiorno.
La rivoluzione digitale in Puglia
La rivoluzione digitale però, con i suoi stop e le sue ripartenze, è stata avviata in Puglia qualche anno fa. Lo testimoniamo i numerosi interventi infrastrutturali, quelli per l’implementazione della rete a banda larga così come il processo avviato nei Comuni pugliesi finalizzato a dare impulso al processo di transizione digitale e al raggiungimento degli obiettivi prefissati dalle normative vigenti.
La Regione Puglia a gennaio 2019 ha sottoscritto un Accordo con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e l’Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT) un “Accordo di collaborazione per la crescita e la cittadinanza digitale nella regione Puglia”, con il quale si impegna ad assumere il ruolo di Soggetto Aggregatore Territoriale per il digitale. A questo accordo, ha fatto seguito l’approvazione del Programma “Puglia Digitale”, il quale rappresenta lo sviluppo proiettato nei prossimi tre anni, proprio in chiave di supporto al territorio, delle innovazioni digitali realizzate negli anni precedenti con il Programma “Puglia Login”, recentemente riconosciuto da ACT come “Best Practice” nazionale di attuazione degli obiettivi dell’OT2 della programmazione 2014-2020.
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Affiancare, sostenere e formare i comuni nel processo di digitalizzazione è stato l’obiettivo del progetto “Innovazione Enti Locali della Regione Puglia”, attualmente in corso, finalizzato ad accelerare le procedure, previste dalla normativa nazionale, per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.
Sono stati 133 i Comuni che hanno delegato la Regione alla gestione diretta delle risorse dell’apposito “Fondo Innovazione” del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, fondo attraverso il quale, con il supporto e l’assistenza degli uffici regionali, i Comuni hanno potuto espletare le attività necessarie per rendere accessibili i propri servizi attraverso SPID, a portare a completamento il processo di migrazione dei propri servizi di incasso verso la piattaforma pagoPA e a rendere fruibili ai cittadini i propri servizi digitali tramite l’App IO.
L’occasione del Recovery plan
Questo processo, che ci ha portato a incontrare e ad ascoltare molte volte gli amministratori pubblici, ci ha consentito di conoscere in maniera approfondita quali sono le difficoltà e quali le criticità che rallentano il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Informazioni di cui tenere conto se vogliamo favorire in maniera concreta la trasformazione digitale della nostra regione e rendere i servizi ai cittadini e alle imprese veramente innovativi. Il Recovery plan ci offre l’occasione di fare il punto e di programmare azioni che rendano possibile una rivoluzione digitale che non deve passare solo dalla mera dotazione tecnologica ma dalle persone, dalle loro professionalità e dalle competenze. A questo proposito, come ho avuto modo di sottolineare nel primo incontro del Tavolo tecnico nazionale per la transizione digitale, organizzato dal Comune di Milano alla presenza del Ministro Colao, la vera rivoluzione digitale nella Pubblica amministrazione passa dall’assunzione di nuove figure professionali con competenze digitali.
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Competenze digitali e formazione
Al fine di ripensare i processi è indispensabile avere delle figure con comprovate competenze digitali che rivoluzionino dall’interno la pubblica amministrazione. Si tratta di figure professionali che possono svolgere funzioni trasversali ed essere impegnate anche in funzioni amministrative. È necessario, pertanto, definire nuovi profili professionali che, oltre a tener conto delle specificità delle singole amministrazioni pubbliche e soprattutto locali, devono poter essere condivisi e partecipati da tutta la PA, e quindi definiti attraverso standard nazionali ed europei che si basino giocoforza su un sistema di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze.
L’Italia ha recepito per prima le indicazioni fornite dalla Commissione Europea attraverso il framework e-CF (European Competence Framework) e, con la norma UNI 11506:2013, ha efficacemente definito le competenze digitali specialistiche, stabilendo requisiti di conoscenza, skills e buone pratiche. Ora occorre introdurre tutto questo nella PA.
A questo si aggiunge la formazione destinata a tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Perché sia offerta a tutti i comuni di tutte le dimensioni la stessa opportunità è necessario cooperare, condividere, al di là delle esigenze del singolo ente. Occorre semplificare le procedure perché siano alla portata di tutti e rendere protagonisti del processo di formazione e condivisione gli stessi cittadini e le imprese, che solo attraverso la pandemia hanno scoperto di poter accedere ad alcuni servizi senza il bisogno di recarsi negli uffici comunali e affrontare traffico, file, disagi.
Conclusioni
Tra gli obiettivi che ci poniamo nel processo di digitalizzazione della Puglia non vi è solo quello di facilitare il lavoro delle imprese che si rivolgono alla Pubblica amministrazione ma di mettere le stesse imprese nella condizione di essere connesse nel migliore dei modi possibili. Per questo motivo nel piano della banda ultra larga finalizzato a coprire le cosiddette aree bianche abbiamo chiesto che per il 2021 si predisponga la progettazione e si avviino i lavori nelle aree industriali assicurando connettività ad almeno 30 Mbps.
Formare, semplificare e condividere: sono questi gli obiettivi che ci poniamo per una Puglia Digitale, per rendere la scelta dei servizi digitali l’unica possibile. La nostra sfida è quella di lanciare a breve un nuovo Piano per la transizione digitale, in linea con le indicazioni nazionali, in grado di coinvolgere tutti i portatori di interesse.