Pubblica amministrazione

Pagamenti alla PA, verso soluzione condivisa

A oggi la PA non ha un sistema unico e omogeneo per incassare i pagamenti. E quindi è difficile pagare multe e affini tramite internet. Tuttavia, nuove linee guida obbligano tutti gli Enti a consentirlo, entro il 31 dicembre 2015. Con la collaborazione della Banca d’Italia, è stato realizzato un sistema di pagamenti coerente con gli standard della SEPA, cioè quelli che si stanno diffondendo a livello europeo

Pubblicato il 02 Gen 2014

Michele Benedetti

Direttore Osservatorio Digitale Politecnico di Milano

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Se a quasi tutti nella vita è capitato di trovare sotto il tergicristallo una multa per divieto di sosta data dalla polizia municipale, ancora pochi, anche nel più recente passato, sono riusciti a pagarla senza muoversi di casa o recandosi in banca o in tabaccheria; la maggior parte ha dovuto affidarsi al caro e vecchio bollettino da liquidare allo sportello comunale dedicato o in Posta.

L’adozione di tecnologie a supporto dei pagamenti multicanale da offrire alla propria utenza rappresenta ancora un tallone d’Achille per la Pubblica Amministrazione che vuole innovarsi.

A oggi, infatti, la PA non ha un sistema unico e omogeneo per incassare i pagamenti. Una recente indagine condotta dall’Osservatorio eGovernment del Politecnico di Milano ha messo in luce come, nonostante gli sforzi compiuti, sembri ancora difficile trovare una soluzione condivisa, in grado di essere allo stesso tempo efficiente per la PA che la deve gestire ed efficace per i cittadini che la devono utilizzare. In un simile scenario, gli Enti continuano a muoversi autonomamente, studiando e implementando le migliori soluzioni possibili in base alle proprie competenze, alle risorse a disposizione e al contesto in cui operano. In particolare, dai dati raccolti è emerso come solo il 19% dei Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti, delle Province e delle Regioni ha adottato diffusamente soluzioni di pagamento multicanale (comunque in aumento rispetto all’11% del 2010) e il 27%, invece, li ha adottati in modo sperimentale (con un incremento di 5 punti percentuali rispetto al 2010). Se un passo avanti è stato fatto, rimane tuttavia alta la percentuale di Enti (24% dei casi analizzati) che sta ancora valutando se adottarli o che non ha nemmeno preso in considerazione il problema (30%).

Se l’attivazione di pagamenti multicanale ha avuto una diffusione a macchia di leopardo, molto disomogenei sono anche i canali attivati, spesso molto diversi a seconda della tipologia di servizio. La ricerca dell’Osservatorio eGovernment si è quindi focalizzata sul comportamento degli Enti Locali rispetto al pagamento delle multe per infrazione al codice della strada (78,5 milioni di riscossioni all’anno1) e a quello degli oneri legati alle pratiche di Sportello Unico delle Attività Produttive (1 milione di transazione all’anno2).

Rispetto al primo servizio, per gli Enti Locali intervistati, il canale di pagamento principale è rappresentato dalle Poste, offerto dal 97% dei rispondenti, affiancato prevalentemente dallo sportello comunale (59%) e da quello bancario (37%). Oltre a questi strumenti tradizionali, il 22% degli Enti ha dichiarato di dare la possibilità di effettuare pagamenti mediante Bonifico Bancario e il 12% tramite Bancomat; il 7% dei rispondenti consente il pagamento attraverso il Circuito Lottomatica e il 5% tramite altri esercizi commerciali (tabaccherie, supermercati, etc.). Fermo al 5% anche il pagamento online tramite carta di credito.

Più innovative, invece, le soluzioni offerte per il pagamento agli Sportelli Unici: la Posta è il canale principale, con una diffusione del 68%, seguito dal Bonifico Bancario, disponibile nel 44% dei rispondenti. Il pagamento online è attivato dall’8% dei rispondenti e quello tramite bancomat dal 7%. Marginale, infine, il ruolo degli esercizi commerciali (2,4%) e del Circuito Lottomatica (1%).

Se, rispetto al 2010, la diffusione dei pagamenti multicanale è cresciuta, anche se di poco, uguali sono rimaste le criticità che frenano l’introduzione di queste soluzioni. In particolare, le PA evidenziano difficoltà nella gestione del processo di adozione (26%), lunghi tempi di implementazione (17%), alti costi delle soluzioni (16%, percentuale che nel 2010 raggiungeva il 27%) e alla sua difficoltà di utilizzo (15%). Inoltre, resta viva negli Enti l’incertezza sulla normativa, che anzi sembra essere considerata un problema dal 10% degli intervistati contro il 3% del 2010.

Tutte criticità che la PA dovrà comunque trovare il modo di superare. Lo scorso maggio, infatti, la pubblicazione delle Linee guida3 predisposte dall’Agenzia per l’Italia digitale ha dato attuazione agli articoli 54 e 815 del CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale). In particolare, si obbligano tutti gli Enti, entro il 31 dicembre 2015, a mettere a disposizione della propria utenza, strumenti e applicazioni per eseguire pagamenti elettronici a favore della PA. Per omogeneizzare il processo, inoltre, con la collaborazione della Banca d’Italia, è stato realizzato un sistema di pagamenti coerente con gli standard della SEPA, cioè quelli che si stanno diffondendo a livello europeo. Per questo le stesse amministrazioni saranno tenute a pubblicare sul proprio sito l’indicazione dell’IBAN e del codice identificativo di riferimento.

1 www.contribuenti.it

2 Dipartimento della Funzione Pubblica e Semplificazione – Presidenza del Consiglio dei Ministri

3 http://www.digitpa.gov.it/sites/default/files/notizie/LineeGuidaPagamenti_V_1_0_1.pdf

4 http://www.digitpa.gov.it/cad/effettuazione-pagamenti-modalit-informatiche

5 http://www.digitpa.gov.it/cad/ruolo-del-digitpa

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