La visita in Italia di questa settimana di Changpeng Zhao, noto come CZ, tra i principali esperti nel settore crypto e fondatore di Binance, il più grande exchange al mondo, segna un punto importante per la nostra community.
Nelle scorse settimane, in Francia, Binance ha ottenuto la qualifica di “digital asset service provider” da parte dell’AMF – l’autorità sui mercati finanziari – e annunciato un investimento di 100 milioni di euro nel Paese.
Cogliamo quindi con favore l’attenzione sulle possibilità di sviluppo in ambito blockchain in Italia, settore in cui le istituzioni hanno investito da tempo.
Criptovalute e blockchain: serve accelerare la regolamentazione
L’attenzione della politica verso la blockchain
A partire dal 2018 i Governi Conte hanno portato avanti importanti iniziative. Ricordo l’adesione alla partnership Europea per la blockchain, l’avvio del tavolo di esperti per realizzare una strategia italiana (purtroppo ancora ferma sul tavolo del Ministro dello Sviluppo Economico), l’inserimento del concetto di smart contract nel nostro ordinamento giuridico, un fondo da 45 milioni per progetti in questo ambito, uno studio per l’applicazione di DLT nella filiera del tessile e la fintech sandbox. Cito, inoltre, l’importante Proposta di Legge del collega Zanichelli – fondatore dell’intergruppo parlamentare per la blockchain – che interviene sul piano definitorio e sul piano fiscale.
Tutto questo a dimostrare la particolare attenzione posta dalla politica, focalizzata sia sulla creazione di opportunità che sulla tutela rispetto ai rischi del settore.
Proprio nella giornata di mercoledì esponenti di diversi gruppi parlamentari hanno avuto un confronto con CZ sulle prospettive della tecnologia e del mercato, sugli impatti della decentralizzazione su società, economia, finanza, politica e sulla formazione di nuovi giovani talenti.
I cinque punti per la svolta
L’Italia può giocare un ruolo sul piano internazionale ma serve un’azione organica in questo senso che mi sento di sintetizzare in cinque punti:
- approvazione, nell’arco di poche settimane, del regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto Assets) che darà un quadro definitorio al mercato. Sul piano Europeo si dovrebbe poi adottare un approccio più friendly rispetto al settore che rimane uno dei principali trend di sviluppo tecnologico di questo tempo, abbandonando un conservatorismo che non porta da nessuna parte se non alla perdita di competitività del sistema. Ricordo che solo qualche settimana fa illustri esponenti della BCE chiedevano ahimè un intervento dei regolatori europei “meno tollerante” verso blockchain e crypto;
- definizione di un intervento in ambito fiscale attraverso l‘introduzione di un framework dedicato e chiaro per gli operatori, con un riferimento particolare a quello stimato 18% di cittadini che ha investito in questi assets, molto spesso senza le dovute informazioni;
- formazione dei nuovi talenti, anche coinvolgendo attivamente startup e imprese;
- informazione dei cittadini rispetto ai rischi e alle opportunità del mondo blockchain e crypto, in collaborazione con le autorità preposte come Consob e Banca d’Italia;
- attrazione di talenti, imprese e capitali dall’estero tramite politiche dedicate e strumenti specifici come i visti per startup, investitori e quello di recente approvazione sui nomadi digitali.
Tutto ciò senza prescindere da un costante e diretto coinvolgimento dei tanti operatori Italiani tra imprese, professionisti e communities di appassionati.