Lo scenario

Niente digitale, siamo PA locali: preoccupano i dati di Bankitalia

L’indagine annuale della Banca d’Italia ha fotografato la situazione delle amministrazioni locali, rilevando un buon livello di informatizzazione nelle aree dedicate alla contabilità ma una un contesto ancora carente sul fronte dei servizi online

Pubblicato il 19 Gen 2022

Alessandro Mastromatteo

Avvocato, Studio Legale Tributario Santacroce & Partners

digitale

Amministrazioni locali con informatizzazione elevata nelle aree di attività legate alla contabilità, ma ancora carenti nella implementazione dei servizi on-line dedicati agli utenti. È lo scenario fotografato da Banca d’Italia nell’indagine annuale, pubblicata il 19 gennaio 2021, relativamente al grado di utilizzo delle tecnologie informatiche, delle modalità di erogazione dei servizi al pubblico, del ricorso a strumenti di pagamento elettronici e dell’utilizzo delle infrastrutture abilitanti previste dai piani nazionali per l’informatica nelle pubbliche amministrazioni.

I risultati dell’indagine assumono un particolare rilievo in quanto costituiscono un’efficace misura di quale sia lo stato dell’arte dell’informatizzazione a livello degli enti locali anche, e soprattutto, in funzione ed in previsione degli sviluppi indispensabili che dovranno essere realizzati per dare seguito ed attuazione alle misure delineate nel PNRR.

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Digitalizzazione degli enti locali, cosa dice la Banca d’Italia

In via di estrema sintesi, l’analisi dei risultati dell’indagine evidenzia come le amministrazioni presentano carenze, che andranno colmate, sotto il profilo delle professionalità e delle competenze tecniche, cui deve accompagnarsi non solo un incremento delle risorse finanziarie ma anche e soprattutto della formazione proprio ai fini dell’attuazione dei progetti del PNRR. Questa la strada maestra per far sì che le amministrazioni dispongano, a tutti i livelli, di personale in grado di modernizzare l’organizzazione ai fini della fornitura in forma digitale di servizi a cittadini e imprese. Paradossalmente, tuttavia, dall’indagine emerge come i maggiori livelli di informatizzazione all’interno degli enti locali siano riscontrabili nel settore della contabilità e dell’auto amministrazione: al contrario, nel rapporto con le utenze private, da intendersi come cittadini e imprese, i servizi erogati sono ancora abbastanza carenti nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione.

I fattori che frenano l’innovazione

Due sono al riguardo i fattori che rallentano l’informatizzazione e cioè proprio la limitatezza di risorse finanziarie a disposizione e le carenze di professionalità del personale. Al contrario, le amministrazioni locali digitalizzando processi e procedure sulla spinta di due elementi principali, e cioè la volontà di migliorare i servizi offerti all’utenza e la necessità di adempiere alle disposizioni normative.

I numeri

Proprio con riguardo agli obblighi normativi imposti, la realizzazione delle previsioni del CAD mostra comunque un parziale se non limitato adeguamento: solo il 30% degli enti consente infatti l’accesso ai propri servizi online tramite SPID; il 40% non ha ancora individuato un Responsabile per la Transizione Digitale; il 55% non ha ancora avviato gli sviluppi per utilizzare il punto di accesso unico – app IO così come il 12% degli enti non ha ancora aderito a PagoPA. Allo stesso tempo, Banca d’Italia rileva come gli sviluppi e le implementazioni di maggiore impatto e diffusione potranno aversi nell’erogazione di servizi all’utenza tramite canali online e nell’utilizzo strumenti di pagamento utilizzati. Infatti, circa il 53% degli enti ha un sito internet esclusivamente informativo e non abilitato al dialogo con l’utenza, percentuale che sale al 67% nel Mezzogiorno.

Allo stesso tempo solo il 30% degli enti consente il pagamento online tramite il proprio sito (13% nel Mezzogiorno). Circa il 41% delle entrate degli enti avviene tramite bonifico, il 25% tramite F24 e il 17% tramite bollettini di c/c postale; contanti e carte di pagamento sono usati rispettivamente nel 5% e nel 4% delle transazioni, mentre la restante parte è relativa a MAV, assegni e strumenti residuali.

Allo stesso tempo, tuttavia, tra gli enti iniziano a diffondersi soluzioni basate su strumenti quali Big Data Analytics, Intelligenza Artificiale, Internet of things e tecnologie blockchain. In quest’ottica l’adozione di SIOPE+ ha consentito alle amministrazioni una migliore integrazione con gli altri sistemi informatici utilizzati (67% degli enti) e una riduzione del ricorso a documenti cartacei (56%); il 41% delle Amministrazioni ritiene infine che SIOPE+ abbia reso più percorribile un eventuale cambio di tesoriere.

Conclusione

Insomma la strada verso una completa dematerializzazione dei processi amministrativi è tracciata e gli strumenti tecnologici esistono e sono disponibili: occorre solamente una reale volontà di intraprenderla una volta per tutte ed in maniera decisa.

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